mercoledì 2 dicembre 2015

Let's talk about books: INVINCIBLE

TITOLO: Invincible: Inside Arsenal's Unbeaten 2003-2004 Season
AUTORE: Amy Lawrence
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 23 ottobre 2014
CASA ED.: Viking/Penguin

"Please don't put your life in the hands of a rock 'n' roll band who'll throw it all away" cantavano gli Oasis ma l'assunto, ve lo posso garantire, è valido anche sostituendo al gruppo rock una squadra di calcio. Chiunque mi conosca almeno un po' sa perfettamente che oltre ai libri, il cinema e l'arte c'è un altro interesse fondamentale nella mia vita: una squadra di calcio. Si, undici uomini sudaticci che inseguono un pallone sono la mia fonte primaria di gioia, dolore, divertimento, frustrazione, felicità inesprimibile e tristezza profonda. L'Arsenal FC, squadra inglese che milita in Premier League, è da undici anni quella che mi piace definire come la mia "coperta di Linus", ci siamo incontrate per caso e da quella lontana estate del 2004 non ci siamo più lasciate, il libro di cui mi accingo a parlare però si concentra esclusivamente sulla stagione precedente alla mia prima da tifosa; ma la reputo ugualmente importante perché sono state le repliche in tv delle partite di quel campionato a farmi capitolare. La letteratura sull'Arsenal è vasta, si è scritto praticamente di tutto, ma testo fondamentale resta sempre e comunque Fever Pitch (Febbre a '90) di Nick Hornby (da cui hanno tratto anche un bel film con Colin Firth), tuttavia fermandosi ai primissimi anni novanta non si fa nessuna menzione alla rinascita del club sotto la guida di Arsène Wenger, manager francese che ormai guida la squadra da quasi vent'anni, e soprattutto alla meravigliosa stagione 2003-04 in cui il club è riuscito a vincere il campionato senza perdere nessuna delle trentotto partite. A colmare il gap, sebbene analizzando la vicenda da un punto di vista più sportivo che personale come accade nel romanzo di Hornby, ci ha pensato Amy Lawrence, giornalista sportiva che scrive per diversi quotidiani inglesi, che con il suo libro rende omaggio ad una grande squadra composta da grandi campioni e contemporaneamente analizza nel dettaglio come si è concretizzato questo grande successo.

Thierry Henry e Robert Pires con il trofeo della Premier League
Il titolo, Invincible cioè "Invincibile", fa riferimento al nickname che il team si è guadagnato al termine della stagione e con il quale sono entrati di diritto nella hall of fame del club e del calcio europeo in generale, tuttavia il libro non si lancia nel racconto asettico e cronologico della stagione 03-04, ma non disdegna scarti avanti e indietro nel tempo, evidenziando tutti quei passaggi che hanno consentito al club di costruire quella che può essere definita come la stagione perfetta. Dal campionato del 1989 vinto all'ultima giornata con un rocambolesco 2-1 sul campo dei diretti rivali del Liverpool da una squadra che ha mostrato una tenacia invidiabile, si passa alla rivoluzione stilistica operata da Wenger nel 1996, quando il boring Arsenal che vinceva sempre e solo per 1-0 ha lasciato il campo ad un gioco veloce, stilisticamente impeccabile e prodigo di gol. fino ad arrivare al racconto delle tappe fondamentali che hanno portato al trionfo degli invincibili. 
I festeggiamenti a White Hart Lane, casa dei rivali del Tottenham
Punto forte del libro non è solo l'evidente passione per i Gunners dell'autrice ma anche i ricordi , le sensazioni, le gioie e i dolori narrati direttamente dai protagonisti, dagli eroi che fecero l'impresa, la pluralità di voci consente di focalizzare l'attenzione su vari aspetti di quella stagione incredibile: il senso di solidarietà tra i compagni di squadra che emerge come elemento imprescindibile per raggiungere grandi risultati e che ancora unisce in un legame indissolubile i protagonisti di quella stagione, anche se molti di loro hanno ormai appeso gli scarpini al chiodo, l'impegno dentro e fuori dal campo, la quasi ossessiva concentrazione sui più minimi particolari, la paura di veder scivolare via tutto per una serie di banali errori e infine la gioia di conquistare il titolo sul campo degli odiati rivali del Tottenham e la definitiva consacrazione avvenuta in casa, nel mai dimenticato impianto di Highbury, contro il Leicester. Dai racconti dei veterani, come Martin Keown e Ray Parlour, destinati a giocare poco ma a fornire un importante contributo in termini di esperienza, si passa alle giovani stelle dell'Arsenal di quel periodo: Thierry Henry, che a tutt'oggi detiene il record di marcature del club, Gilberto Silva e Patrick Vieira, coloro che tenevano ben salde le chiavi del centrocampo, Robert Pires e Freddie Ljungberg, le due ali terribili sempre pronti a veloci scorribande nelle aree avversarie per imbeccare i compagni con splendidi cross precisi al millimetro, oppure Mr. Class Dennis Bergkamp, ogni suo tocco al pallone era praticamente una lezione di calcio, fino ad arrivare al recente passato del club con un sofferto cambio generazionale, presunte nuove legende che hanno tradito le aspettative (non solo sportivamente parlando) e lo spiraglio di una rinascita confermato dalla vittoria della FA Cup del 2014 dopo ben nove anni di digiuno (successo bissato l'anno successivo ma di cui nel libro non si parla perché dato alle stampe diverso tempo prima) e un doloroso trasloco dall'amato Highbury al modernissimo Emirates Stadium.
Sol Campbell, Freddie Ljungberg, Thierry Henry, Dennis Bergkamp e Robert Pires
Ogni parola, ogni racconto, legati insieme dal commento sempre preciso della Lawrence, agisce come lente d'ingrandimento dando così la possibilità di approfondire la storia da più punti di vista e costruire un racconto corale che guadagna in profondità ed emozione, perché per quanto possa sembrare assurdo, anche se si parla di una palla che rotola da una parte all'altra di un rettangolo d'erba ciò che traspare con assoluta chiarezza sono i mille sacrifici, le difficoltà affrontate, la voglia di portare a conclusione qualcosa di grande, di fregiarsi non solo di un prestigioso titolo sportivo ma di farlo nel modo migliore e più stupefacente possibile, con le preoccupazioni e i dolori che solo le grandi imprese sportive sanno instillare negli uomini di sport e nei semplici tifosi. Inoltre ripercorrere la galleria di nomi di vere e proprie leggende del club non può che far sgorgare una lacrimuccia negli occhi di ogni Gooner che si rispetti, vecchio appassionato o nuovo che sia; ma oltre al lato più emozionale non si lesina certo in accurate descrizioni di partite, tecniche di allenamento e le svariate novità, anche in campo medico e nutrizionale, introdotte da Wenger e dalla dirigenza del club e che hanno permesso all'Arsenal di affermarsi non solo in Inghilterra ma anche a livello europeo come esempio di un bel gioco fluido e spettacolare.
Highbury, ultima giornata di campionato
È un libro che non nega niente, che esalta i meriti e non nasconde i difetti, gli sbagli, come una Champions League ingenuamente buttata via o certi cali di rendimento che hanno portato, ad esempio, ad un'eliminazione in semi-finale di FA Cup (la Coppa d'Inghilterra) ad opera dei rivali di sempre del Manchester United, coloro che solo un anno più tardi interromperanno la striscia strabiliante di partite giocate senza subire nessuna sconfitta all'ironico e quasi beffardo numero di 49, episodio che sembra simbolizzare al meglio l'anima e la storia di una squadra capace di realizzare imprese impossibili, rimonte assurde, per poi perdere tutto, o quasi, in pochi e deliranti momenti di follia; ma essere un tifoso dell'Arsenal probabilmente significa accettare insieme allo spettacolo e all'euforia anche cocenti delusioni, o, per chiosare il già citato Nick Hornby, scendere a patti con il fatto di "amare ciò che il resto del mondo considera fondamentalmente indegno d'amore". È lo stile Arsenal, nel bene e nel male, dentro e fuori dal campo, che viene sintetizzato alla perfezione dallo stesso manager Arsène Wenger nelle battute finali del libro:
"There is something special here that coincides with how I feel a football club shoudl behave. I still believe, even if we have frustrated our fans in recent years by not winning the Championship or the Champions League or the FA Cup, that somewhere people respect that deeply [...] It's about a trophy but also about history and values."
Arsène Wenger
Ovviamente Invincible deve essere considerato come un libro di settore, rivolto principalmente agli appassionati di calcio e soprattutto dell'Arsenal perché è difficile per chi non apprezzi il calcio o magari non abbia un'infarinatura sulla Premier League e, ancora meglio, sulla storia dell'Arsenal trovare godibile questo libro, ma è comunque possibile soddisfare quel lettore che non disdegni fare qualche ricerca per i fatti propri e che apprezzi le buone storie di sport, di quelle che coinvolgono e mostrano, nonostante i tantissimi detrattori e coloro che si prodigano per sottolinearne esclusivamente le storture, quanto il calcio possa significare per tutti gli appassionati di uno sport certamente capace di veicolare grandi e soprattutto sane emozioni. 

2 commenti:

  1. "però si concentra esclusivamente sulla stagione precedente alla mia prima da tifosa" e quanto è da noi questa cosa eh? Va beh...non ti dico niente, tranne ti capisco e condivido ogni sana emozione (e insano sclero, e calendario alato...ecc ecc)

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    1. Se consideri che non vincono il campionato da allora, forse due domande dovrei farmele, vabbè.... ci toccano i calendari!

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