mercoledì 1 giugno 2016

Let's talk about books: SOSTIENE PEREIRA

TITOLO: Sostiene Pereira
AUTORE: Antonio Tabucchi
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1994
CASA ED.: Feltrinelli
"E di me cosa resterebbe?, chiese Pereira, io sono quello che sono, con i miei ricordi, con la mia vita trascorsa, le memorie di Coimbra e di mia moglie, una vita passata a fare il cronista in un grande giornale, di me cosa resterebbe? L'elaborazione del lutto, disse il dottor Cardoso, è un'espressione freudiana, mi scusi, io sono un sincretista e ho pescato un po' di qua e un po' di là, ma lei ha bisogno di elaborare un lutto, ha bisogno di dire addio alla sua vita passata, ha bisogno di vivere nel presente, un uomo non può vivere come lei, dottor Pereira, pensando solo al passato. E le mie memorie, chiese Pereira, e quello che ho vissuto? Sarebbero solo una memoria, rispose il dottor Cardoso, ma non invaderebbero in maniera così prepotente il suo presente, lei vive proiettato nel passato, lei è qui come se fosse a Coimbra trent'anni fa e sua moglie fosse ancora viva, se lei continua così diventerà una sorta di feticista dei ricordi, magari si metterà a parlare con la fotografia di sua moglie."
Chi è Pereira? Pereira è un uomo anziano, direttore della pagina culturale di un giornale di Lisbona, in costante lotta con i chili di troppo e con un cuore non più tanto affidabile che inizia a fare degli scherzi. Un uomo che sembra non aver niente di nuovo da chiedere alla vita e che ama cullarsi nel nostalgico ricordo di un passato ormai perduto. È vedovo ma ciò non lo ferma dal continuare a dialogare con l’amata moglie, o meglio a scambiare univoche riflessioni con il ritratto di lei, figurina ormai sbiadita dei tempi felici che furono. Pereira si ritrova spesso a sognare la sua gioventù, quando era solo uno studente dell’università di Coimbra, era giovane e snello e soprattutto aveva ancora tutta la vita davanti e l’opportunità di lasciare un segno, anche attraverso i suoi apprezzati articoli di cronaca, quando ancora il regime e la censura della dittatura di Salazar non erano apparsi ad oscurare l’orizzonte della nazione portoghese. 
Nel 1938 le cose sono molto diverse, come il Portogallo si rifiuta di vedere il regime dittatoriale ormai in atto, così Pereira si rifugia nella redazione, distaccamento cultura, del giornale pomeridiano Lisboa: una piccola stanzetta in un anonimo palazzo, luogo sicuro e di conforto per il Signor Pereira che guarda al mondo là fuori con occhi ciechi e che preferisce tradurre in tutta tranquillità i racconti dei suoi amati autori francesi. La vita scorre semplice, ripetitiva, ignara persino di quanto succede nella vicina Spagna, dove si combatte la guerra civile che segnerà sfortunatamente l’ascesa del generale Francisco Franco. L’importante è rifugiarsi nel passato, nella consolazione che solo autori morti e sepolti da secoli possono dare, guardare indietro per evitare di guardare avanti, verso un presente e un futuro che persino inconsapevolmente fanno paura.
Antonio Tabucchi
Ma la vita, il caso, il destino, gli dei come li chiamava Pessoa, non ci mettono molto a giocarci un tiro mancino e metterci davanti all’inevitabilità dei fatti, a prenderci a schiaffi per la nostra indolenza. Per un uomo di cultura ormai anziano che usa tale sapienza solo per nasconderci la testa come farebbe uno struzzo con la sabbia; così per un giovane di belle speranze, neo laureato, cultura e pensiero devono tendere ad un unico fine: risvegliare le coscienze e soprattutto aiutare le persone ad utilizzare il passato per leggere il presente, per evitare di ricadere sempre negli stessi errori. Monteiro Rossi irrompe nella vita di Pereira quasi per caso, un segmento della sua tesi di laurea in filosofia viene pubblicato su un quotidiano e Pereira, fervente cattolico, sempre sensibile ai temi che riguardano l’anima e la resurrezione, rimane colpito dalla riflessione profonda che il giovane fa sulla morte. Pensa di aver trovato il collaboratore perfetto per occuparsi della stesura dei cosiddetti “coccodrilli”, necrologi su uomini illustri preparati anzitempo, giusto per non farsi cogliere impreparati quando il luttuoso evento avrà luogo. Tuttavia il sodalizio non è tutto rose e fiori, Monteiro Rossi non sembra poi così interessato a parlare di morte, vorrebbe invece discutere sulla vita, e quando cerca di accontentare Pereira presentandogli un necrologio questi sono tutti ritenuti impubblicabili dall’anziano giornalista perché potrebbero essere giudicati sediziosi secondo le logiche di regime, infatti ogni articolo per il giovane è occasione per traslare l’operato dell’illustre artista di cui scrive e lanciarsi in un’aspra e sprezzante analisi del suo presente: se D’Annunzio viene giudicato per la sua vicinanza agli ideali fascisti, ideali che si riscontrano tal quali anche nella dittatura di Salazar, il necrologio di Majakovskij è invece l’occasione per presentare un uomo di cultura tradito dal regime bolscevico e costretto al suicidio pur di non abiurare alle proprie idee. Ogni volta che Pereira chiede un’analisi scevra di ogni connotazione politica, asettica, di un uomo di cultura e della sua opera, Monteiro Rossi non può fare a meno di inserire una critica, un pensiero personale, un’analisi ardita per quei tempi difficili. 
Un'immagine del film tratto dal romanzo,
Pereira è interpretato da Marcello Mastroianni.
Pereira avrebbe tutte le ragioni per licenziare il ragazzo, eppure non lo fa, anzi continua a pagargli lo stipendio e a riporre in una cartellina tutti i suoi articoli. Il gesto che per Pereira ha motivazioni inspiegabili è invece il primo segno di un risveglio della coscienza. Il vecchio signore che pensa di non poter dire più nulla perché ha detto tutto, scopre invece di avere ancora una voce e la possibilità di sfruttarla per aprire occhi e menti. La sua vita fatta di gesti ripetuti e da affermazioni insindacabili, come sottolinea la costante ripetizione del verbo “sostiene” nel corso di tutta la narrazione, si sta sgretolando, la torre d’avorio in cui si era rifugiato in compagnia dei suoi autori francesi e del suo vocabolario Larousse, si scopre avere fondamenta di sale che vengono prontamente spazzate via dalla marea di un’anima che risorge a nuova vita. Sostiene Pereira è infatti un meraviglioso e potente canto sulla libertà, non solo quella fisica, ma anche e soprattutto morale e culturale. La libertà di parlare di qualunque autore si voglia, la libertà di esser critici, la libertà di stampa, la libertà di interpretare, insomma la libertà di esperire tutte quelle funzioni a cui per prime vengono tarpate le ali all’instaurarsi di un regime dittatoriale. È significativo che a portare avanti un’impari ma necessaria lotta contro la dittatura non sia il giovane Monteiro Rossi ma l’anziano e cardiopatico Pereira a dimostrazione che, volendo seguire la teoria della confederazione delle anime esposta dal Dott. Cardoso, non è mai troppo tardi per dare ascolto a quell’anima combattiva e che ha sete di giustizia che alberga in ognuno di noi ma che troppo spesso viene zittita da quella codarda che preferirebbe voltare lo sguardo da un'altra parte. 
La routine di Pereira fatta di visite alla redazione, limonate e omelette alle erbe, simboli di una vita portata avanti con stanchezza tanto quanto il proprio pesante corpo, si stravolge, fino al doloroso e clamoroso epilogo: aver visto con i propri occhi quali siano i metodi della polizia di regime portano Pereira ad un’azione impensabile per il Pereira timido e pauroso che ad inizio della narrazione si trascinava per le vie di un’afosa Lisbona. Pubblicare il necrologio del giovane Monteiro Rossi barbaramente ucciso dagli sgherri della dittatura rappresenta la finale e decisa rinascita morale di Pereira che finalmente sostiene, metaforicamente puntando bene a terra i propri piedi, il suo diritto ad essere libero. 
I classici tram di Lisbona.
Il breve ma denso romanzo di Tabucchi, scrittore italiano che ha fatto del Portogallo la sua seconda patria, sebbene ci racconti di un evento passato, ormai lontano nel tempo, riesce ancora, come solo la buona letteratura sa e deve fare, a mandarci il suo messaggio forte e chiaro: la cultura non è materia morta, non deve solo essere sfoggiata come si farebbe con un abito costoso, ma deve essere l’obiettivo ottico attraverso cui analizzare il presente e costruire un futuro che non si perda continuamente negli stessi errori, se la storia è un ingranaggio che rigira su se stesso la cultura deve essere quel cuneo che lo ferma e che ne fa invertire il percorso. Per fare questo, per essere menti pensanti e non solo stanchi e flaccidi corpi che si trascinano a desta e a manca, non ci sono limiti d’età. Per iniziare a fare ciò che è giusto, per dare ascolto alla propria coscienza e sostenere a piena voce di esistere e resistere c’è sempre tempo, ci insegna Pereira.

Dal romanzo di Antonio Tabucchi è stato tratto un bel film con Marcello Mastroianni nel ruolo di Pereira e che consiglio assolutamente di vedere.

4 commenti:

  1. L'ho sentito nominare un centinaio di volte e non l'ho mai letto. Mi riprometto sempre di farlo e poi non lo faccio mai. Quindi per non dimenticarlo di nuovo, lo aggiungo immeditamente alla mia TBR e mi bookmarko la recensione che tornerò a leggere poi, non voglio spoilerarmi! ♥

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    1. Anche io sai, mi sono decisa dopo aver letto Treno di notte per Lisbona che con Sostiene Pereira non c'entra nulla a parte la città in cui è ambientata la storia. Ma ormai sono praticamente caduta in un vortice ahaha sto anche leggendo Il libro dell'inquietudine!
      Comunque consigliato, però appunto leggi la rec una volta terminata la lettura che comunque non ti impegnerà molto, il libro è molto breve.

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  2. *aggiunge Treno di notte per Lisbona alla TBR*
    Anche questo è ambientato prima/dopo la WWII?

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    1. Dopo, è ambientato ai giorni nostri ma ci sono flashback del periodo della dittatura in Portogallo. E anche di questo libro ho scritto una recensione, ma leggila dopo aver letto il romanzo ;)

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