giovedì 29 ottobre 2015

Let's talk about movies: CRIMSON PEAK

TITOLO ORIGINALE: Crimson Peak
REGISTA: Guillermo del Toro
ANNO: 2015
CAST: Mia Wasikowska (Edith Cushing), Jessica Chastain (Lucille Sharpe), Tom Hiddleston (Thomas Sharpe), Charlie Hunnam (Dr. Alan McMichael) [more]
“But the horror? The horror was for love.
The things we do for love like this are ugly, mad, full of sweat and regret.
This love burns you, maims you, twists you inside out.
It is a monstrous love, and it makes monsters of us all.”

"Beware of Crimson Peak" mi avvisa un sibilo sommesso, dovrebbe incutermi timore ma i film horror non sono mai riusciti a spaventarmi seriamente. E dire che ci ho provato, ho creato l'atmosfera più favorevole (buio e silenzio assoluto), ne ho visti un buon numero, persino i più decantati... risultato? Una noia pazzesca intervallata da addormentamenti istantanei. Non c'è niente da fare, nulla mi concilia il sonno come un buon film horror, nemmeno venti tazze di camomilla extra forte saprebbero fare di meglio. 
Eppure Crimson Peak mi è piaciuto. Si, mi è decisamente piaciuto. Perché? È semplice, perché è tutto fuorché un film horror! Ci sono i fantasmi è vero, ma più la storia va avanti più è facile rendersi conto che non sono loro che dovrebbero preoccuparci quanto le profondità della mente umana nelle sue molteplici sfumature, dovremmo scappare dalle persone e non dagli spettri, questo ribaltamento di ruoli avrà probabilmente fatto storcere il naso ai cultori del genere ma secondo me ha solamente contribuito ad arricchire il film e a renderlo più interessante.

Il punto di vista che Guillermo Del Toro ci offre indaga su motivi archetipici quale l'amore e la solitudine e quanto questi fattori possano incidere su ognuno di noi, quanto l'amore, l'elemento di salvazione per eccellenza, possa in realtà nascondere terrore, crimini terribili e ossessione che sconfina nella pazzia. Le atmosfere che permeano tutta la pellicola rispecchiano quelle di un buon romanzo gotico vittoriano, con i suoi momenti di luce fatti di begli abiti, meravigliose abitazioni e grandi feste da ballo e, per contrasto, la parte più dark in cui anche una semplice farfalla morente può diventare foriera di cattivi presagi e in cui non manca l'inquietante presenza di una casa un tempo meravigliosa ma ormai marcescente che sembra respirare, sanguinare e che tiene ben stretti a sé terribili ricordi. E poi si, ci sono i fantasmi, che appaiono mostruosi e spaventosi come tutti gli spiriti dovrebbero essere, ma la loro mostruosità sembra solo essere dovuta a questo loro stato di vita a metà, questo non essere né sulla terra né nel luogo in cui dovrebbero riposare in pace per l'eternità, delle pressanti questioni li tengono ancorati ai luoghi e alle persone a cui sono più legati o alle stanze che hanno visto andarli incontro a morte violenta.
A fare la parte del leone sono sicuramente i due personaggi femminili Lucille ed Edith interpretati da una fantastica Jessica Chastain (Lucille) furiosa e passionale e una composta ma spesso troppo rigida nelle espressioni, Mia Wasikowska (Edith) colei che accompagna lo spettatore nei meandri della storia, eroina romantica e un po' ingenua a cui comunque non difetterà il coraggio di difendersi quando necessario. Ironico che la ragazza voglia scrivere un romanzo gotico, una novella Catherine Morland, che più cupa rispetto alla sua ideale sorella che vedeva spettri e delitti dove in realtà non ce n'erano, Edith è invece colei che ci avvisa che i fantasmi esistono e che lei li vede da sempre ma inaspettatamente saranno loro a guidarla verso la libertà e la salvezza. Lucille invece appare fredda, controllata, glaciale, eppure le sue azioni sono solo spinte da una passione morbosa ma prorompente che la porterà alla distruzione sua e dell'unica persona che abbia mai amato e da cui si sia sentita amata. 
Tra di loro l'affascinante ed enigmatico Sir Thomas Sharpe, baronetto senza più un penny a caccia, sempre con l'aiuto della sorella, di giovani donne da ingannare. Tom Hiddleston ci regala un personaggio che sulle prime ci ricorda un malinconico Mr. Rochester, solo che in soffitta, o meglio in cantina, Edith non troverà una Bertha, moglie pazza ma almeno viva come accade in Jane Eyre. Il riferimento al romanzo di Charlotte Bronte non è affatto casuale dato che anche la dichiarazione d'amore di Thomas ad Edith sembra riprendere, se non copiare del tutto, le parole che Mr Rochester dice a Jane quando le prospetta una vita lontano da lui. Eppure Thomas, tra i due fratelli Sharpe, è colui che alla fine troverà parziale riscatto. Relegato al ruolo di personaggio buono/principe azzurro, il minutaggio è troppo ristretto per giudicare adeguatamente il dottor McMichael di Charlie Hunnam, il cui unico scopo sembra essere quello di arrivare come provvidenziale salvatore per poi alla fine venire salvato da una Edith che ha ormai abbandonato ogni parvenza della sua precedente ingenuità.
Posso capire lo spiazzamento di chi volendo vedere un film "di paura" si sia accorto invece che il gothic era solo uno specchietto per le allodole, il film infatti si fa interessante quando mette da parte gli elementi più orrifici per concentrarsi sui rapporti e le azioni umane. Ciò che di terribile è stato compiuto ad Allerdale Hall da Lucille e Thomas è stato compiuto solo per amore, morboso e ossessivo, quel tipo di amore brutto e fatto di rimorsi, che non ha nulla a che vedere con il sentimento romantico per eccellenza che permea tutto di una luce dorata e benevola e che cambia il male in bene. È un amore mostruoso che rende chi lo prova un mostro a sua volta e i due fratelli che sono cresciuti soli e poco amati, hanno conosciuto solo l'orrore dell'amore e ne sono stati plasmati e trasformati in spietate e terribili creature. Alla fine Lucille rimane aggrappata al rapporto esclusivo che ha con il fratello, Thomas perderà la brutale spietatezza che lo accomuna a Lucille, il suo sguardo sarà smarrito e confuso quando si renderà conto che amore non è sinonimo di vergogna e che esiste un mondo al di fuori della sua pericolante magione, aiutato anche dal sincero affetto di Edith.
Del Toro ci trascina in una storia che prosegue a ritmo di valzer (ottime le musiche di Fernando Velàzquez) e ad ogni giro, insieme ad Edith, scopriamo nuovi dettagli, le vertigini causate dal veloce danzare ci fanno vedere cose, entità, che forse non esistono, barbagli confusi che lanciano vaghi indizi. Infine smetteremo di ballare e la luce della candela rischiarerà la via verso la terribile ma quanto mai reale e tangibile, e per nulla soprannaturale, verità. Infondo cosa c'è di più pauroso delle profondità oscure della natura umana? Che i fantasmi ci facciano paura è quasi scontato ma quando i mostri sono in carne ed ossa, come noi, lo shock è la paura si fanno più subdoli e potenti e Mr. Del Toro ce lo ha magistralmente dimostrato.
SCENA PREFERITA: la bella risposta a tono che Edith da alla riccona smorfiosa e piena di se vale da sola il prezzo del biglietto: “She’s our very own Jane Austen, she died an old maid, didn’t she?” – “Actually, I’d rather be Mary Shelley… she died a widow”, brava Edith, no? 
Devo poi necessariamente citare il valzer di Thomas e Edith è una scena spettacolare, chi non sogna di ballare il valzer con Tom Hiddleston? Si, mettiamo per un attimo da parte la coscienza non proprio specchiata del suo personaggio e concentriamoci sui suoi occhioni blu e la bellissima musica.
CONSIGLIATO A: agli amanti del genere gotico, le atmosfere da romanzo gotico sono ben studiate, impossibile non apprezzarle.
SCONSIGLIATO A: se si è troppo, ma davvero troppo paurosi forse è meglio scegliere un altro film, ci sono un paio di scene dove cose e/o persone sbucano fuori all'improvviso, è inevitabile spaventarsi.

2 commenti:

  1. ti faccio un applauso perché la sto scrivendo anch'io la recensione ma la tua è ben più figa e meno polemica :D

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    1. Ti ringrazio ma credo sia solo una questione di stili diversi ed entrambi sono validi ;)

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