tag:blogger.com,1999:blog-46243731664271341082024-02-22T17:08:03.946+01:00 A fox among the booksPensieri sparsi su libri da prendere (poco) sul serio.Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.comBlogger52125tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-55064907854142981152018-05-12T11:30:00.000+02:002018-05-28T21:17:32.132+02:00Let's talk about books: FIRENZE MARE <div style="text-align: justify;">
TITOLO: Firenze Mare</div>
<div style="text-align: justify;">
AUTORE: Simone Innocenti</div>
<div style="text-align: justify;">
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 6 dicembre 2017</div>
<div style="text-align: justify;">
CASA ED.: Giulio Perrone Editore</div>
<div style="text-align: justify;">
N. PAGINE: 160</div>
<div style="text-align: justify;">
PREZZO: 12€</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>"E Firenze proprio questo ha di bello, che ci trovi universi indomiti e marosi improvvisi: non puoi fare altro che assecondarla, questa onda che ti spinge. Ti spinge fino a quando non capisci che l'onda non è una semplice onda, ma il moto lento, la nenia di un tempo, la culla che veglia. È questo il mare, quello odoroso e colorato, quello dei locali e dei musei, quello delle viuzze e delle piazze, quello che gioca a nascondino col giorno e con la notte, che ha visto tutto. Tutto di tutti."</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtGAf1dK3kWxKjDaVQBnrzaFLMHWYadkET6m8R6RtC3ray3HEFN7126vwCeLYwfKW6CkOgN4UAcuT56np290M31QYmX13GKJCKJGNLbM8hMb0oVMYtK4OTj6BCLOU_1DhK0xZetu05AHc/s1600/9788860044532_0_0_0_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1559" data-original-width="1001" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtGAf1dK3kWxKjDaVQBnrzaFLMHWYadkET6m8R6RtC3ray3HEFN7126vwCeLYwfKW6CkOgN4UAcuT56np290M31QYmX13GKJCKJGNLbM8hMb0oVMYtK4OTj6BCLOU_1DhK0xZetu05AHc/s320/9788860044532_0_0_0_75.jpg" width="205" /></a>Pubblicato dalla casa editrice <i>Giulio Perrone Editore</i>, <i>Firenze Mare</i> fa parte della collana "<i>passaggi di dogana</i>" che presenta delle brevi monografie dedicate a luoghi simbolo della letteratura, dell'arte e della storia. </div>
<div style="text-align: justify;">
In questo volume, scritto da <i>Simone Innocenti</i>, scrittore e giornalista del Corriere Fiorentino, già il titolo e la prima frase ne attestano la particolarità, infatti si asserisce con sicurezza che "Firenze è una città di mare", adesso chiunque conosca anche solo vagamente la cartina dell'Italia e della Toscana in particolare, sa perfettamente come la precedente affermazione sia clamorosamente errata, eppure a lettura ultimata non è possibile fare altro che dare ragione al suo autore, con qualche riserva magari, ma la sua analisi in una certa prospettiva non risulta per nulla errata.</div>
<div style="text-align: justify;">
Infatti Firenze è metaforicamente una città di mare, lo è per davvero, un mare che prima di tutto non è fatto di acqua salata, ma dolce, cioè l'acqua del fiume Arno che percorre tutta la città, la taglia, la divide ma la unisce anche, grazie ai numerosi ponti che collegano le "isole" di cui la città sembra essere composta, ognuna con le proprie caratteristiche, profumi e peculiarità. Ma il mare di Firenze non è fatto di sola acqua, dolce o salata che sia, infatti il capoluogo toscano è anche un "mare di suoni", di grida, e come ci ricorda l'autore stesso: </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
"<i>Firenze: questa città polifonica dove anche berciare ha la sua funzione. Si grida mica per alzare la voce, ma come per dire "terra", per dire che per primi si è avvistato qualcosa. Si urla per essere scalmanati, per annunciare qualcosa di leggendario. Si alza la voce come quando al mare si alza la sabbia, un po' per gioco e un po' perché è bello.</i>"</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Firenze è stata ed è anche un vero e proprio "porto di mare", città che ha visto passare grandi artisti, scrittori e intellettuali, che è stata culla del Rinascimento e che per lungo tempo ha detenuto il ruolo di centro culturale italiano.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitE3mXjtu_e0SZhwWJgjyJfq4cYpikXzW_JrIb1MenDg5B-uHpC9u5qEHGuRCfpFayXln6t4prKDwlFQZNZf17sr7KM7JOHoPRTECPVSlGhu3Nd5_IxV5a9VCR_pLruZV0p84U-BFN1-k/s1600/Ponte_Vecchio_FI.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitE3mXjtu_e0SZhwWJgjyJfq4cYpikXzW_JrIb1MenDg5B-uHpC9u5qEHGuRCfpFayXln6t4prKDwlFQZNZf17sr7KM7JOHoPRTECPVSlGhu3Nd5_IxV5a9VCR_pLruZV0p84U-BFN1-k/s320/Ponte_Vecchio_FI.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Ponte Vecchio, fonte <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/File:Ponte_Vecchio_FI.JPG" target="_blank">Wikipedia</a>.</span></td></tr>
</tbody></table>
La vivacità artistica e intellettuale di Firenze può essere rintracciata in ogni angolo della città come ci fa notare Innocenti, rimanendo persino in tema "mare", è infatti possibile affermare che Firenze è come una grande conchiglia ricolma di innumerevoli perle, anzi tracce del mare ideale che bagna la città toscana si rinvengono ovunque, ad esempio nella Cappella Pazzi a Santa Croce sono presenti sculture a forma di conchiglie e delfini e in uno dei quadri più famosi della Galleria degli Uffizi, "La Nascita di Venere" di Sandro Botticelli, dove la dea greca solca il mare proprio su una conchiglia. Questi dettagli significativi non sfuggono all'autore, che anzi annota un'altra caratteristica di Firenze: il grande fervore culturale dei caffè fiorentini, centri nevralgici fondamentali per lo sviluppo delle varie riviste letterarie dei primi del '900, tra il mare di tavolini e tazzine colme di caffè Firenze ha visto operare il meglio della cultura italiana (ma non solo), viene citato un numero impressionante di nomi che a stilarne un elenco probabilmente non finirebbe più, da Landolfi a Palazzeschi, da Ottone Rosai a Mario Luzi. Oggi i caffè sono stati sostituiti da numerose librerie che sono divenute dei veri e propri centri di diffusione della cultura. </div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgj1cg-VgYysX2SifoX6RgLRTqr5jNhCuwDaKAWC3k_Sjq684Sr262bycv8EoUvrp6zPKe5gkqv4xk4ogFvFJ6f8-UfCeA7aQlYxBW6zPK8Kcs-bhgJ7CsejJxNFWhBTdg7nbRITiR_dHE/s1600/800px-Uffizi_Gallery%252C_Florence.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="800" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgj1cg-VgYysX2SifoX6RgLRTqr5jNhCuwDaKAWC3k_Sjq684Sr262bycv8EoUvrp6zPKe5gkqv4xk4ogFvFJ6f8-UfCeA7aQlYxBW6zPK8Kcs-bhgJ7CsejJxNFWhBTdg7nbRITiR_dHE/s320/800px-Uffizi_Gallery%252C_Florence.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Galleria degli Uffizi, fonte <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/File:Uffizi_Gallery,_Florence.jpg" target="_blank">Wikipedia</a>.</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Firenze però non è solo mare benevolo, placido, azzurro e piatto, è anche mare in tempesta e ben ce lo ricorda la disastrosa alluvione del 4 novembre del 1966 che ricoprì gran parte della città di fango; ma anche nella tragedia Innocenti non manca di segnalare qualcosa di positivo: la forza di volontà dei fiorentini che come diligenti marinai si sono rimboccati le maniche e hanno combattuto contro quella burrasca di mare fangoso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Di Firenze non vengono citate e prese in esame solo le "isole" centrali, i quartieri affollati di turisti, ma si menzionano anche le sue isole più lontane e meno note, ovvero le periferie. Negli ultimi anni infatti il centro si è svuotato e le zone periferiche si sono ripopolate; ma le periferie fiorentine secondo Innocenti sono soprattutto:</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"Memoria di mare, anche qua. Un mare di periferia che pare fatto di acqua sacra e consacrata. le periferie fiorentine, negli ultimi anni, sono periferie di fede."</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
con parrocchie e preti, tanti anche qui i nomi citati, che operano, si occupano e si preoccupano del territorio e della sua popolazione.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcXi48YnB1fc93tUgtOoM3uAr69EHUJQhMGkxRkFxF33GnaIrkxLX3TGLMw-dqzwkuab5m4xEopnwC-Kk1CDeCyt0q1Hrl6d3txk24U1CeMCuvkvcPNirUqJuNpmWlFfg8t7a5-Phf7oE/s1600/800px-Fontana_del_Nettuno_%2528Florence%2529_2_2013_February.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="800" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcXi48YnB1fc93tUgtOoM3uAr69EHUJQhMGkxRkFxF33GnaIrkxLX3TGLMw-dqzwkuab5m4xEopnwC-Kk1CDeCyt0q1Hrl6d3txk24U1CeMCuvkvcPNirUqJuNpmWlFfg8t7a5-Phf7oE/s320/800px-Fontana_del_Nettuno_%2528Florence%2529_2_2013_February.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Fontana del Nettuno, fonte <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/File:Fontana_del_Nettuno_(Florence)_2_2013_February.jpg" target="_blank">Wikipedia</a>.</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Firenze è dunque circondata da questo mare metaforico che tutto avvolge, nel bene e nel male: un mare di gente, un mare di tetti quando la città la si osserva dall'alto, di scrittori, piazze, monumenti, vite, cultura, storia e storie.</div>
<div style="text-align: justify;">
È qui che il racconto di Firenze Mare si fa coinvolgente, un po' meno forse quando l'autore tenta di uscire dalla metafora per presentare Firenze come se il mare l'avesse per davvero. Ci sono certe atmosfere, certi caratteri, certe condizioni d'essere, profumi e rumori che appartengono per forza di cose esclusivamente alle città che si affacciano realmente sulla vasta distesa d'acqua salata, ad esempio Napoli e Milano sono differenti per tante cose e una differenza è la presenza o meno di uno sbocco sul mare. Tutto questo, per la sua realtà geografica, manca a Firenze. Chi scrive questo blog è nata e cresciuta su un'isola, dunque totalmente circondata dal mare, ed è difficile riuscire a vedere in Firenze una certa affinità con le città di mare vere e proprie. Tuttavia, come detto in precedenza, quando non si ricerca un mare reale ma lo si rende uno spazio concettuale allora la narrazione di Innocenti si fa originale e interessante e non è difficile credere alle sue parole:</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"È tutto mare, da queste parti. Segni di mare, consistenza di mare, viaggio di mare, mal di mare, donne di mare e scrittori di mare. È l'Arno il mare di Firenze e delle sue mille isole. È l'Arno che cattura, ispira, schifa, stordisce, rapisce e giustifica, È la sua acqua che è sempre uguale e sempre diversa. È Firenze. Firenze mare."</i></blockquote>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfl3t_p2pOq5NVRvdiRdpIFu6wggOLzwk_w3-u8XNcdz30E3jjJZadxjrHDSnjCiTeavmczx2Ul-VjzEte0xllNvBS7WNGI2gT06iAlBJU513Y5WkGj5LQDnCIsobcI9iNY46oJlBxXFM/s1600/Firenze_-_Piazzale_Michelangelo%252C_Firenze%252C_Italy_-_April_6%252C_2015_02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="534" data-original-width="800" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfl3t_p2pOq5NVRvdiRdpIFu6wggOLzwk_w3-u8XNcdz30E3jjJZadxjrHDSnjCiTeavmczx2Ul-VjzEte0xllNvBS7WNGI2gT06iAlBJU513Y5WkGj5LQDnCIsobcI9iNY46oJlBxXFM/s320/Firenze_-_Piazzale_Michelangelo%252C_Firenze%252C_Italy_-_April_6%252C_2015_02.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Veduta di Firenze, fonte <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/File:Firenze_-_Piazzale_Michelangelo,_Firenze,_Italy_-_April_6,_2015_02.jpg" target="_blank">Wikipedia</a>.</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">Il pdf del libro mi è stato gentilmente inviato dalla casa editrice.</span> </div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-23744057552527055892018-05-10T16:06:00.000+02:002018-05-28T21:37:11.688+02:00Let's talk about books: I FRATELLI KARAMAZOV <div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO</u>: I fratelli Karamazov</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO ORIGINALE</u>: Brat'ja Karamazovy</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>AUTORE</u>: Fëdor Dostoevskij</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: dicembre 2015</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>CASA ED.</u>: Feltrinelli</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>«In effetti a volte si parla della crudeltà "animalesca" dell'uomo, ma è una cosa terribilmente ingiusta e offensiva nei confronti degli animali: l'animale non può mai essere tanto crudele quanto l'uomo, tanto artisticamente, tanto artatamente crudele. La tigre si limita ad azzannare, a scannare, e solo questo sa fare. Non le passerebbe nemmeno per la testa di inchiodare la gente per le orecchie, coi chiodi, per tutta una notte, nemmeno se fosse capace di farlo.»</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDdX-lNi6RlwVPIoyP4mf9f4t96S2h16IVLy_1580t2xNss57hd7F1sNDfjXH8NUrpgUz8u0-D4VEBKOt9-bM-xeIBfT4Pabo-WhX0DK6-JQLHE7PtMD_VLq2xey1_nrN7SYtFG7NIIaQ/s1600/4158254_284740.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="626" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDdX-lNi6RlwVPIoyP4mf9f4t96S2h16IVLy_1580t2xNss57hd7F1sNDfjXH8NUrpgUz8u0-D4VEBKOt9-bM-xeIBfT4Pabo-WhX0DK6-JQLHE7PtMD_VLq2xey1_nrN7SYtFG7NIIaQ/s320/4158254_284740.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Copertina dell'edizione Feltrinelli.</span></td></tr>
</tbody></table>
I fratelli Karamazov è l'ultimo romanzo di Dostoevskij, portato a termine poco prima della morte dello scrittore, venne pubblicato a puntate su "Il Messaggero Russo" e successivamente in volume unico. La prima edizione russa risale al 1879, mentre l'opera sarà tradotta in italiano e pubblicata solamente quarantasette anni più tardi, nel 1926. </div>
<div style="text-align: justify;">
È considerata l'opera fondamentale di Dostoevskij e avrebbe dovuto rappresentare il primo romanzo di una serie il cui protagonista principale sarebbe dovuto essere Aleksej, il minore dei tre (o meglio quattro?) fratelli.</div>
<div style="text-align: justify;">
Siamo di fronte a un'opera monumentale, non solo per la sua imponente mole, ma perché tra le sue pagine è possibile trovare il mondo intero analizzato in ogni sua più piccola sfaccettatura, è infatti una potente analisi filosofica, etica e morale dell'umanità, l'oggetto "uomo" viene dissezionato e scandagliato nel profondo, fin dentro il suo animo.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
L'uccisione del padre, il processo che ne segue e la condanna di uno dei figli del vecchio Karamazov è la struttura su cui Dostoevskij costruisce un grandioso palcoscenico in cui si incontrano e scontrano fede, dubbio, ragione, passione e libero arbitrio. A rappresentare questa "lotta tra titani" le figure dei tre fratelli legittimi Dmitrij, Ivan e Aleksej e del figlio illegittimo Smerdjakov.</div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG41xTYG1TPwkn-92nKyQuHbM3zA_a-81pT8u-bkMAPb1-JTzg2wmn8VG6mT6aW2yvNIdnh1rUX3g1oNyFavsTEVFjQFbns7Viuz3eZtC9ZIO2Z9e9rLphWtvU9iMh87p_Vo6-tgadKlM/s1600/Dostoevsky-Brothers_Karamazov.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="299" data-original-width="249" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG41xTYG1TPwkn-92nKyQuHbM3zA_a-81pT8u-bkMAPb1-JTzg2wmn8VG6mT6aW2yvNIdnh1rUX3g1oNyFavsTEVFjQFbns7Viuz3eZtC9ZIO2Z9e9rLphWtvU9iMh87p_Vo6-tgadKlM/s1600/Dostoevsky-Brothers_Karamazov.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Prima pagine dell'edizione russa.</span></td></tr>
</tbody></table>
Ogni fratello rappresenta un aspetto ben preciso dell'animo umano, sono forse figure monolitiche, ma sono le pietre angolari necessarie affinché Dostoevskij possa dispiegare le proprie idee, critiche, riflessioni e punti di vista.<br />
Dmitrij, il figlio primogenito, abbandonato dalla madre e totalmente negletto dal padre, è stato cresciuto dal servo Grigorij e poi da lontani parenti materni. È lui a innescare l'intera vicenda quando ritorna a casa per pretendere la sua parte di eredità e poter così sposare Grushenka, di cui però è invaghito lo stesso patriarca di casa Karamazov. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dmitrij è sfrenato, incline alle passioni, amante dell'eccesso, rappresenta il lato "terreno" dell'uomo in tutta la sua prorompente corporeità, la necessità di denaro e l'amore carnale e passionale per Grushenka sono infatti i due motivi che lo spingono a tornare alla casa paterna e saranno anche le basi su cui in tribunale verrà costruito l'impianto accusatorio che lo indica come assassino del vecchio Fedor Pavlovic.<br />
Dmitrij si nutre dunque di emozioni subitanee, tanto forti quanto effimere, il suo stesso nome, Demetrio tradotto in italiano, ha un forte richiamo terreno, deriva infatti da Demetra, dea greca della terra, dei raccolti e delle messi. Il collegamento Dmitrij/Demetra rimanda alla citazione del Vangelo posta all'inizio del romanzo: "<i>In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano, caduto nella terra, non muore, allora resterà solo; ma se muore, allora darà grande frutto</i>". Quella di Dmitrij è un'umanità autentica, alla fine seppur innocente sembra quasi accettare la pena poiché "tutti sono colpevoli per tutto", proprio nel momento più disperato ritrova un senso di comunione con l'umanità, il chicco è morto e può finalmente dare frutto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyXoxk9rSHVb_LtxSlOm1uYIUcZtgLY3U7D9SjbTnJ1MMGRd7qJHKtyoPp3nyeO3VsU5VqkgbBlVqWXkpfaF8fr3MEtyj8oaararMtAKMiyfGtvFn0rsPvU49MorySa2IAwNcCqR1X-G8/s1600/Fedor_Dostoevskij.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyXoxk9rSHVb_LtxSlOm1uYIUcZtgLY3U7D9SjbTnJ1MMGRd7qJHKtyoPp3nyeO3VsU5VqkgbBlVqWXkpfaF8fr3MEtyj8oaararMtAKMiyfGtvFn0rsPvU49MorySa2IAwNcCqR1X-G8/s320/Fedor_Dostoevskij.jpg" width="246" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Ritratto di Dostoevskij.</span></td></tr>
</tbody></table>
Tutto questo non riesce a farlo Ivan, il fratello "mezzano", che rappresenta la parte razionale dell'umanità. Si professa ateo, tuttavia in lui si avverte sempre costante una continua ricerca di un contatto con il divino. Ivan è arguto, colto, interessato fino allo stremo alle questioni filosofiche e morali, la sua è però una filosofia "Karamaziana" cioè estrema seppur nella sua sconcertante lucidità. Riesce a dimostrare come nel mondo ogni cosa sia relativa, anche nel campo della religione, e a lui è infatti attribuito il capitolo più denso di significati, un capitolo che per la sua complessità è stato spesso proposto come un'opera a se stante, ovvero il capitolo quinto del quinto libro: <i>Il Grande Inquisitore</i>. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tuttavia pur sembrando cinico Ivan è tormentato dalla questione sull'esistenza o meno di Dio, una figura che ricerca ossessivamente ma che rifiuta poiché nel mondo esiste la sofferenza e finché essa esisterà per Ivan sarà impossibile credere all'esistenza di un'entità divina che viene definita misericordiosa, ma che sembra non volere fare nulla per porre fine alle sofferenze dell'umanità.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ivan è un uomo in continua lotta con se stesso, che cerca di stabilire e imporsi una rigida dottrina morale, a tratti sembra quasi volersi ergere egli stesso a demiurgo e divinità, elaborando la fatidica teoria del "tutto è permesso" che farà talmente tanta presa su Smerdjakov da farlo sentire autorizzato a uccidire il padre. La successiva confessione di Smerdjakov, che malato di epilessia morirà poco dopo, farà letteralmente impazzire il povero Ivan trovatosi faccia a faccia con le falle nella sua apparentemente perfetta dottrina morale.</div>
<div style="text-align: justify;">
A chiudere il quartetto dei fratelli c'è Aleksej che rappresenta la dimensione spirituale dell'uomo. Da sempre interessato alle questioni morali, ciò ha fatto sì che il più giovane dei fratelli sia un profondo conoscitore dell'animo umano. Aleksej è il personaggio più autentico e genuino dell'intero romanzo, queste sue caratteristiche lo elevano al di sopra di tutti e lo rendono il prototipo di essere umano a cui chiunque di noi vorrebbe somigliare, un uomo che non si piega all'ambizione, che non coltiva alcuna rivalità e non agisce con secondi fini. </div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglYD97VWXD7YJ6eOFj8U6nT4fvBWHcz61HwER0jg8VUjtydQyeXRjbLVXIG1aKn98nsM2tLxL5qKMA2FDiAw1XbAs2WKjoj5bx66YSDQZpw3yLVTWwXxo2QpGFz6D8vZXmdXlJLLAvvqk/s1600/locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="597" data-original-width="421" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglYD97VWXD7YJ6eOFj8U6nT4fvBWHcz61HwER0jg8VUjtydQyeXRjbLVXIG1aKn98nsM2tLxL5qKMA2FDiAw1XbAs2WKjoj5bx66YSDQZpw3yLVTWwXxo2QpGFz6D8vZXmdXlJLLAvvqk/s320/locandina.jpg" width="225" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Locandina del film tratto da I Fratelli Karamazov.</span></td></tr>
</tbody></table>
Aleksej è una forza positiva che si fa portavoce della Verità, come se il divino, non considerato dal "terreno" Dmitrij e dal "miscredente" Ivan, si esprimesse tramite la sua voce. Anche in Aleksej si fa viva la potenza del perdono e del senso di comunione con tutta l'umanità, è una potenza pura, fortemente veicolata dalla religione (Aleksej all'inizio del romanzo è un monaco).</div>
<div style="text-align: justify;">
In ultima analisi il racconto dei quattro fratelli Karamazov si polarizza verso due opposte direttive, entrambe con al centro lo scontro inevitabile e insolubile tra la figura del padre e quella del figlio: da una parte Aleksej e Dmitrij che giungono a una sorta di equilibrio, di pentimento e accettazione del sé; dall'altro Ivan e Smerdjakov che in questa lotta invece perdono loro stessi. </div>
<div style="text-align: justify;">
I fratelli Karamazov è un romanzo totale, che cattura e respinge allo stesso tempo il lettore, bisogna ingaggiare una lotta, superare l'apparente difficoltà della prosa di Dostoevskij e sprofondare nel romanzo, farsi chicco e "morire" al suo interno, e divenire così frutto per uscirne arricchiti una volta ultimata la lettura.</div>
<div style="text-align: justify;">
È un caposaldo della letteratura mondiale e non a caso, poiché è capace di mostrare e spiegare la vastità della natura umana, in questa prospettiva è quasi un miracolo che Dostoevskij sia riuscito a farlo in sole 1056 pagine!</div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-80959067719272995082017-09-20T11:00:00.000+02:002017-09-20T11:33:18.782+02:00Let's talk about books: CHIAMAMI COL TUO NOME<u style="text-align: justify;">TITOLO</u><span style="text-align: justify;">: Chiamami col tuo nome</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO ORIGINALE</u>: Call me by your name</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>AUTORE</u>: André Aciman</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 19 gennaio 2017 (prima ed. 23 gennaio 2007)</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>CASA ED.</u>: Guanda</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: right;">
<i>"Se ti ricordi tutto, volevo dirgli, e se sei davvero come me, allora domani prima di partire o quando sei pronto per chiudere la portiera del taxi e hai già salutato gli altri e non c'è più nulla da dire in questa vita, allora, una volta soltanto, girati verso di me, anche per scherzo, o perché ci hai ripensato, e, come avevi già fatto allora, guardami negli occhi, trattieni il mio sguardo, e chiamami col tuo nome."</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwg0bl_6hYRA57OO0dKvTvazctYulvuvDvdDPHAHp9cVKNCtmkd2VuMk-1qJjgpFRljUijF8daUa-w9NuxKdZ2gx1OJyVyhzh79ZXZ-l5kR9bCCl84ir9S_yp2ysLp9WB7b-1xjYHP7k4/s1600/41XATfho-1L.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="322" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwg0bl_6hYRA57OO0dKvTvazctYulvuvDvdDPHAHp9cVKNCtmkd2VuMk-1qJjgpFRljUijF8daUa-w9NuxKdZ2gx1OJyVyhzh79ZXZ-l5kR9bCCl84ir9S_yp2ysLp9WB7b-1xjYHP7k4/s320/41XATfho-1L.jpg" width="206" /></a>È mia abitudine quando un romanzo diventa un caso letterario o semplicemente è molto chiacchierato sui social, tenermene a debita distanza almeno fino a quando la marea montante non sarà passata in modo da potermi godere e valutare il libro per quello che è, senza lasciarmi influenzare, positivamente o negativamente, dal chiacchiericcio che gli si è creato intorno. Eppure non sempre riesco, a volte la curiosità ha la meglio, vince e mi lascio trascinare nella discussione del momento. </div>
<div style="text-align: justify;">
Questo è accaduto con <i>Chiamami col tuo nome</i>, romanzo di esordio di <i>André Aciman</i>, autore americano ma nato ad Alessandria d'Egitto. Il libro al momento è sulla bocca di tutti perché ne è stato tratto un film che in questo momento sta ancora girando per vari festival cinematografici e che purtroppo non ha ancora una distribuzione italiana. La trama è molto semplice: la storia è raccontata in prima persona da <i>Elio</i>, che all'epoca dei fatti narrati ha diciassette anni, ragazzo introverso e con la passione per la letteratura e la musica che è solito trascorrere le vacanze estive nella villa di famiglia sulla riviera ligure. La famiglia, il padre è uno stimato professore, è solita accogliere ogni anno uno studente straniero per permettergli di approfondire la lingua o lavorare ai propri progetti aiutati proprio dal padre di Elio. In una di queste estati arriva <i>Oliver</i>, ventiquattrenne americano, simpatico e spigliato che si fa subito ben volere da tutti, anche da Elio che nonostante sia solito considerare l'arrivo di questi studenti come poco più di una scocciatura, stavolta non può che rimanerne subito affascinato, questa fascinazione crescerà fino a trasformarsi in un amore molto profondo e sentito. Il romanzo, diviso in quattro parti, ci accompagna in questa storia d'amore e di scoperta che pur svolgendosi in poche settimane è destinata a lasciare un'impronta duratura, con esiti diversi, su entrambi i protagonisti.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBIqek9nsdTopYse1Qf5jfA4PLHF8sG1_0OVuM4FiEGQEM6jQZv0kRytIxpPbvShB8pxKyoli6eYb1j39eNNyHomQHXDWmCGl3esrVMHN4LpJeaJBt30i-fNIPqCNGVruBH2CPzBSE2zo/s1600/timothee+call+name.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1014" data-original-width="1500" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBIqek9nsdTopYse1Qf5jfA4PLHF8sG1_0OVuM4FiEGQEM6jQZv0kRytIxpPbvShB8pxKyoli6eYb1j39eNNyHomQHXDWmCGl3esrVMHN4LpJeaJBt30i-fNIPqCNGVruBH2CPzBSE2zo/s320/timothee+call+name.jpg" width="320" /></a>Elio e Oliver non potrebbero essere più diversi, il gap d'età e due caratteri diametralmente opposti, più introverso uno e più espansivo l'altro, fanno si che i due sembrino destinati a essere due galassie che non si incontreranno mai, ma in un gioco di equilibri ben dosati dall'autore, attraverso lo sguardo di Elio e il racconto delle sue sensazioni e sentimenti, scopriamo quanto peso possano giocare nella vita di ognuno di noi le maschere che portiamo: gli iniziali dubbi di Elio, l'apparente freddezza e noncuranza di Oliver, la profonda maturità del diciassettenne contro le paure e i dubbi di chi invece ha ben sette anni di più ma non sembra aver il coraggio di mostrarsi per quello che è. Le comuni origini ebraiche e le passioni che entrambi i giovani condividono riescono però a creare un terreno comune di scambio e di intesa, dando così ai due la possibilità di metter da parte ogni reticenza e parlar chiaro, soprattutto per merito di Elio, perché sebbene ci venga presentato come un ragazzo fondamentalmente timido e restio a parlare dei propri sentimenti agli altri, è lui che con coraggio confessa a Oliver cosa prova davvero, e Oliver, il ragazzo sorridente capace di farsi ben volere praticamente da chiunque, invece mostra che questa scorza "da duro" è solo sovrastruttura, è lui tra i due quello che sembra aver paura di questo sentimento che cresce ogni giorno di più, che lancia segnali intermittenti a un Elio sempre più confuso e amareggiato, e sarà lui che farà purtroppo in modo che questa storia che sembrava avere tutte le premesse per trasformarsi nell'amore della vita rimanga, come rimarca spesso lo stesso Elio, "<i>questa cosa che quasi non fu mai</i>", qualcosa di mai pienamente sbocciato. I due, dopo le due appassionate settimane trascorse insieme, dovranno dirsi addio ma non riusciranno mai a farlo completamente, nel corso degli anni si terranno in contatto, le loro vite si sfioreranno ancora, portandosi dietro il peso invisibile ma schiacciante di quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Infatti Oliver deciderà di sposarsi, aver figli e lasciare che la storia con Elio rimanga solo un lontano ricordo del passato, mentre per Elio il ricordo di Oliver diventerà la pietra di paragone per ogni relazione successiva, il ricordo e la nostalgia di quel che quasi non è stato si trasforma in un costante memento che trasforma ogni parola, ogni oggetto, ogni luogo in cui si è stati insieme in un simulacro da venerare, è come se Elio avesse disseminato tante piccole <i>madeleine</i> capaci, come accadeva a Proust, di evocare, seppur brevemente, attimi di pura felicità. È indicativo, ad esempio, come Elio ogni volta che si reca a <i>Roma</i>, dove i due hanno trascorso gli ultimi giorni insieme, non possa fare a meno di visitare e quasi salutare tutti i luoghi in cui lui e Oliver sono stati felici.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP3w1UW1EuZfSbIVTOvHxvix4GxPPOynDlXG3UVxpjD9NefnSBZIbrzQAdxS-fHt8RwiW2zfppPAxj96Oz9BVuMsYKs6zM_-THJzDY7aolsAcD3okbZsScuy4n_ZpNbRxsvnN0tEtd_fQ/s1600/DFwTGlAXcAECEbF.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="349" data-original-width="645" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP3w1UW1EuZfSbIVTOvHxvix4GxPPOynDlXG3UVxpjD9NefnSBZIbrzQAdxS-fHt8RwiW2zfppPAxj96Oz9BVuMsYKs6zM_-THJzDY7aolsAcD3okbZsScuy4n_ZpNbRxsvnN0tEtd_fQ/s320/DFwTGlAXcAECEbF.jpg" width="320" /></a>Il racconto fluisce attraverso piccoli quadri in cui le atmosfere, i luoghi e persino i profumi dell'estate italiana sembrano farsi quasi palpabili. Il racconto delle sensazioni, le speranze, i dolori e la gioia di Elio trasportano il tutto in una dimensione quasi atemporale, la loro storia è un punto fisso, inamovibile e dunque per questo perfetto, tutto ciò che gli sta attorno invece sente prepotentemente l'influsso del tempo che tutto corrode, è come se si viaggiasse su due piani temporali diversi, paralleli: uno, quello immutabile di quell'estate ligure, dell'amore e l'altro, quello del mondo reale e del ticchettio degli orologi che inesorabilmente marcano la distanza tra ciò che è stato e ciò che è, anche per questo la promessa di chiamarsi l'uno con il nome dell'altro, a voler testimoniare una perfetta mimesi tra i due, è possibile solo nel mondo senza tempo in cui la sospensione garantisce la possibilità di scindere Elio e Oliver da tutto quello che è a loro estraneo, dalla realtà esterna. Altrettanto parallele sembrano essere le stesse vite dei protagonisti una volta trascorsa l'estate, lo scarto tra il coraggio e la determinazione di Elio e il rintanarsi in un mondo eteronormato e forse più rassicurante di Oliver fanno da contraltare al tempo sospeso e allo scorrere veloce degli anni. Per questo l'incontro con cui si chiude il romanzo, quando Elio e Oliver si ritrovano vent'anni dopo in quella stessa casa che aveva visto nascere il loro amore, ha tutto il sapore delle cose perdute, come un vecchio libro lasciato a prendere polvere su uno scaffale. E ancora una volta l'unico che mantiene ancora un briciolo di stolida speranza è Elio, ad ogni modo il non detto rimarrà come un muro a dividere i due.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYVcPjsOwqdfxZo_111bdyFuuLRLo8qtRgWxoLgyTQja9QQNZ0Sa_0gp9bUIYSE1wkDqrg2N_9LA5DPnKYqUa1CzJYW9umnotSEyuZ1OhWQwAefXynEqjBDWENf_7tlao0q-CvR6s-sNY/s1600/98687.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="473" data-original-width="316" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYVcPjsOwqdfxZo_111bdyFuuLRLo8qtRgWxoLgyTQja9QQNZ0Sa_0gp9bUIYSE1wkDqrg2N_9LA5DPnKYqUa1CzJYW9umnotSEyuZ1OhWQwAefXynEqjBDWENf_7tlao0q-CvR6s-sNY/s320/98687.jpg" width="213" /></a>Il romanzo di Aciman non è comunque solo una bella storia d'amore, sebbene non a lieto fine, ma riesce a veicolare un messaggio a mio parere più importante: affrontando una tematica <i>lgbt</i> riesce a dimostrare come la paura che alcuni individui provano nei confronti di questa comunità sia sostanzialmente infondata, dove non potranno i ragionamenti a mente fredda (ad ogni modo sempre necessari) magari potranno far qualcosa i sentimenti, i libri e le storie ben raccontate, perché è praticamente impossibile non sentire quello che sentono i personaggi e non accorgersi quanto sia universale l'idea stessa dell'amore, viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ci innamoriamo tutti allo stesso modo, e le gioie e le delusioni che proviamo ci rallegrano o ci intristiscono nello stesso modo. Insomma l'amore non conosce, e non deve conoscere, alcuna differenza di genere o di orientamento sessuale, non c'è alcun giudizio infatti tra le pagine di Aciman e tra i pensieri dei personaggi, a testimoniarlo anche lo splendido discorso che il padre di Elio fa al ragazzo, uno degli spunti migliori del romanzo, spingendolo a non rinunciare o dimenticare quel che c'è stato tra lui e Oliver.</div>
<div style="text-align: justify;">
In conclusione <i>Chiamami col tuo nome</i> è un bel libro perché riesce a coniugare ottimamente una narrazione lieve, sfumata che subisce a tratti forti accelerazioni (forse non sempre necessarie) ma carica di emozioni a una tematica molto sentita e che soprattutto oggi deve essere approfondita e deve trovare sempre più spazio e affermazione. Adesso non rimane che attendere il film, sperando che riesca ad essere incisivo tanto quanto il suo corrispettivo cartaceo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-86931466371468270502017-09-18T11:00:00.000+02:002017-09-18T11:00:07.004+02:00Let's talk about books: GIULIANO<u style="text-align: justify;">TITOLO</u><span style="text-align: justify;">: Giuliano</span><br />
<div>
<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO ORIGINALE</u>: Julian</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>AUTORE</u>: Gore Vidal</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 26 gennaio 2017 (prima ed. 1964)</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>CASA ED.</u>: Fazi Editore</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: right;">
<i>Quando veniamo al mondo, ci tocca un posto nel tempo, </i><i>proprio come ci toccano due occhi: </i><i>e che siano deboli, forti, limpidi, o miopi, non ci è dato sceglierlo. </i><i>Ebbene, questa è davvero un'epoca miope e strabica. </i><i>Per fortuna, quando la maggioranza vede storto, </i><i>nessuno ci fa più caso - anzi, è la visione perfetta </i><i>ad essere giudicata anormale.</i></blockquote>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPqwPuTPTAdS22D7kQ4vLHvLplUyYFaiX0rFe0SeBFU3lKJpytv6DJM-Yjo-xDJ_jXIfSS89gxEdRuUr0aDzGxVsQbiRgbWLAoUqyY6Noi0Wv-62BLi1385xBuhtPDfU7Lg2qgbtEy3OA/s1600/Giuliano-Vidal.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1224" data-original-width="800" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPqwPuTPTAdS22D7kQ4vLHvLplUyYFaiX0rFe0SeBFU3lKJpytv6DJM-Yjo-xDJ_jXIfSS89gxEdRuUr0aDzGxVsQbiRgbWLAoUqyY6Noi0Wv-62BLi1385xBuhtPDfU7Lg2qgbtEy3OA/s320/Giuliano-Vidal.jpg" width="209" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">La copertina della nuova edizione Fazi.</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Quella di <i>Giuliano</i> è una figura quasi marginale, che difficilmente si può sentire nominare se viene chiesto di elencare i nomi di alcuni imperatori romani, il pensiero infatti corre soprattutto alle figure ben più note di Augusto, Nerone, Adriano o Marco Aurelio. La sua figura però si colloca in un momento particolare della storia romana ovvero in quel periodo in cui il <i>Cristianesimo</i> stava per finire di consolidare la sua egemonia e il suo potere, non sorprende dunque che quando l'imperatore decise di restaurare il culto degli dei e arginare così la marea cristiana che andava montando, nella speranza di vedere rifiorire l'età dell'oro dell'impero romano, si sia guadagnato a causa di ciò l'appellativo di "<i>apostata</i>", ovvero rinnegatore del proprio credo. Evidentemente la figura rivoluzionaria ma anche profondamente tragica di Giuliano deve aver ispirato una certa curiosità anche in <i>Gore Vidal</i>, che nel 1964, dopo anni di ricerche e duro lavoro, dà alle stampe il suo romanzo sulla vita di questo imperatore. Che il libro abbia richiesto una mole di lavoro non indifferente è d'obbligo puntualizzarlo, dato che lo stesso autore nell'introduzione prima e nella nota dopo, tiene molto a spiegare che sebbene siamo in presenza di un romanzo, di un testo narrativo che non si esime dall'adattare la realtà storica alla finzione romanzesca, tuttavia un ampio lavoro di ricerca delle fonti è stato svolto minuziosamente:, sono state infatti vagliate sia le opere scritte dallo stesso Giuliano ma anche i resoconti di <i>Ammiano Marcellino</i>, le orazioni di <i>Libanio</i> e di <i>Gregorio di Nazianzio</i>, fino ad arrivare alle analisi storiche relativamente più recenti di <i>Edward Gibbon</i>. Il corredo storico quindi è di tutto rispetto, ma Vidal non si accontenta e decide di rendere più autorevole la narrazione stessa utilizzando come personaggi due intellettuali dell'epoca in cui visse l'imperatore, infatti il romanzo si apre con uno scambio epistolare tra il già citato Libanio, che vorrebbe pubblicare una biografia di Giuliano ormai defunto da sedici anni, e <i>Prisco</i>, personaggio molto vicino all'imperatore e che ha dunque vissuto in prima persona molti degli avvenimenti narrati, inoltre è in possesso del carteggio personale di Giuliano che si compone di una raccolta delle <i>res gestae</i> dell'imperatore dettate a un segretario e un diario personale scritto invece di proprio pugno da Giuliano. </div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjED0i2HphKsViyGlaez07XHc_hcAW4bjVZfY57u5QqYNc_D0bG06kEIHiVl421jJZBwHdxzaBF3dDvJ2tRrXBM3Pewngo73Bjh58583hXMo2dQIr1kEb1xHYLU1qmEVf5k76kEh_0yHLY/s1600/gore_vidal_wide-4df9e3f7cb7375f18b65928386b31979686a4670.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="787" data-original-width="1400" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjED0i2HphKsViyGlaez07XHc_hcAW4bjVZfY57u5QqYNc_D0bG06kEIHiVl421jJZBwHdxzaBF3dDvJ2tRrXBM3Pewngo73Bjh58583hXMo2dQIr1kEb1xHYLU1qmEVf5k76kEh_0yHLY/s320/gore_vidal_wide-4df9e3f7cb7375f18b65928386b31979686a4670.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Gore Vidal</span></td></tr>
</tbody></table>
Dunque lettere, cronaca ufficiale e diario personale sono gli artifici narrativi di cui Vidal si serve per raccontarci la storia di Giuliano, tutto è narrato in prima persona ma dato che a scrivere sono ben tre personaggi diversi è possibile analizzare ed entrare dentro i fatti e gli avvenimenti da più prospettive, ovviamente sia Libanio che Prisco sono in sintonia con la visione e le idee di quello che è stato probabilmente l'imperatore più osteggiato di tutti, tuttavia la loro vicinanza ideologica si dipana su due sentieri paralleli, mentre il primo, infatti, vorrebbe portare avanti il lavoro iniziato da Giuliano, rispondendo criticamente attraverso la biografia dell'imperatore a tutti coloro che vorrebbero cancellarne la memoria; Prisco si dimostra invece più ancorato alla realtà, non rinnega di condividere gli ideali del defunto imperatore, tuttavia sa che il suo progetto era destinato a fallire già quando Giuliano era in vita, figurarsi adesso che l'imperatore è morto e il Cristianesimo ha perso il suo ultimo nemico. Dal racconto di meri fatti storici infatti il romanzo diventa un raffinato affresco dell'impero romano del IV secolo d.C., è un periodo storico complicato ma forse proprio per questo affascinante, l'impero non è più quello dei tempi di Augusto o di Traiano, le sue basi iniziano a traballare, dopotutto tra solo un altro centinaio di anni l'impero si sfalderà, la stessa casa imperiale che vede al governo i successori del grande <i>Costantino</i> è un coacervo di tradimenti, barbare uccisioni e continue lotte per il potere. Lo stesso Giuliano ne è rimasto vittima, la sua famiglia è stata praticamente eliminata da <i>Costanzo</i>, l'attuale imperatore, che troppo spaventato di perdere la corona decide di eliminare ogni possibile pretendente al trono, solo Giuliano e suo fratello <i>Gallo</i> vengono risparmiati in quanto bambini, ma la loro non sarà una vita semplice e tranquilla, dato che il solo fatto di essere imparentati con la casa reale fa sì che le loro vite siano in costante pericolo. Ma i problemi e i cambiamenti non si avvertono solo a livello politico o all'interno della casa reale, infatti il periodo successivo al regno di Costantino è fondamentale anche per il rafforzamento dell'egemonia cristiana, grazie proprio all'<i>editto di Milano</i> promulgato dal vincitore della <i>battaglia di Ponte Milvio</i> e alla grande capacità di organizzazione gerarchica che il Cristianesimo ha saputo velocemente darsi, hanno fatto sì che da religione apertamente osteggiata dall'Impero, il Cristianesimo diventasse una delle più praticate, andando a ribaltare il precedente stato delle cose, adesso sono i pagani ad essere in minoranza, anche se non effettivamente perseguitati. </div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirrxqtYIQix4OohYr2GQhHFbWTarSlIULKP6YGZqDCRZuDhC7w7pxSpKkUIiBrJv-w0UhlMKIQktuobvHC4JU2SceIsV4lqnRy5v3J6rp81ky3rXZLUYZM2ojuwYZkLAPvk-Uh4_l6Pws/s1600/IMPERATORE-GIULIANO-DETTO-APOSTATA.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="599" data-original-width="462" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirrxqtYIQix4OohYr2GQhHFbWTarSlIULKP6YGZqDCRZuDhC7w7pxSpKkUIiBrJv-w0UhlMKIQktuobvHC4JU2SceIsV4lqnRy5v3J6rp81ky3rXZLUYZM2ojuwYZkLAPvk-Uh4_l6Pws/s320/IMPERATORE-GIULIANO-DETTO-APOSTATA.jpg" width="246" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Busto dell'imperatore Giuliano.</span></td></tr>
</tbody></table>
In questa situazione storica e politica si inserisce la figura di Giuliano, figura tragica, che ha lottato con convinzione per i propri ideali ma che probabilmente non si è reso conto del mutato contesto sociale e storico. La sua lotta per restaurare gli antichi culti è profondamente sentita e percorre giustamente l'intera narrazione, a volte tratteggiato come un eroe della classicità, un nuovo <i>Achille</i>, del suo epigono greco condivide però una morte precoce e l'impossibilità di veder compiuto il proprio progetto: come Achille non vede la caduta di <i>Troia</i> così Giuliano non vedrà quella del Cristianesimo, ma lo scarto più importante sta nel fatto che, anche se l'eroe greco è morto, Troia è destinata a cadere, mentre così non sarà per il Cristianesimo, destinato invece a trionfare, l'ellenismo, gli dei e la cultura greca sembrano aver ricevuto il definitivo colpo di grazia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Anzi con i seguaci più tenaci del Cristianesimo, Giuliano sembra condividere molto, anche lui infatti si dimostra duro e spietato pur di riportare in vita gli dei ormai decaduti. A volte, come riconosce lo stesso Prisco, la volontà ferrea di Giuliano si traduce in cecità e in ingenuità, se persino Roma non è stata costruita in un giorno, di certo è quasi impossibile pensare di cambiare lo status quo con una rapida inversione, come se nulla fosse cambiato dai tempi di <i>Romolo</i>. Eppure è impossibile non sentire affetto per la figura di Giuliano, il merito va certamente anche a Gore Vidal che ha saputo esaltare il fatto storico e creare un personaggio sfaccettato, in cui luce e ombra si mescolano in un sapiente chiaroscuro, Giuliano infatti non è perfetto, sbaglia, si affretta, si fida di chi non dovrebbe fidarsi e a volte appare chiuso e bigotto tanto quanto i "<i>galilei</i>" che vuole sconfiggere, tuttavia la sua figura ispira anche rispetto, quello che ispirano tutte le figure di sognatori che si prefiggono un obiettivo, anche se questo appare irrealizzabile. Perché la parabola della vita di Giuliano è proprio questa: un individuo che nonostante le difficoltà accetta il fardello e tenta di fare ciò che ritiene giusto, nonostante tutti i pericoli che si dovranno affrontare, Giuliano accetta il cimento e lotta fino alla tragica morte avvenuta durante la campagna di Persia, che risulterà fallimentare, l'ultimo imperatore pagano muore e con lui anche il sogno, e qui un altro paragone con la cultura greca destinato a rimanere incompiuto, di proporsi al mondo come il nuovo <i>Alessandro Magno</i>, come un nuovo conquistatore destinato a compiere grandi imprese poiché protetto e benvoluto dagli dei, ma "<i>times are a-changin</i>'" canterà qualcuno moltissimi secoli più tardi, il tempo degli eroi è tramontato e gli dei sono caduti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma Giuliano sembra anche assurgere a simbolo dell'intero impero romano che va sempre più polarizzandosi verso i suoi estremi, occidente e oriente mostrano caratteri peculiari e profonde diversità, lo stesso imperatore ribadisce più volte di sentirsi più greco che romano e ciò è testimoniato anche dal suo amore e rispetto per l'ellenismo e il suo regno paradossalmente è più affine a quello della vicina Persia che a Roma. Sintomatico di questo decentramento del peso politico è il fatto che Giuliano, ma anche altri prima e dopo di lui, non vedrà mai <i>Roma</i>, nominalmente ancora capitale e centro nevralgico dell'impero, della <i>pars occidentalis </i>visiterà solo la <i>Gallia</i>, a testimonianza che gli equilibri sono ormai mutati, che sono le periferie dell'impero quelle capaci di apportare sostanziali mutamenti, di nominare o far decadere gli imperatori, con <i>Costantinopoli</i> che ormai è divenuta il centro nevralgico di tutte le operazioni, sia politiche che militari.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQj-s7aadWRjSvCxO18m_Xh8fhDS9ddNTzRBMJyErd7tqKd4nFjYVhYQ9oNCnseAK8XjMmtBuuM16dwoaY3sUqEd1AejQwOct7YaYHH6_tMLp2Z8UohNM6rMNYtyb8OgZaH9ZOsFC7JYc/s1600/Giuliano+Apostata+moneta.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="206" data-original-width="422" height="156" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQj-s7aadWRjSvCxO18m_Xh8fhDS9ddNTzRBMJyErd7tqKd4nFjYVhYQ9oNCnseAK8XjMmtBuuM16dwoaY3sUqEd1AejQwOct7YaYHH6_tMLp2Z8UohNM6rMNYtyb8OgZaH9ZOsFC7JYc/s320/Giuliano+Apostata+moneta.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Moneta dell'epoca di Giuliano l'Apostata.</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Ma il romanzo non è solo descrizione della vita e delle idee dell'imperatore, ma in un certo qual modo sostiene un'originale critica storica del pensiero cristiano. Oggi siamo abituati a considerare il <i>Cristianesimo</i> come un blocco ben definito di dottrine e dogmi, ma non è stato sempre così, anzi le dispute interne e le accuse di eresia erano praticamente all'ordine del giorno durante il IV secolo d.C. e il romanzo non manca di sottolineare come a decidere questioni di dottrina ci fossero alla fin fine dei semplici esseri umani con i loro pregi e difetti e con le loro brame di potere. È un Cristianesimo ancora acerbo e per certi versi molto brutale quello descritto da Vidal e nel confronto con il decadente sistema religioso tradizionale romano appare evidente come in realtà le distanze tra i due poli non fossero poi così evidenti, anzi il Cristianesimo ha come divorato e inglobato molte delle idee e delle tradizioni pagane, basti pensare al Natale che corrisponde alle festività legate al solstizio d'inverno e al <i>Sol Invictus</i>, al concetto di rinascita pagano viene sovrapposto quello cristiano. Anche in materia religiosa dunque sembra valere quel principio della fisica secondo cui nulla si crea o si distrugge ma tutto si trasforma. Ma probabilmente, almeno secondo la visione di Vidal, ciò che è sorto dall'espansione e affermazione del Cristianesimo è un mondo popolato da persone che non sanno che farsene della vita, un culto di morte e mortificazione del corpo e dello spirito che nulla ha più della vivacità religiosa pagana, e il cui unico Dio risulta distante, perfetto, a volte anche crudele e del tutto diverso dagli dei da sempre rappresentati come portatori degli stessi vizi e delle stesse virtù degli esseri umani, non perfetti e forse per questo sentiti più vicini.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvxtfNZgFqIn0Y-J2QmQOxCe4bbsutCGosXXxqha36C1fOPZmkyVTUtwkD-sBS0r8xPY7rdZVw5yBwJ2qb2AaACoXGHyEsBYsdQULWKs1VIQTit7wfozsTmXk-pXqqBeOiy43AnecXTDQ/s1600/pyrrhic-dance-sir-lawrence-alma-tadema.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="449" data-original-width="900" height="159" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvxtfNZgFqIn0Y-J2QmQOxCe4bbsutCGosXXxqha36C1fOPZmkyVTUtwkD-sBS0r8xPY7rdZVw5yBwJ2qb2AaACoXGHyEsBYsdQULWKs1VIQTit7wfozsTmXk-pXqqBeOiy43AnecXTDQ/s320/pyrrhic-dance-sir-lawrence-alma-tadema.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Danza Pirrica - L. Alma-Tadema, 1869.</span></td></tr>
</tbody></table>
Se una critica può essere mossa a questo libro è che a volte le scelte lessicali non risultano del tutto appropriate, sia nella sua versione originale inglese che nelle scelte di traduzione, per ben due volte si trova la parola "<i>snob</i>", facendo una rapida ricerca etimologica si scopre che il termine è entrato nell'uso della lingua inglese solo nella seconda metà dell'800, ma poco male, sarebbe impossibile voler scrivere un romanzo storico utilizzando la lingua parlata nel periodo di cui si sta narrando (anche perché in questo caso probabilmente il romanzo avrebbe dovuto essere scritto in latino!) ma se "snob" risulta una parola comune in inglese, così non può dirsi in italiano dove salta subito all'occhio il suo status di "anglismo", probabilmente una scelta stilistica diversa al momento della traduzione sarebbe stata consigliabile. Lo stesso può dirsi del termine "<i>poseur</i>", forse Gore Vidal avrebbe potuto trovare un termine meno spiazzante.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ad ogni modo la potenza del romanzo sta nel collocarsi in un momento di rottura e mostrare come l'essere umano si pone davanti ai grandi cambiamenti: c'è chi si lascia trasportare, perché se ne convince o per mero calcolo opportunistico, ma c'è anche chi si oppone, anche qui il confine tra anacronismo e lotta per un ideale si fa labile e sfumato. Rimane comunque chi ha saputo prendere una posizione e mantenerla nonostante i venti del cambiamento soffiassero impetuosi, Giuliano ne è rimasto sopraffatto ma la sua lezione rimane comunque fissata nella storia.</div>
</div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-48065062523579696342017-07-21T14:13:00.000+02:002018-05-05T18:07:53.978+02:00Let's talk about books: ATENE, CANNELLA E CEMENTO ARMATO<span style="text-align: justify;"><u>TITOLO</u>: Atene, cannella e cemento armato</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<u>AUTORE</u>: Patrizio Nissirio</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 30 giugno 2017</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>CASA ED.</u>: Giulio Perrone Editore</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>"Non troverai altre terre, </i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>non troverai altri mari.</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Ti verrà dietro la città.</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Per le stesse strade girerai.</i></div>
<div>
<div style="text-align: center;">
<i>Negli stessi quartieri invecchierai; </i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>e in queste stesse case imbiancherai. </i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Finirai sempre in questa città. </i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Verso altri luoghi - non sperare - </i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>non c'è nave per te, non c'è altra via." </i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: xx-small;">Costantino Kavafis, La Città</span></i></div>
<div>
<br />
<div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8dBwFmXzTdumwvSFOhHkmSWZb7325q7lJppq-If-96kXX-mcirnMwPWme-RYErNXVO0px0W4JXf7PpFDoe4kRUQLF4szavnrHb3oNi_YbkS3zxhPzImXU1X6KQlqL0D6vLiE1b-8xC6U/s1600/atene-5.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: right;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="958" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8dBwFmXzTdumwvSFOhHkmSWZb7325q7lJppq-If-96kXX-mcirnMwPWme-RYErNXVO0px0W4JXf7PpFDoe4kRUQLF4szavnrHb3oNi_YbkS3zxhPzImXU1X6KQlqL0D6vLiE1b-8xC6U/s320/atene-5.jpg" width="191" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Quando mi è stato chiesto di leggere e poi recensire questo libro è bastato il riferimento alla città di <i>Atene</i> per farmi accettare. Le suggestioni che questa città richiama sono molte, ma tutte si collocano nell'antichità: ho studiato al classico ed è quasi scontato che dicendo <i>Grecia</i> si evochino immagini di battaglie, falangi oplitiche, grandi generali, la nascita della democrazia e la filosofia dei grandi pensatori ellenici. Sembra quasi che per me la Grecia sia relegata ad un passato mitico fatto di templi e numerose divinità sempre pronte a bisticciare tra di loro, oltre che ricordarmi le numerose ore passata a tradurre versioni! Eppure sappiamo molto bene che la Grecia non è solo storia ma è anche una realtà, gli ultimi anni ce lo hanno dimostrato, tragicamente, quando bastava accendere la tv per sentire parlare di manifestazioni, duri scontri, debito pubblico, problemi con l'<i>Unione Europea</i> e una popolazione ormai allo stremo delle forze.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
È proprio all'intersezione tra antichità e modernità che si inserisce <i>Atene, cannella e cemento armato</i>, il volume edito da <i>Giulio Perrone Editore</i> e scritto da <i>Patrizio Nissirio</i>, giornalista Ansa che ha trascorso moltissimo tempo in Grecia, soprattutto nella sua capitale, Atene, e pur mostrando un dovuto rispetto per il passato della culla della civiltà occidentale, la sua riflessione si basa tutta sul presente difficile di questa nazione, sulle sue trasformazioni, i suoi crolli e le sue rinascite. A fare da fil rouge tra le varie riflessioni dell'autore le numerose ma non fastidiose citazioni di libri di autori greci contemporanei, soprattutto dei gialli di <i>Màrkaris</i> che si dimostrano ottimi nella loro funzione di cartina tornasole e ci danno un assaggio di ciò che Atene è oggi attraverso le avventure del commissario <i>Charitos</i>, collega greco del siciliano Montalbano.<br />
<a name='more'></a></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZA6EpiI-btwC67p5edSEwoJwNN-bCZiFmPW9s19flvfcDuYxdPQvpR8dXqzMfr011yL_fnc18XtymOi-mqCPQFtjRKOv6WkH_tjiazt7XLE2vSKSziMYyajZO0lGJfqfirS3AJ6_pMNg/s1600/atene-itinerario-viaggio.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="1024" height="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZA6EpiI-btwC67p5edSEwoJwNN-bCZiFmPW9s19flvfcDuYxdPQvpR8dXqzMfr011yL_fnc18XtymOi-mqCPQFtjRKOv6WkH_tjiazt7XLE2vSKSziMYyajZO0lGJfqfirS3AJ6_pMNg/s320/atene-itinerario-viaggio.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Veduta di Atene e della sua acropoli</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Atene dunque, che non è più la città dell'agorà, del teatro, dei templi, o meglio, lo è ancora, soprattutto per i turisti ma non solo. Atene che è diventata (e qui non ho potuto fare a meno di notare come le città del Sud, della Magna Grecia, si somiglino un po') caotica: un traffico che tutto inghiotte, che risucchia i suoi abitanti che sembrano quasi costretti a dover trascorrere le loro vite nei cubicoli delle loro auto, ma anche una città che vive nella confusione di un piano urbanistico praticamente inesistente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Diverse problematiche hanno contribuito a far perdere alla città il suo assetto ordinato per crescere a dismisura in modo casuale, disordinato, dettato dalle necessità contingenti: la guerra d'indipendenza dalla <i>Turchia</i>, l'esodo di popolazioni dall'<i>Asia Minore</i> nel 1922, l'occupazione nazi-fascista e la <i>dittatura dei Colonnelli</i> fino ad arrivare ai recentissimi sbarchi di profughi in fuga dalla disastrosa e terribile guerra in Siria, tutti questi eventi, alcuni direttamente altri in maniera indiretta, tra aumento di popolazione e una classe dirigente poco accorta, hanno fatto si che il bisogno di nuove case fosse talmente impellente da non garantire la possibilità di permettere uno sviluppo armonico della città. Alla necessità di fornire la città di nuovi centri abitativi nel minor tempo possibile si è drammaticamente aggiunta una <i>speculazione edilizia </i>che ha fatto in modo che si costruisse male e in poco tempo e che l'unico vantaggio fosse l'aver ingrossato i conti in banca di imprese edili, speculatori e di chiunque si ritrovasse in possesso di un pezzo di terreno edificabile.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC7BrTwR_NF0CBlwQbPrUwlhbnr1V9dWuOZNbOHSlFjHcHDVLE-jJe6OZ9rzQkqO3IFmg4Q1a2t6Lsryahbdus-uG4bXOvrgCKjeWU_CTMKxqLcoxUd-Gppz-3NVJ57mJ5Cf0X0ftf-Cs/s1600/piazza-syntagma-e-l-europa-che-vorrei-orig_main.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="341" data-original-width="674" height="161" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC7BrTwR_NF0CBlwQbPrUwlhbnr1V9dWuOZNbOHSlFjHcHDVLE-jJe6OZ9rzQkqO3IFmg4Q1a2t6Lsryahbdus-uG4bXOvrgCKjeWU_CTMKxqLcoxUd-Gppz-3NVJ57mJ5Cf0X0ftf-Cs/s320/piazza-syntagma-e-l-europa-che-vorrei-orig_main.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Piazza Syntagma durante una manifestazione</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La situazione sembrerebbe disperata e il libro l'elenco di un disastro dopo l'altro ma fortunatamente Nissirio ha la capacità di vedere oltre e portare con sé il lettore per mostrare un volto nuovo della città di Atene, chi saprà cercare, scevro da qualsiasi pregiudizio, potrà trovare il cuore pulsante della città, il suo centro meno turistico ma sicuramente più autentico. È qui che dal cemento armato che si fa sempre più pervasivo l'odore di <i>cannella</i>, simbolo di una città frizzante, viva, che si colloca a metà tra occidente e oriente e che nonostante tutto prova a risollevarsi e a recuperare quell'età dell'oro che sembrava essere iniziata con le <i>Olimpiadi del 2004</i> ma che invece si sono dimostrate un fuoco fatuo e punto d'inizio della pesantissima crisi economica che a distanza di tredici anni continua a gravare sulla nazione ellenica. Segno di questa voglia di rinascita sono i numerosi centri culturali e soprattutto i <i>caffé</i>, luoghi d'incontro prediletti dagli artisti e dagli intellettuali dagli anni '30 ai '60 e dove era possibile incontrare scrittori del calibro di <i>Borges</i>, <i>Henry Miller</i> o <i>Laurence Durrell</i>, e che oggi, negli anni 2000, tentano di recuperare il loro status di luoghi di cultura e incontro nevralgici di Atene, situandosi specialmente nei quartieri di <i>Psirì</i> e <i>Gazi</i>, un tempo fatiscenti e poco raccomandabili ma che ora stanno cercando di proporsi come quartieri alla moda e prediletti dalla popolazione più giovane. Perché la vera Atene non è solo quella di <i>Piazza Kolonaki</i> e <i>Piazza Syntagma</i> o del trendy e ricercato quartiere del<i> Licabetto</i>, anche i quartieri periferici non vengono trascurati, rappresentando al meglio la realtà quotidiana degli ateniesi e del <i>melting-pot</i> che le frequenti migrazioni hanno creato, lì è possibile rintracciare la Grecia del passato e quella del futuro, dove si intrecciano la tradizione dei ristoranti che offrono piatti tipici e le sacche di delinquenza dove si muove con scioltezza il commissario Charitos inventato da Màrkaris e tutti gli altri personaggi ideati dai numerosi giallisti greci che hanno trovato in questo genere letterario il miglior modo per raccontare la loro Grecia.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1wjXC2BoisCLfIgkkCEWdhlBg2HH4usGlvYdLfGXp3Nw8HhNGFyNKdXKub8ir0avZWF4ht1hZFTPGWK41rs6k9MrXoLQzj_fRNEmCVBQFOYMef6_uqvbCDj-kNdQNVaXcVCkXM1HqDOk/s1600/Psirri-district-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="366" data-original-width="640" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1wjXC2BoisCLfIgkkCEWdhlBg2HH4usGlvYdLfGXp3Nw8HhNGFyNKdXKub8ir0avZWF4ht1hZFTPGWK41rs6k9MrXoLQzj_fRNEmCVBQFOYMef6_uqvbCDj-kNdQNVaXcVCkXM1HqDOk/s320/Psirri-district-1.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Quartiere di Psirì</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La scrittura di Nissirio semplice, fluida, che molto prende dal modo di scrivere e raccontare del giornalismo è certamente il modo migliore per avvicinare il lettore ad un modo nuovo di intendere Atene che può e deve essere conosciuta in tutte le sue complicate sfaccettature: il volto che offre ai turisti ma anche quello che offre a chi la vive nella sua quotidianità, i suoi interminabili incolonnamenti di automobili e la passeggiata che costeggia il mare sul <i>Pireo</i> (comune a sé stante ma che ormai è unito ad Atene da una serie di sobborghi). Dopo aver letto Atene, cannella e cemento armato chiunque vorrà visitare la capitale ellenica troverà davanti a sé un panorama più ampio, instaurerà un dialogo più fruttuoso tra passato e presente, osservando in limine l'Europa dal luogo in cui sono nati tutti i princìpi che oggi informano il nostro moderno concetto di democrazia e scavando nelle contraddizioni di un paese e del suo popolo probabilmente capirà meglio sé stesso e il mondo che lo circonda perché dire Atene vorrà pure dire passato ma significa anche presente e gettare uno sguardo più profondo e informato sul futuro.</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>"Per quanto io cerchi </i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>non riesco a trovare un altro porto</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>che mi abbia fatta impazzire come il Pireo,</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>che quando si fa sera mi offre canzoni</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>cambia le sue pettinature</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>e si riempie di ragazzi." </i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: xx-small;">I Ragazzi del Pireo - Melina Mercouri</span></i></div>
<i>
</i></div>
</div>
</div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-15754546623646290692017-06-10T10:28:00.001+02:002017-06-10T15:45:25.721+02:00Let's talk about books: UNA MARINA DI LIBRI 2017<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8uCWMh7pI_LoFwy-OnibS_lIEF6qpe5QC0-rS5hTVLzIvwOCk79SBZy5zPonX-ujEHLJhLOyxBLfpcyDNuhg6lUoV_CENks91w8VX_OQ2hzjNFaIpGDMl_KvG92WCTFhoqXHTO09GiPg/s1600/logo_marina2017.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="199" data-original-width="594" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8uCWMh7pI_LoFwy-OnibS_lIEF6qpe5QC0-rS5hTVLzIvwOCk79SBZy5zPonX-ujEHLJhLOyxBLfpcyDNuhg6lUoV_CENks91w8VX_OQ2hzjNFaIpGDMl_KvG92WCTFhoqXHTO09GiPg/s400/logo_marina2017.png" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dall'otto all'undici giugno ritorna <b>Una Marina di Libri</b>, il festival letterario che si propone di far conoscere ad un pubblico sempre più ampio libri, fumetti, saggi che hanno come comune denominatore l'essere pubblicati soprattutto da case editrici indipendenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'evento, giunto alla sua ottava edizione, anche quest'anno ha potuto usufruire della magnifica cornice offerta dall'<i>Orto Botanico di Palermo</i>, riproponendo così quella magica commistione tra letteratura e natura per il secondo anno consecutivo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tema della quattro giorni dedicata ai libri e alla lettura è l'<b>educazione</b>, moltissimi infatti gli eventi e gli stand dedicati alla letteratura per bambini e ragazzi, l'intero, ricchissimo, programma è consultabile su internet all'indirizzo <a href="http://unamarinadilibri.it/"><i>unamarinadilibri.it</i></a>, oppure in formato cartaceo che è possibile reperire direttamente negli info point presenti all'ingresso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da brava appassionata lettrice, come l'anno scorso, ho deciso di visitare gli stand espositivi il primo giorno della manifestazione. Due le costanti: il piacere nel vedere una partecipazione così ampia di editori e di pubblico, già poco dopo l'inaugurazione i vari viali dell'Orto erano gremiti di persone che curiosavano qua e là e in più di uno stand era necessario attendere qualche secondo prima di poter avere la visuale libera sui volumi esposti. Dunque se i ritmi si manterranno tali, non è azzardato affermare che anche quest'anno Una Marina di Libri sarà un successo, infatti sarebbe un segnale decisamente positivo se si raggiungesse nuovamente la cifra di <i>10.000 libri</i> venduti, cifra che l'anno scorso ha stupito positivamente un po' tutti.</div>
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Altra costante, dicevo, questa volta del tutto personale, è l'idea ormai trasformatasi in certezza che prima di recarsi a visitare gli stand sia necessario accendere un mutuo e magari comprare una libreria nuova, infatti ho visto tantissimi libri interessanti, avrei sicuramente voluto acquistare di più e, altro fattore secondo me positivo, ho notato una cura sempre maggiore non solo per i contenuti, fondamentali, ma anche per quanto riguarda la parte grafica, dopotutto è risaputo che i libri hanno anche una componente tattile ed estetica che non deve essere ignorata. Quindi personalmente ho molto gradito le proposte di <b>Splen Edizioni</b> che oltre ad una collana dedicata ai <i>Miti in Sicilia</i>, colpisce per i suoi romanzi che riportano titolo e autore solamente nella quarta di copertina, proprio per esaltare gli straordinari disegni sulla prima.</div>
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Altra casa editrice che pone molta cura nella scelta delle copertine dei suoi libri è la <b>Coazinzola Press</b>, ad attirare la mia attenzione è stato soprattutto il romanzo "<i>Dietro l'arazzo</i>" di Lenny Mcgee che racconta la storia e la vita di Thomas Shelton, il primo traduttore del Don Chisciotte, ben presto la biografia si fa anche pretesto per una riflessione sul ruolo del traduttore e l'importanza delle traduzioni stesse. Si tratta sicuramente di un titolo da tenere in considerazione per il futuro. Anche i simpatici libri da spedire dell'editore <b>L'Orma</b> meritano di essere citati, così come le loro raccolte dei <i>racconti di Hoffmann</i>.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqgn2SIB5UhzPT4wWGvD3otEyMDySuaP_LhRIp3wuDNp6zR9zDWD-et7M3-SG-cSiixpH_Ok8_ineLbTi67k_THL9M43cezO8MKd_-1A5UZzJTP6oerPZiSfsdSmCb7DGjmnWxh0KbQ44/s1600/P_20170608_181822.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqgn2SIB5UhzPT4wWGvD3otEyMDySuaP_LhRIp3wuDNp6zR9zDWD-et7M3-SG-cSiixpH_Ok8_ineLbTi67k_THL9M43cezO8MKd_-1A5UZzJTP6oerPZiSfsdSmCb7DGjmnWxh0KbQ44/s200/P_20170608_181822.png" width="200" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwJMQWAgDzQ8sWUr0l6Bks5McM4vLpxMvXyvHPWgQ_sl1VufCBQgNwToidGhyc9XRaMjYsc8QZcTaItyyKkHXWwOFQE-gcjbZM6bxiN-mG9IQhAEWXTKZzPouts7-hMx7RPCw4Wmzk7mc/s1600/P_20170608_181334.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwJMQWAgDzQ8sWUr0l6Bks5McM4vLpxMvXyvHPWgQ_sl1VufCBQgNwToidGhyc9XRaMjYsc8QZcTaItyyKkHXWwOFQE-gcjbZM6bxiN-mG9IQhAEWXTKZzPouts7-hMx7RPCw4Wmzk7mc/s200/P_20170608_181334.png" width="200" /></a></div>
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Ad allungare ulteriormente la mia wishlist hanno provveduto poi la <b>Marcos y Marcos</b> con "<i>La vedova Van Gogh</i>" di Camilo Sànchez, un titolo che incuriosirà tutti gli estimatori del pittore olandese. Per rimanere nell'ambito della pittura e delle arti cito "<i>La bambola di Kokoschka</i>" di Alfonso Cruz edito da <b>La Nuova Frontiera</b> e i bellissimi volumi della <b>Kalós</b> (omen nomen!) <b>Edizioni d'Arte</b> al cui stand ho acquistato "<i>Palazzi e giardini dei Re normanni di Sicilia</i>" di Vittorio Noto (prezzo di copertina 15€ ma viene applicato uno sconto del 15%). Ho anche adocchiato il prossimo libro da comprare, ovvero<i> Palermo Normanna</i> di Ferdinando Maurici... si, chi mi conosce almeno un po' sa che la dominazione normanna in Sicilia è uno dei mii periodi storici preferiti dunque non perdo mai l'occasione per imparare qualcosa di nuovo sulla casata degli Altavilla. Segnalo, soprattutto per i non palermitani, il volume-guida "<i>Itinerario Arabo-Normanno</i>" dedicato a tutti quei monumenti che recentemente sono stati inseriti tra i patrimoni dell'Unesco.</div>
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Consiglio poi di fare un salto allo stand di <b>NN Editore</b> che non solo ha un catalogo ricco di titoli interessanti (Kent Haruf e "<i>La fine dei Vandalismi</i>" di Tom Drury sembrano meritare parecchio) ma la gentilissima signora dello stand permette di fare incetta dei bellissimi segnalibri che ripropongono le copertine dei loro volumi di maggior successo. Ammetto che dei segnalibri dedicati a "<i>Le nostre anime di notte</i>" ne ho presi ben due... ops!</div>
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Altro stand in cui ho fatto acquisti è quello della <b>Fazi</b>, inutile fare un elenco dei tantissimi autori pubblicati, dirò solo che è impossibile non trovare un libro che non stuzzichi la nostra curiosità. Io, finalmente, dopo averlo tanto cercato, ho preso "<i>Giuliano</i>" di Gore Vidal, autore americano molto apprezzato che ha pubblicato numerosi romanzi e saggi. "Giuliano" è una biografia romanzata dedicata all'imperatore romano che ha tentato, in un periodo storico in cui il cristianesimo era ampiamente praticato ed era riconosciuto come religione di stato. di riportare in auge i culti pagani, per questo motivo passerà alla storia come <i>Giuliano l'Apostata</i>.</div>
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Di apostasia credo di essermi macchiata anche io quando ho candidamente ammesso di non aver ancora letto "<i>Stoner</i>"<i> </i>di John Williams (per scoprire l'antefatto basta leggere il <a href="http://afoxamongthebooks.blogspot.it/2016/06/una-marina-di-libri-2016.html" target="_blank">post</a> dell'anno scorso), temo che se non avrò colmato questa lacuna entro la prossima edizione di Una Marina di Libri non mi sarà nemmeno concesso di avvicinarmi allo stand Fazi, e a ragione probabilmente!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUXG1ZLZNI8POospCBtkyrj4MkKXThfwMi1DXxcNcD959Xy1QyrFJrsfo-pnU8L09QInvHPgZ9ur5HPX-82_vNF8TiO7oojrZwmKG5-ume_w8BXEONXATVopaV2Eb4fWa0HTm3Qt0kDMM/s1600/P_20170608_183847.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUXG1ZLZNI8POospCBtkyrj4MkKXThfwMi1DXxcNcD959Xy1QyrFJrsfo-pnU8L09QInvHPgZ9ur5HPX-82_vNF8TiO7oojrZwmKG5-ume_w8BXEONXATVopaV2Eb4fWa0HTm3Qt0kDMM/s320/P_20170608_183847.png" width="320" /></a></div>
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Infine ho concluso il mio giro visitando gli stand della <b>Iperborea</b> in cui i libri sul mare la facevano da padroni, richiamando così indirettamente il nome stesso della manifestazione. Da menzionare i volumi da storia di <b>21 Editore</b>, <b>Laterza</b>, dell'<b>Officina di Studi Medievali</b> e quelli dedicati alla filologia e alla linguistica del <b>Centro Studi Filologici e Linguistici Siciliani</b> dell'Università di Palermo (che è anche partner dell'evento).</div>
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In conclusione, ancora una volta, non posso che promuovere e lodare l'iniziativa, attendendo già la prossima edizione a cui sicuramente gioverà l'elezione della città di <i>Palermo</i> a Capitale della Cultura 2018, si prospetta già come un evento a cui non mancare.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-TYsn05eDX7OL267qr-lFrIXj9-QEeEBBwucf0SAKejDXqIU2LU0G8W8hVW8p0mlYbM0yv_3Ft4WiH9kevpahZQ3V4A7XJsaoCjFwj3aaHZvb4nOZ73usZTUp5dkeHBRVvduhmU_z22c/s1600/P_20170608_201809%25281%2529.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-TYsn05eDX7OL267qr-lFrIXj9-QEeEBBwucf0SAKejDXqIU2LU0G8W8hVW8p0mlYbM0yv_3Ft4WiH9kevpahZQ3V4A7XJsaoCjFwj3aaHZvb4nOZ73usZTUp5dkeHBRVvduhmU_z22c/s200/P_20170608_201809%25281%2529.png" width="200" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpIoNNoXXJHXL_ipeX7pWni00lVTlpdq0-Fy_2vLpIP5DfsfDq-TPvj1xzcFExgb1bZKmMhFmBUzjMa1zTd2XhvU3_TIPiJmRNIBX627waEEZ5wycJRGRQIvIzNv51GxnyiJODNFFNFp4/s1600/P_20170608_201057.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpIoNNoXXJHXL_ipeX7pWni00lVTlpdq0-Fy_2vLpIP5DfsfDq-TPvj1xzcFExgb1bZKmMhFmBUzjMa1zTd2XhvU3_TIPiJmRNIBX627waEEZ5wycJRGRQIvIzNv51GxnyiJODNFFNFp4/s200/P_20170608_201057.png" width="200" /></a></div>
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<span style="font-size: xx-small;">Cataloghi, segnalibri e i volumi da me acquistati</span></div>
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<i>Le foto sono state scattate da me, si prega quindi di non riutilizzarle senza citare la fonte, cioè questo blog.</i></div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-83693370541632516632017-05-22T11:23:00.004+02:002017-05-22T11:23:59.696+02:00Let's talk about books: MILK AND HONEY<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO</u>: Milk & Honey</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>AUTORE</u>: Rupi Kaur</div>
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<u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 6 Ottobre 2015</div>
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<u>CASA ED.</u>: Andrews McMeel Publishing</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizavqQhUBniQy2Km7P93413_-mbk1XPyZcPfK-h2IB7SZnm4W3ZbBrsRDuUUyxwIoYlv9uuqehyfhQI06SHyRFHzH1F_CKANEPNawWEl4eEEhsknPK1AKEalhYTiekNxmZvZMuVFNswjo/s1600/88670240359788867024032-300x464.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizavqQhUBniQy2Km7P93413_-mbk1XPyZcPfK-h2IB7SZnm4W3ZbBrsRDuUUyxwIoYlv9uuqehyfhQI06SHyRFHzH1F_CKANEPNawWEl4eEEhsknPK1AKEalhYTiekNxmZvZMuVFNswjo/s320/88670240359788867024032-300x464.jpg" width="206" /></a>Ho sentito parlare di questa raccolta di poesie, <i>Milk & Honey</i>, in lungo e in largo, praticamente bastava aprire twitter, youtube, una pagina internet qualsiasi e ci si ritrovava faccia a faccia con questo volume. </div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Lodi </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>sperticate</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>ovviamente</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>ho</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>voluto</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>leggerlo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
...Il demone dell' "<i>a capo</i>" si è impossessato anche di questa recensione. Ma al di là di ogni facile ironia e banale semplificazione il problema delle frequenti "<i>spezzettature</i>" dei versi non sarebbe nemmeno un problema così grave se l'autrice di fosse data la pena di rispettare almeno le regole base della punteggiatura, perché quando si scrive, ci piaccia o meno, è necessario creare dei confini di demarcazione tra parole, frasi, concetti anche solo per renderli comprensibili a chi legge. Le virgole e gli spazi non sono messi lì ad abbellire un testo con i loro ghirigori, hanno una funzione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Rupi </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Kaur </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>invece </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>se </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>ne </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>frega.<a name='more'></a></i></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtZuHFR0sLoQSh9I_otqICCe8PNFtBRyfVyjgka1qVsDuxtphrlX92IwRmwvWs3PDAx75qJW-8QuSvcgkGUcerBnWApiWtrAErmF9sbfDgK1YUaiV0FnccKCHrLwS4KPFKcd4vpt6dGQ4/s1600/635833868961203604-1970424051_5.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtZuHFR0sLoQSh9I_otqICCe8PNFtBRyfVyjgka1qVsDuxtphrlX92IwRmwvWs3PDAx75qJW-8QuSvcgkGUcerBnWApiWtrAErmF9sbfDgK1YUaiV0FnccKCHrLwS4KPFKcd4vpt6dGQ4/s320/635833868961203604-1970424051_5.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;"><a href="https://www.theodysseyonline.com/13-poems-from-milk-and-honey-every-young-woman-needs-to-read" target="_blank">source</a></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Non che ci sia nulla di rivoluzionario nell'eliminare la punteggiatura, chiedere a Joyce e al suo flusso di coscienza, ma qui salta fuori un altro punto fondamentale: che puoi pure infischiartene delle regole se hai davvero qualcosa da dire, un progetto artistico da portare avanti o se si vuole distruggere l'ordine precostituito, in questo caso chiedere ai surrealisti. La Kaur almeno nella prima delle quattro parti in cui è divisa la sua raccolta sembra avere temi importanti di cui discutere, che li abbia vissuti in prima persona o che stia semplicemente raccontando ciò che vede succedere intorno a lei poco importa, è innegabile che i primi versi catturano e suscitano una riflessione, ma basta passare al secondo blocco per ripiombare, nella forma e nei contenuti, nel favoloso mondo dei <i>textpost di tumblr</i>, luogo dove probabilmente hanno maggior ragione di esistere dato che sono nulle le loro velleità letterarie. </div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Perché</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>non</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>basta</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>parlare</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>d'amore</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>per </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>fare</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>poesia.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
E nemmeno inserire tematiche sociali molto sentite nella contemporaneità perché si rischia di banalizzarle e in questo modo privarle della loro forza e della loro importanza. Anche il <i>femminismo </i>che parrebbe essere un tema molto caro all'autrice viene spogliato di ogni forza comunicativa per cadere nella banale sostituzione di una donna-ideale con un altro tipo di donna-ideale, tanto angelica e idealizzata quanto quella che il patriarcato vorrebbe ancora imporre e che il femminismo non si stanca, giustamente, di combattere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Per favore</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>non</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>sostituiamo </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>un</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>modello </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>prescrittivo</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>con</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>un altro.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
E soprattutto non confondiamo il femminismo con un semplice problema tricologico.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh06cI_OLuNDr0eFTAng1QcuDLqI-dtQva_d8BGHVFS5fTdLS2vR-zK41ECbC_UpiB8Oo5GGNoD7wrmpRPlIQbwQmmhIJmdyyAN0wiamyOs5uN6H-m8PogfME2RlJgEQqoAFaJwutH46o8/s1600/635988655165105068812691194_the+one.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh06cI_OLuNDr0eFTAng1QcuDLqI-dtQva_d8BGHVFS5fTdLS2vR-zK41ECbC_UpiB8Oo5GGNoD7wrmpRPlIQbwQmmhIJmdyyAN0wiamyOs5uN6H-m8PogfME2RlJgEQqoAFaJwutH46o8/s320/635988655165105068812691194_the+one.jpg" width="318" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;"><a href="https://www.theodysseyonline.com/10-milk-and-honey-poems-to-get-you-through-tough-times" target="_blank">source</a></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Mi rendo conto che la poesia attuale non può e probabilmente non deve più chinarsi alle rigide regole metriche che un tempo erano necessariamente richieste affinché il testo fosse considerato a tutti gli effetti e con tutti i crismi come testo poetico. Il conto delle sillabe, gli <i>enjambement</i> usati con senso e parsimonia, le rime e tutti gli artifici retorici sono stati accantonati, così come è stato messo da parte quel labor limae, quella continua e quasi maniacale politura del verso capace di togliere il superfluo per lasciare l'essenziale, una immediatezza tutta visiva ma ottenuta a caro prezzo attraverso un travaglio poetico continuo. Il '900 stesso ha portato una ventata di modificazione nel panorama poetico: versi sciolti e arditi accostamenti d'immagini ma, appunto, se si rinunciava alla struttura ciò serviva per garantire maggiore respiro ai concetti espressi che venivano sentiti come troppo fondamentali per poter rimanere rinchiusi in una sorta di gabbia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nella poesia della Kaur purtroppo mancano entrambe le cose, i testi risultano illeggibili e anche quando si riesce a procedere spediti nella lettura sono i temi trattati e i sentimenti espressi che hanno la consistenza di uno sbuffo di fumo, come diceva Calvino tra leggerezza e superficialità ci sta una bella differenza!</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Insomma</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>una</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>sola</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>stella</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>mi </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>pare</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>anche </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>troppo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Anche quella lacrimevole <i>captatio benevolentiae</i> che è la lettera al lettore lascia il tempo che trova e <i>alla</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>fine</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>avrei</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>quasi</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>sperato</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>in</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>una</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>possibile</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>damnatio</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>memoriae </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>almeno</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>per </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>dimenticare</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>l'ora</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>della </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>mia </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>vita</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>spesa</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>a</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>leggere</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>queste</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>poesie</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>e</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>che</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>non </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>tornerà</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>mai</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>più.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Ah, carini i disegni, naïf, ma la loro necessità rimane non pervenuta.</div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-32328235114549213362017-05-18T13:14:00.004+02:002017-05-18T13:14:48.150+02:00Let's talk about books: IO VENIA PIEN D'ANGOSCIA A RIMIRARTI<u style="text-align: justify;">TITOLO</u><span style="text-align: justify;">: Io venia pien d'angoscia a rimirarti</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<u>AUTORE</u>: Michele Mari</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 24 Maggio 2016 (prima ed. 1990)</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>CASA ED.</u>: Einaudi</div>
<br /><div style="text-align: center;">
<i>"O graziosa luna, io mi rammento</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Che, or volge l'anno, sovra questo colle </i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Io venia pien d'angoscia a rimirarti"</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1WYnvX9CDK24ccygtC6vHMWMgaxBuC5xQCCzIGIcDH9XLQmFAQAE0nBgWMv-i0SGobKVAIFeCIXSxRXDLWlGYLSD79Izq9dGFSP2CDtthyphenhyphenFM_bJEPl9CDo2klLN3FB9DdZN5w8A1Vtgc/s1600/20886927735_1535917.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1WYnvX9CDK24ccygtC6vHMWMgaxBuC5xQCCzIGIcDH9XLQmFAQAE0nBgWMv-i0SGobKVAIFeCIXSxRXDLWlGYLSD79Izq9dGFSP2CDtthyphenhyphenFM_bJEPl9CDo2klLN3FB9DdZN5w8A1Vtgc/s320/20886927735_1535917.jpg" width="209" /></a><div style="text-align: justify;">
Le fregature che mi sono capitate ogniqualvolta ho deciso di leggere qualche libro dedicato ad un personaggio famoso del mondo delle arti ormai non si contano più, quindi non c'è da meravigliarsi se mi sono avvicinata al testo di <i>Michele Mari</i> con circospezione, proprio come farebbe un lupo prima di avventarsi sulla sua preda. In realtà le cosiddetta preda si è rivelata parecchio mansueta e si è fatta mangiare in un sol boccone con piena soddisfazione di questo avido lupo-lettore.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
La "preda", ma ora potremmo tornare a chiamarla con il nome più adatto, ovvero libro, è composta da 150 pagine, una lettura veloce ma non banale, che cattura il lettore e lo spinge ad andare avanti nonostante lo stile ricco e giocosamente ampolloso del testo, vivendo un'avventura che rimane solo sussurrata, mai totalmente spiegata ma che non può fare a meno di lasciare un sorriso divertito sul viso a lettura ultimata. Perché <i>Io venia pien d'angoscia a rimirarti</i> è un <i>divertissement</i> che prova a spiegare la profonda fascinazione che Leopardi aveva per la Luna mescolando erudizione e fantasia, spiegazioni filologiche accurate e racconti popolari, miti e leggende calati sullo sfondo di un romanzo gotico.</div>
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
A parlare direttamente con il lettore è <i>Orazio</i>, il fratello minore di Leopardi che nel libro non verrà mai menzionato per cognome o attraverso il nome più noto, Giacomo, ma verrà semplicemente chiamato <i>Tardegardo</i>, che si stia parlando del sommo poeta italiano è possibile dedurlo solo da indizi lasciati qua e là: i nomi dei familiari, il borgo di <i>Recanati</i>, il titolo nobiliare e infine lo stesso titolo che non è altro che un verso della famosa ode <i>Alla Luna</i>. Orazio dunque ci accompagna attraverso le pagine del suo diario e ci racconta dello strano comportamento che il fratello, solitamente molto tranquillo e tutto dedito allo studio, ha assunto da un po' di tempo, delle strane uccisioni, a detta di tutti causate da un lupo, che sono avvenute nei possedimenti di famiglia e come i lupi e la luna, notoriamente legati a doppio filo nei racconti leggendari, abbiano da sempre avuto un ruolo importante nella genealogia Leopardiana. </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>"Egli cioè sapea, e sapendo godè. Chi non sapendo volle godere, morì; chi sapendo non affrontò il cimento, non godette.</i><i>Ascoltami Orazio, l'uomo è la propria paura; se potrà attraversarla, se potrà viaggiare dentro di essa come in una paese straniero, allora quella paura sarà più bella, ed ei potrà riguardarla come una favola, o una animata pittura. Ma ad un tal viaggio fa d'uopo una guida, qual può venire soltanto dalle testimonianze di chi già s'inoltrò nelle medesime terre."</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTbf_TMaiujuIKwdAn84RtcEDAdnSMBk58h2VAphk8_VfrD7N3Fkr9AxdmqXCOGgwf-2AmkWEEC1swX03s4blg8fflmJHubyCAVz3uIi-Q8l6wduJyHXv_oULUOnRl_T51ym-3ZL9vs2Q/s1600/Leopardi%252C_Giacomo_%25281798-1837%2529_-_ritr._A_Ferrazzi%252C_Recanati%252C_casa_Leopardi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTbf_TMaiujuIKwdAn84RtcEDAdnSMBk58h2VAphk8_VfrD7N3Fkr9AxdmqXCOGgwf-2AmkWEEC1swX03s4blg8fflmJHubyCAVz3uIi-Q8l6wduJyHXv_oULUOnRl_T51ym-3ZL9vs2Q/s320/Leopardi%252C_Giacomo_%25281798-1837%2529_-_ritr._A_Ferrazzi%252C_Recanati%252C_casa_Leopardi.jpg" width="307" /></a><div style="text-align: justify;">
La storia fantastica diventa intelligente scusa per dipingere un ritratto di <i>Leopardi</i> che si discosti dalle briglie imposte dai testi di letteratura, fornendo però un quadro piuttosto ampio e probabilmente veritiero dell'immenso uomo di cultura che il poeta di Recanati doveva essere stato, senza per questo reiterare per la millesima volta la storia, sentita e risentita, di un Leopardi depresso, solo e isolato che non faceva altro che ammazzarsi di studio. Ciò che accade nel borgo, le domande curiose del padre, le preoccupazioni di Orazio snocciolano, quasi senza che il lettore se ne renda conto, secoli e secoli di poesia, di filologia, di cultura greca, latina, indiana, americana, germanica, ecc. Fatti e fatterelli, storie reali e di fantasia, si mescolano e si fondono dando vita a un trattatello che sembra condensare secoli di cultura in pochissime pagine: il volto misterioso della Luna che affascina da sempre, come i miti siano serviti a confortare gli uomini messi di fronte a fenomeni che non sapevano spiegare, come verità e fantasia a volte siano semplicemente il dritto e il rovescio dell'identica medaglia e come espungere del tutto il fantastico dalla verità significhi spogliarlo di un ornamento che sembra necessario per raggiungere il Bello; ma allo stesso tempo dei pericoli che si annidano nell'uso eccessivo della fantasia che finisce per sfociare in bieca superstizione che, ricoprendo tutto come una notte senza luna, spegne le luci del Vero.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI2ZiO91-Su2xG43F6g6QyBeAHIDSSakOREQGIdxx15hT84HnXrzGDAmWJQXZ4hee4vHBvNwLGVEmNJhLiILw2MG_gazv3vF6ga8N4s5oAP39065u8i1sdTYSq5F7aTBIbD9seYWBaeOY/s1600/ed4d6fa644bf88cf3a47a85e26b9b3c1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI2ZiO91-Su2xG43F6g6QyBeAHIDSSakOREQGIdxx15hT84HnXrzGDAmWJQXZ4hee4vHBvNwLGVEmNJhLiILw2MG_gazv3vF6ga8N4s5oAP39065u8i1sdTYSq5F7aTBIbD9seYWBaeOY/s320/ed4d6fa644bf88cf3a47a85e26b9b3c1.jpg" width="320" /></a><div style="text-align: justify;">
Ad arricchire il testo, l'uso sapiente e allo stesso tempo divertente di un italiano ormai antico, pieno di verbi che ricalcano la forma di quel "<i>pentirommi</i>" che ritroviamo ne <i>Il passero solitario</i>, articoli che ancora traballano in forme non pienamente assestate (è frequente l'uso di "<i>'l</i>" anche con parole che iniziano per consonante), oscillazioni di grafie, l'uso non censurato di "<i>j</i>" con il valore di vocale, l'alto numero di occasioni in cui ricorre "<i>codesto</i>"ormai caduto in disuso nell'italiano contemporaneo, fino ad arrivare alle buffe esclamazioni del Signor Conte! Sembrerebbe che il testo richieda chissà quali competenze e conoscenze ma in realtà non è così, la brevità aiuta a non stancare il lettore meno esperto ma allo stesso tempo stuzzica, divertendolo, quello che riesce a cogliere i riferimenti. Insomma se si sa, si rimane colpiti dalla quantità di intrecci e rimandi che si possono intessere all'interno delle culture più disparate, mentre chi non conosce può starsene beatamente affacciato alla finestra che il testo spalanca e venire a sapere qualcosa di nuovo e così incuriosirsi e magari approfondire successivamente, ad ogni modo il gioco delle "scatole cinesi" in cui aperta una se ne ritrova subito un'altra ideata da Michele Mari funziona e a chiunque decida di seguirlo...beh, in bocca al lupo!</div>
</div>
</div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-37518173437935675382017-05-16T10:15:00.001+02:002017-11-28T12:02:16.391+01:00Let's talk about books: IL VALZER DEGLI ALBERI E DEL CIELO<u style="text-align: justify;">TITOLO</u><span style="text-align: justify;">: Il valzer degli alberi e del cielo: l'ultimo amore di Van Gogh</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO ORIGINALE</u>: La valse des arbres et du ciel</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>AUTORE</u>: Jean-Michel Guenassia</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 18 Aprile 2017</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>CASA ED.</u>: Salani</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>"Detesto ciò che dipingo ma sono incapace di fare di meglio. Vorrei tanto avere la libertà di un Delacroix o di un Tintoretto, ma non mi intendo proprio di gradazione della luce e accostamento delle sfumature, non sono in grado di comporre né di creare niente di bello. Eccello nel copiare i maestri, i miei Raffaello sembrano veri e faccio un Fragonard dietro l'altro. Riproduco con facilità ciò che vedo. Sono un'imitatrice nata ma personalmente non esisto. Ecco il mio problema, riconosco le cose belle ma non riesco a inventare niente."</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9MWRMmovkuyxVW39M23OmQd04J8ObKeptyLknPg_tr7fX36w_KEi9rNBY4wNMzxHxl_k6qfn5H_Zd-tSaKFlsYaUmRn6-4cCjK-CWL5GfTEkLh0KBmU8v4GPFiG5fgVLyFV1TxqbTEoc/s1600/889381093X9788893810937-300x442.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9MWRMmovkuyxVW39M23OmQd04J8ObKeptyLknPg_tr7fX36w_KEi9rNBY4wNMzxHxl_k6qfn5H_Zd-tSaKFlsYaUmRn6-4cCjK-CWL5GfTEkLh0KBmU8v4GPFiG5fgVLyFV1TxqbTEoc/s320/889381093X9788893810937-300x442.jpg" width="217" /></a>Chi lo sa, forse un giorno si smetterà di utilizzare una delle figure artistiche tra le più importanti del globo terraqueo per bieche operazioni di marketing e, se proprio se ne vorrà parlare, si eviterà di trasformare la sua arte, la sua poetica e la sua malattia in scialbi concetti degni di non figurare nemmeno nei bigliettini di quei famosi cioccolatini prodotti a Perugia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Monsieur <i>Guenassia</i> sicuramente non è riuscito nel suo intento, o forse sì. Mi spiego. Se lo scopo del suo romanzo era fornire una rilettura della vita di Van Gogh, romanzando qualche tratto ma tuttavia restituendo tutta la forza comunicativa della sua arte e della sua mente allora mi dispiace dire che siamo davanti ad un clamoroso buco nell'acqua. Ma se l'intento dello scrittore era quello di ingolfare un mercato editoriale già saturo dell'ennesimo romanzetto d'amore pure un po' complottista allora chapeau! Operazione riuscita!</div>
<div style="text-align: justify;">
Si, perché il romanzo "<i>sull'ultimo amore di Van Gogh</i>", come recita il sottotitolo, non è altro che un'accozzaglia nemmeno tanto bene amalgamata di teorie cospiratorie, blandi richiami alla condizione femminile nella Francia di fine '800 e una storia d'amore che invece di appassionare lascia del tutto indifferenti. Inoltre il protagonista/non-protagonista, dato che il romanzo è narrato in prima persona da Marguerite, la figlia dell'arcinoto Dottor Gachet, avrebbe potuto essere <i>Van Gogh</i>, il vicino di casa dello scrittore, un'entità astratta e nell'economia del romanzo non sarebbe cambiato assolutamente nulla. Nessuno pretendeva che ci si lanciasse in ardite spiegazioni e descrizioni dell'opera del pittore olandese ma qualche concetto che riuscisse a dare un po' di profondità al personaggio magari si. E invece ecco qui un Van Gogh con la stessa profondità di una pozzanghera che della sua arte non sa dire altro che "non lo so" aggiungendo un'immancabile alzata di spalle.<br />
<a name='more'></a></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcvjviN680zSMKZyJEiXtX2lszmbOxo9nVqiD099hOVYBINHPofF58XtSLadd15TmlVa-tpXiYSsvOl-ypZpIwB41EdRVj6ZcZ7tpOyL_j0sci7FTHJJzmMzpZsu1ZA-KMyK7txtAKfwE/s1600/Marguerite_Gachet_in_the_garden.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="231" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcvjviN680zSMKZyJEiXtX2lszmbOxo9nVqiD099hOVYBINHPofF58XtSLadd15TmlVa-tpXiYSsvOl-ypZpIwB41EdRVj6ZcZ7tpOyL_j0sci7FTHJJzmMzpZsu1ZA-KMyK7txtAKfwE/s320/Marguerite_Gachet_in_the_garden.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Marguerite Gachet in giardino</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Non che le cose vadano meglio con <i>Marguerite</i>, la vera protagonista dell'intera storia, colei che vorrebbe fare l'eroina romantica, la donna di spessore intellettuale bloccata nel pantano di una società che non le permette di affermarsi e invece, anche qui, grattando sulla superficie laccata da concetti importanti ma poco approfonditi, si scopre che a sostenere l'impalcatura del personaggio, ma anche di tutto il romanzo, non c'è assolutamente nulla.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ad abbondare sono invece le "<i>teorie cospirazioniste</i>" che solleticherebbero deliziosamente anche il più convinto assertore dell'esistenza dei rettiliani, non mi stupirei di trovare la sinossi di questo romanzo in una qualsiasi pagina facebook che millanta di rivelare le cose che non ci verranno mai dette dai poteri forti. La storia che Van Gogh non si sia effettivamente suicidato e che alcune delle sue tele siano in realtà opera di abili falsari è roba vecchia, sentita e risentita e che ciclicamente rispunta fuori, roba che può catturare l'attenzione giusto il tempo di una pausa caffè ma che poi, nel concreto, lascia davvero il tempo che trova. Ne <i>Il Valzer Degli Alberi E Del Cielo</i> invece la storia d'amore di cui non si hanno prove, la teoria dell'omicidio camuffato da suicidio, le tele false (già confermate come autentiche dal Van Gogh Museum negli anni '90!) diventano i punti cardine su cui costruire tutta l'azione, intervallata poco saggiamente da estratti di lettere di Vincent o articoli di giornale che non giovano al ritmo del romanzo che stenta a decollare, aggiungendo informazioni che concretamente non dicono nulla che arricchisca la narrazione, anzi la spezzettano e la confondono.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTraHBZunxWg52dJKETaJJdxB3GZ3GbBYxUkqhF5w7ZU9RlOCjj1l41ivPIX3N2xHsoTiFjxg8b-v8Dmg6O-y2JJ6Vhp8p7T277hX8CER_gWU_iHgwP5SE3Ci5Ns936p2U-MQXcOOlqLI/s1600/Portrait_of_Dr._Gachet.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTraHBZunxWg52dJKETaJJdxB3GZ3GbBYxUkqhF5w7ZU9RlOCjj1l41ivPIX3N2xHsoTiFjxg8b-v8Dmg6O-y2JJ6Vhp8p7T277hX8CER_gWU_iHgwP5SE3Ci5Ns936p2U-MQXcOOlqLI/s320/Portrait_of_Dr._Gachet.jpg" width="259" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Dottor Gachet</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Non mi aspettavo sicuramente la profondità che è possibile trovare in <i>Brama di Vivere</i>, dove la vita di Van Gogh è necessariamente romanzata ma dove comunque non si perde mai di vista l'intento principale di esaltare una figura fondamentale nella storia della nostra cultura. Non volevo nemmeno che si dipingesse Vincent come il povero folle che buttava sulla tela i suoi vaneggiamenti ma cassare dal romanzo la sua malattia, anzi insistendo sull'idea che in realtà Van Gogh fosse sano come un pesce, significa menomare il personaggio, privarlo in parte della sua grandezza e della sua forza, quella di essere riuscito, nonostante condizioni di vita difficili aggravate da una malattia che ai tempi non si riusciva a curare, a produrre nella sua breve vita dei capolavori che ci raccontano delle sue difficoltà ma che sono capaci anche di infondere calore, forza, coraggio, gioia di vivere. Insomma non si può ignorare nulla di quella figura complessa che è Van Gogh perché togliere un pezzo significa perdere un punto di vista interessante, rinunciare alla profondità intellettuale dell'artista.</div>
<div style="text-align: justify;">
In definitiva se si vuole conoscere il vero Van Gogh forse è preferibile saltare ogni intermediario e rivolgersi direttamente a lui e alle sue splendide lettere, lettura imponente ma decisamente molto più soddisfacente.</div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-68447675756284770902017-01-30T10:00:00.000+01:002017-01-30T10:00:20.446+01:00Let's talk about books: IO & MABEL<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO</u>: Io e Mabel, ovvero l'arte della falconeria</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO ORIGINALE</u>: H is For Hawk<br /><u>AUTORE</u>: Helen Macdonald<br /><u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 2016 (prima ed. 2014)<br /><u>CASA ED.</u>: Einaudi<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4x6gM6mQschQWyeG3isavZol8mZ8qVJooHE3PkB8YQ9GOCMScIg_-ez62vV639U_UhqCwlV4XsS4ZFak4wp5f95hssGWublHkfS1fDGAtpMCcuzLRTuHdwGXSb5bGCUTf0jEs3SpvWrY/s1600/713zrx70sIL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4x6gM6mQschQWyeG3isavZol8mZ8qVJooHE3PkB8YQ9GOCMScIg_-ez62vV639U_UhqCwlV4XsS4ZFak4wp5f95hssGWublHkfS1fDGAtpMCcuzLRTuHdwGXSb5bGCUTf0jEs3SpvWrY/s320/713zrx70sIL.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">Copertina dell'edizione italiana Einaudi</span></td></tr>
</tbody></table>
Recentemente ho fatto un esame di <i>filologia romanza</i>: si saluta il latino, arrivano le lingue romanze, iniziano a scriversi poemi epici, liriche cortesi e soprattutto romanzi. A farne da padrone non sono solo eteree fanciulle, bellissime ma dal cuore duro e impossibile da conquistare che cavalieri bravi e coraggiosi si contentano di ammirare e amare da lontano; ma tanti, tantissimi spunti sono offerti dalla tradizione orale, dai miti, dalle leggende e se si dice leggenda si pensa a <i>Re Artù</i>, ai suoi cavalieri e alla sua tavola rotonda. Tutto molto interessante e sublime, forse anche un po' pesante, chi leggerebbe versi su versi scritti in lingue ormai incomprensibili che parlano di Artù, della sua sposa <i>Ginevra</i> e dell'amante di lei, l'aitante <i>Lancillotto</i>? </div>
<div style="text-align: justify;">
Si, nessuno tranne me. </div>
<div style="text-align: justify;">
Domanda sbagliata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ricominciamo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Diciamo allora che le cose iniziano a farsi interessanti quando si scopre per caso che uno dei cartoni che più ho amato durante l'infanzia (ma anche l'adolescenza, l'età adulta e presumibilmente così sarà anche nella vecchiaia), <i>La Spada Nella Roccia</i> capolavoro Disney targato 1963, è tratto da uno dei libri che compongono un corposo romanzo dal titolo altisonante e significativo: <i>The Once And Future King</i>, riprendendo l'iscrizione sulla tomba (presunta) di Re Artù: "<i>hic iacet arthurus rex quondam rexque futurus</i>" ovvero "qui giace Artù, re una volta e re in futuro" traslitterato in italiano come <i>Re in Eterno</i>, e scritto dall'inglese <i>Thomas Hanbury White</i>. Forte è la voglia di leggere il romanzo non fosse che in italiano è praticamente introvabile, perciò questo desiderio è stato sepolto in un cassetto della mia memoria e lì è rimasto, almeno fino a quando, un po' per caso un po' perché il romanzo è stato pubblicizzato e chiacchierato in lungo e in largo, sono incappata in questo piccolo memoriale dal titolo <i>H Is For Hawk</i>, in italiano: <i>Io e Mabel, ovvero l'arte della falconeria</i>. Il fatto che il racconto di <i>Helen Macdonald</i>, l'autrice, si intrecciasse con quello di White e del suo <i>The Goshawk</i> (L'Astore, recentemente ripubblicato da <i>Adelphi</i>) ha risvegliato la mia curiosità, andando a solleticare il mio amore per le vecchie leggende e la fascinazione per una disciplina tanto antica quale è la falconeria.</div>
<div style="text-align: justify;">
T.H. White, come usava firmarsi, di professione faceva lo scrittore e per un certo periodo anche l'insegnante ma la sua vera passione, oltre alla leggenda arturiana, era la natura e in particolare la falconeria, nobile e antichissima arte. Ed è questo il punto d'incontro in cui si incrociano le esistenze di due scrittori per diletto ma soprattutto di due astori e di due solitudini.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc59-Zm6DGylIJUup_lHH0TB-NXACyMOcQ-RYRKClmRUop5v9W0jxm_R-h1G6SgNqsVMd663MksElMUi90KBXimVqICHF-mrjDOZdIYZs_svvWJoh9LJ21ehkwR791vVGfs_IUGbgdl24/s1600/helen-hawk2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc59-Zm6DGylIJUup_lHH0TB-NXACyMOcQ-RYRKClmRUop5v9W0jxm_R-h1G6SgNqsVMd663MksElMUi90KBXimVqICHF-mrjDOZdIYZs_svvWJoh9LJ21ehkwR791vVGfs_IUGbgdl24/s320/helen-hawk2.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">Helen Macdonald e Mabel</span></td></tr>
</tbody></table>
Helen Macdonald infatti è anche lei un'insegnante e fin da bambina coltiva una profonda passione per i rapaci e il loro addestramento, proprio come White. La sua vita abbastanza tranquilla subisce un forte scossone con la morte improvvisa dell'adorato padre, tutto si fa opaco, confuso e sembra impossibile poter continuare ad andare avanti come si è sempre fatto, in mezzo a persone che sembrano non capire il dolore e la sofferenza che si provano in quei momenti. <i>Helen</i> quindi decide di affidarsi a quel mondo magico ma feroce che le ha fatto compagnia durante l'infanzia, ritorna ad un rassicurante passato e decide di procurarsi un astore e di addestrarlo.<br />
Ma Io e Mabel non è solo il racconto dell'elaborazione del lutto ma è anche la storia, affascinante e tenera, di due anime, una umana e una rapace, che si incontrano e che attraverso le loro similitudini e le loro differenze riescono a stabilire un contatto e aiutarsi tra di loro. A far capolino, di tanto in tanto, è la figura di White e del suo astore <i>Gos</i>, il cui rapporto forte e drammatico si mescola con quello altrettanto forte ma meno tragico tra Helen e Mabel.</div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFI23d1yiVNklxjusRxQnL_o2xcJMbRfxXu-V1_cvaiku0bG7MKzN9lhTRcQJSbciR2hP0pjBZeEu34t2neZvamzVtrOaCQohdfvXpUdDJr27tzrkPYkNNWu58K9mDxqOsf7NonYEEwM4/s1600/Jest%25C5%2599%25C3%25A1b+lesn%25C3%25AD.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFI23d1yiVNklxjusRxQnL_o2xcJMbRfxXu-V1_cvaiku0bG7MKzN9lhTRcQJSbciR2hP0pjBZeEu34t2neZvamzVtrOaCQohdfvXpUdDJr27tzrkPYkNNWu58K9mDxqOsf7NonYEEwM4/s200/Jest%25C5%2599%25C3%25A1b+lesn%25C3%25AD.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">Due astori</span></td></tr>
</tbody></table>
Attraverso le pagine del memoriale si viene catapultati in un universo che sembra appartenere ad un luogo che non può esistere davvero, soprattutto per chi è abituato come me a vivere in una foresta fatta di cemento e dove a sfrecciare veloci sono le auto e non gli uccelli. La visuale si spalanca su boschi, prati, alberi, animali e i nostri sensi si fanno acuti come quelli dell'astore, vediamo attraverso le parole di Helen non solo ciò che lei vede ma anche ciò che vede, con la sua mirabile vista, la giovane rapace. In più di un'occasione le pareti della stanza si fanno strette e si avverte la necessità di percorrere quegli stessi sentieri silvani che ci vengono descritti nel libro. Una scrittura che non cerca particolari virtuosismi ma si ancora solida al reale, alle sensazioni, alle descrizioni di splendidi paesaggi e ai sentimenti, dove la pratica della falconeria viene spiegata tramite puntuali citazioni di vecchi libri e rapide descrizioni dell'autrice. Veniamo così a conoscenza di come effettivamente si addestri un rapace, ma le nozioni che apprendiamo ci scivolano veloci nella mente, con semplicità proprio quella stessa semplicità che la Macdonald utilizza per aprirci a questo mondo tanto affascinante quanto misterioso. L'elaborazione del lutto di Helen procede per fasi: l'incredulità, il rifiuto, il dolore per l'assenza di chi non c'è più e soprattutto la voglia di nascondersi, di scappare via, di evitare ogni contatto umano. </div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivvY-7NTuCm-OSSksXSszm7uL6VLA6BqFzj5fo-kc2sv3qgFjyHbuOYK-Ix29wrFZJhB1NlxTcECYZGyY-NZbjdOv-7yuFW4r7_eyUxiYpJOC8QQU-SZpTz2bZiyn47NUnB-pBxV3hx1A/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivvY-7NTuCm-OSSksXSszm7uL6VLA6BqFzj5fo-kc2sv3qgFjyHbuOYK-Ix29wrFZJhB1NlxTcECYZGyY-NZbjdOv-7yuFW4r7_eyUxiYpJOC8QQU-SZpTz2bZiyn47NUnB-pBxV3hx1A/s320/download.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">T.H. White</span></td></tr>
</tbody></table>
<i>Mabel</i> assurge a figura salvifica e doppio di Helen che può così arrivare ad annullare se stessa, e dunque anche il dolore che prova, perdendosi prima nel processo di condizionamento dell'astore e poi volare metaforicamente anche lei quando Mabel è ormai pronta per essere liberata. Mabel è Helen e Helen è Mabel e sebbene il loro rapporto sia più pacifico di quello tra White e Gos, la rilettura del memoriale di White conferma la necessità di annullare se stessi per zittire un'umanità che chiede e pretende che si facciano certe cose e che ci si comporti in un certo modo. Il dolore della perdita di qualcuno di caro, un dolore che si fa universale e ancestrale e dunque vicino a ciascuno di noi, vuole essere sconfitto opponendo alla sofferenza dell'animo una sofferenza materica, più che reale. Il cuore di Helen sanguina proprio come sanguinano i conigli e i fagiani cacciati da Mabel, la crudele primitività istintuale del rapace serve da catarsi per il dolore tutto umano e fragile dell'autrice. Farsi rapace, diventare invincibili dominatori dell'aria per lasciare a terra ogni debolezza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQrkFiQ68RTFBCdnCOZoBn5AzSjiI7W8ReDhq5MM7Y_5egjk8GoXg0hOZVU2KgcWMqCEm_A15-hs2MynLyl8_6FIma0ofr8XMawLo7YqxuDc6Ej5ulB3h6X0AfD7Q_xN_h4EGSzM1P0-o/s1600/513Q5vQCWiL._SX323_BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQrkFiQ68RTFBCdnCOZoBn5AzSjiI7W8ReDhq5MM7Y_5egjk8GoXg0hOZVU2KgcWMqCEm_A15-hs2MynLyl8_6FIma0ofr8XMawLo7YqxuDc6Ej5ulB3h6X0AfD7Q_xN_h4EGSzM1P0-o/s320/513Q5vQCWiL._SX323_BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" width="208" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">Copertina dell'edizione inglese</span></td></tr>
</tbody></table>
Dunque Helen e White, per motivi diversi ma ugualmente forti, vedono la natura come unico rifugio possibile per scappare dalle storture del mondo. Sono fragili, senza punti di riferimento mentre il mondo naturale governato da sue proprie leggi, anche se spietate e il racconto delle varie battute di caccia lo testimonia alla perfezione, rappresenta un <i>locus amoenus</i> dove poter vivere isolati e protetti, proprio come isolati e protetti si sentivano gli amanti dei vecchi romanzi cortesi che si rifugiavano in incantanti giardini per vivere il loro amore lontano dai doveri che la vita sociale impone. Eppure ben presto queste bolle di isolamento, per quanto bellissime e perfette, esplodono, o meglio, devono essere distrutte perché non è possibile nascondersi dalla vita, caricare qualcosa di significati riposti che confortano ma allontano pericolosamente dalla realtà, rifiutare la propria natura per calzare quella di qualcosa che non ci appartiene. Helen è sicuramente più fortunata di White che si era rifugiato nella falconeria e nel mito di Merlino per sfuggire alla sua omosessualità mai accettata, Helen deve accettare ciò che non può essere cambiato e imparare a considerare Mabel come un essere altro da sé. E quando ci riesce, quando quell'unica entità che sono il rapace e la donna ferita si scindono per ritornare ad essere Helen e Mabel, il rapporto tra le due figure si fa paradossalmente più profondo e più importante e certamente più sereno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quando si arriva alla fine del libro si ha la sensazione di aver non solo letto del cammino percorso dall'autrice ma di aver in un certo qual modo esplorato anche noi stessi, chiunque di noi ha desiderato almeno per un po' di annullare il proprio io per superare un momento difficile, a rischio poi di non riuscire più a ritrovarci, e la Macdonald proprio di questo ci parla, della necessità di ricordare chi si è, dell'accettare l'intero spettro delle emozioni umane e soprattutto di amare le persone e le cose per quello che sono. <i>Io e Mabel</i> è racconto, memoriale, romanzo, riflessione e indaga, scuote, ci parla e ci cattura con artigli solo metaforici ma che sanno colpire fino in fondo all'animo del lettore.</div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-10859491888592178272017-01-27T23:29:00.000+01:002017-01-27T23:29:25.302+01:00Meravigliosa-Mente (l'angolo della poesia) - 27 gennaio, Giornata della Memoria<div style="text-align: center;">
<b>Fuga di morte</b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvf5ljyydKmOD8T7TdV43BgRe3d8jUTCj8q7jHzRogYYvkD4iBr0oafMhO2Keczd8G1eHo9rh59MsDQlJQDN8ZQjgdbgD474fLfJJ_4dKAG-IgXEr-xnkeJLCNRCNT9d12Vprh5LJkSNE/s1600/Margarethe.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvf5ljyydKmOD8T7TdV43BgRe3d8jUTCj8q7jHzRogYYvkD4iBr0oafMhO2Keczd8G1eHo9rh59MsDQlJQDN8ZQjgdbgD474fLfJJ_4dKAG-IgXEr-xnkeJLCNRCNT9d12Vprh5LJkSNE/s400/Margarethe.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption"><span style="font-size: x-small;">"dein goldenes Haar Margarete" - Anselm Kiefer</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br />Nero latte dell’alba lo beviamo la sera</div>
<div style="text-align: center;">
lo beviamo al meriggio, al mattino, lo beviamo la notte</div>
<div style="text-align: center;">
beviamo e beviamo</div>
<div style="text-align: center;">
scaviamo una tomba nell’aria lì non si sta stretti</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Nella casa c’è un uomo che gioca coi serpenti che scrive</div>
<div style="text-align: center;">
che scrive in Germania la sera i tuoi capelli d’oro Margarete</div>
<div style="text-align: center;">
lo scrive e va sulla soglia e brillano stelle e richiama i suoi mastini</div>
<div style="text-align: center;">
e richiama i suoi ebrei uscite scavate una tomba nella terra</div>
<div style="text-align: center;">
e comanda i suoi ebrei suonate che ora si balla</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte</div>
<div style="text-align: center;">
ti beviamo al mattino, al meriggio ti beviamo la sera</div>
<div style="text-align: center;">
beviamo e beviamo</div>
<div style="text-align: center;">
Nella casa c’è un uomo che gioca coi serpenti che scrive</div>
<div style="text-align: center;">
che scrive in Germania la sera i tuoi capelli d’oro Margarete</div>
<div style="text-align: center;">
i tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell’aria lì non si sta stretti</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Egli urla forza voialtri dateci dentro scavate e voialtri cantate e suonate</div>
<div style="text-align: center;">
egli estrae il ferro dalla cinghia lo agita i suoi occhi sono azzurri</div>
<div style="text-align: center;">
vangate più a fondo voialtri e voialtri suonate che ancora si balli</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte</div>
<div style="text-align: center;">
ti beviamo al meriggio e al mattino ti beviamo la sera</div>
<div style="text-align: center;">
beviamo e beviamo</div>
<div style="text-align: center;">
nella casa c’è un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete</div>
<div style="text-align: center;">
i tuoi capelli di cenere Sulamith egli gioca coi serpenti</div>
<div style="text-align: center;">
egli urla suonate la morte suonate più dolce la morte è un maestro tedesco</div>
<div style="text-align: center;">
egli urla violini suonate più tetri e poi salirete come fumo nell’aria</div>
<div style="text-align: center;">
e poi avrete una tomba nelle nubi lì non si sta stretti</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte</div>
<div style="text-align: center;">
ti beviamo al meriggio la morte è un maestro tedesco</div>
<div style="text-align: center;">
ti beviamo la sera e al mattino beviamo e beviamo</div>
<div style="text-align: center;">
la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro</div>
<div style="text-align: center;">
egli ti centra col piombo ti centra con mira perfetta</div>
<div style="text-align: center;">
nella casa c’è un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete</div>
<div style="text-align: center;">
egli aizza i suoi mastini su di noi ci dona una tomba nell’aria</div>
<div style="text-align: center;">
egli gioca coi serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i>i tuoi capelli d’oro Margarete</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>i tuoi capelli di cenere Sulamith</i></div>
<div style="text-align: center;">
<b>Paul Celan </b>(1920 - 1970)</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNzREYupfEzeYoLwkUFMMXIcxJHLx56DD2mKiHViprTM_C6f1ymb_GUIrce8-j8qRG0qN6lruMlsoO3191xvfr45SnmVri7pifSVIQklOiaJTZpiXTTXGuoRSf8TTx_ImJ0hDPthdy5MI/s1600/anselm_kiefer.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNzREYupfEzeYoLwkUFMMXIcxJHLx56DD2mKiHViprTM_C6f1ymb_GUIrce8-j8qRG0qN6lruMlsoO3191xvfr45SnmVri7pifSVIQklOiaJTZpiXTTXGuoRSf8TTx_ImJ0hDPthdy5MI/s400/anselm_kiefer.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption"><span style="font-size: x-small;">"dein aschenes Haar Sulamith" - Anselm Kiefer </span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-28202671606574633532017-01-10T10:00:00.000+01:002017-01-10T10:00:02.507+01:00Let's talk about books: IL SOCCOMBENTE<u style="text-align: justify;">TITOLO ORIGINALE</u><span style="text-align: justify;">: Der Untergeher</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<u>AUTORE</u>: Thomas Bernhard<br />
<u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 2012 (prima ed. 1983)<br />
<u>CASA ED.</u>: Adelphi</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>"Noi diciamo una parola e annientiamo un essere umano senza che questo essere umano da noi annientato, nel momento in cui pronunciamo la parola che lo annienta, abbia cognizione di questo fatto micidiale."</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipGm0WhAsEAvRLpS00QiJtorOqIXlD08LiwwaVqR7BI1RtPbTC111tqdlOfdrD9JJRJCmGOLdC-_PdtHQozE-Xb6aWzsNJIw7bowSxNHdfrxTx5-UEuP2ANY-oXKDsPGY-VADJSlRyCms/s1600/18946809.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipGm0WhAsEAvRLpS00QiJtorOqIXlD08LiwwaVqR7BI1RtPbTC111tqdlOfdrD9JJRJCmGOLdC-_PdtHQozE-Xb6aWzsNJIw7bowSxNHdfrxTx5-UEuP2ANY-oXKDsPGY-VADJSlRyCms/s320/18946809.jpg" width="205" /></a>Dato che quest'anno la mia reading challenge è programmata su cinquanta libri ho pensato bene di mettermi subito all'opera, arrivando persino ad ignorare che oltre alle letture di piacere ci sarebbero anche i libri dell'università che domandano la loro giusta dose d'attenzione ma questo è un altro discorso... dicevo, se anche quest'anno voglio arrivare all'obiettivo prefissato bisogna darsi da fare e per facilitarmi un po' il compito in questi primi giorni del 2017 ho pensato di dedicarmi ad un romanzo di poche pagine, quindi veloce da leggere, ma denso dal punto di vista di trama e temi trattati, la mia scelta è stata dunque <i>Il Soccombente</i> di <i>Thomas Bernhard</i>, scrittore austriaco scomparso ventisette anni fa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ad attirarmi è stata soprattutto la trama che trattando di rivalità musicali mi ha subito riportato alla mente uno dei miei film preferiti, quell'<i>Amadeus</i> di Milos Forman, e lo scontro tra l'invidioso <i>Salieri </i>e <i>Mozart</i>, genio musicale forse troppo ingenuo. Pur rimanendo in Austria, anche se nulla è rimasto del fasto della corte viennese e la meravigliosa (ma questo è un parere personale) <i>Vienna</i>, e insieme a lei tutta l'Austria, è descritta come una grigia e anonima città abitata da altrettanto grigi e anonimi abitanti. Si rinuncia ad ogni ipotesi di complotto e la stessa rivalità tra musicisti è appena abbozzata, anzi è del tutto inesistente perché quando il genio ci si presenta in modo così eclatante l'unica soluzione sembra essere la rinuncia ad ogni tentativo di sfidarlo o distruggerlo, qui infatti a soccombere non è il Mozart della situazione ma colui che si rende conto di non poter mai arrivare a tali livelli di perfezione che preferisce rinunciare e soccombere. Siamo negli anni '50, quando nel <i>Mozarteum</i> di Salisburgo tre giovani aspiranti musicisti frequentano le lezioni di <i>Horowitz</i> e stringono amicizia tra loro, niente di più comune ed usuale non fosse che uno di questi tre giovani musicisti è <i>Glenn Gould</i>, virtuoso del pianoforte che in breve tempo verrà riconosciuto come assoluto genio musicale e interprete sopraffino, soprattutto delle complicate e bellissime <i>Variazioni Goldberg</i>, composte da <i>Bach</i> per allietare le lunghe notti di un conte che soffriva di una terribile insonnia. </div>
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPDcJY7aYGPrMrArPNrXUxsuvTIBtx1gu4TtGIvdH_vqwZXcsrBZUywThSyiOkVf0WoZSxfJ1hK61vWGYX89Pr8EzdOa8APrEfl1yqiF6CKe9xEryZl1R9eKvb3RB38n7wkqRsc3Y1A44/s1600/Pressefoto_Bernhard_Schmied_1988.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPDcJY7aYGPrMrArPNrXUxsuvTIBtx1gu4TtGIvdH_vqwZXcsrBZUywThSyiOkVf0WoZSxfJ1hK61vWGYX89Pr8EzdOa8APrEfl1yqiF6CKe9xEryZl1R9eKvb3RB38n7wkqRsc3Y1A44/s320/Pressefoto_Bernhard_Schmied_1988.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Thomas Bernhard</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
L'incontro, e lo scontro, tra questi tre personaggi è il punto focale di tutto il romanzo che ripercorre molti anni e circostanze nel giro di pochi minuti, il narratore si ritrova infatti a ripensare all'esistenze, sua e dei sue due amici, fermo sull'uscio di una squallida locanda dell'Alta Austria ed è costruito come un lungo flusso di coscienza in cui frasi lunghissime e una scarsa punteggiatura travolgono il lettore che si ritrova trascinato in un vortice di pensieri, riflessioni e racconti. Narratore dell'intera vicenda è uno dei tre musicisti, di cui non sapremo mai il nome, che si concentra non sulla figura del genio Gould ma soprattutto su quella di <i>Wertheimer</i>, il soccombente del titolo, colui che una volta ascoltato Gould rinuncerà non solo alla carriera concertistica ma addirittura a suonare anche una sola nota in solitudine e preferirà dedicarsi a delle vaghe "scienze dello spirito", vessando chiunque gli si avvicini e cadendo sempre più in una profonda depressione. Una rinuncia che compirà anche il nostro narratore ma che tuttavia non avrà su di lui gli esiti nefasti che avrà invece su Wertheimer.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm-0v_XfUOapDyDYELx3bOQqrZTd_o6fSFE3fY1Jd-oTyVIEK4i_O3fk1CJW_aDRS26FCoKE8gDKRWlUjd0wQsZ0ikzBUf3NHr1QyOs1_DB_dAISsH_9sqfrJTL9xTRseXOUeQOGevOZg/s1600/bei_nacht.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm-0v_XfUOapDyDYELx3bOQqrZTd_o6fSFE3fY1Jd-oTyVIEK4i_O3fk1CJW_aDRS26FCoKE8gDKRWlUjd0wQsZ0ikzBUf3NHr1QyOs1_DB_dAISsH_9sqfrJTL9xTRseXOUeQOGevOZg/s320/bei_nacht.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Il Mozarteum</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
I temi del genio, della fama, dell'incapacità a riuscire a raggiungere i propri obiettivi, l'invidia, la depressione, l'insuccesso, e anche, in un certo senso, la predestinazione a compiere il proprio destino artistico, o almeno quello che si era immaginato per sé, che si tratti di diventare virtuosi del piano, filosofi, scrittori poco importa, sono tutti temi presenti nel testo di Bernhard che però spesso viene frenato proprio dalla sua prorompente cascata di parole. Le eccessive ripetizioni, le molteplici frasi incidentali sempre uguali, se a tutta prima sembrano voler creare un senso di costrizione e claustrofobia nel lettore, successivamente si fanno troppo pesanti, diventano prigione e fanno perdere il ritmo del racconto che inizia a inciampare e suonare come un disco rotto piuttosto che come il virtuoso gioco di ripetizioni delle <i>variazioni Goldberg</i> che attraverso schemi matematici e perfette simmetrie riprendono costantemente lo stesso pacchetto di note, qua le simmetrie si fanno dissonanze e non sempre suonano riuscite all'orecchio di chi legge. In questo modo la riflessione profonda e importante sull'unicità di ogni essere umano, virtuoso o semplice, artista o locandiere, genio o comune mortale, che però deve essere capace di vedersi sempre e comunque come un'opera d'arte unica al mondo, si ritrova ad essere schiacciata dal peso di questa stancante verbosità e a suo modo soccombe anch'essa come Wertheimer, verbosità che sembra anche smentire la capacità del Gould del romanzo che in modo molto caustico e preciso era riuscito a descrivere l'amico Wertheimer con una sola e semplice parola, quella del titolo. Tuttavia non credo che fosse questo il fine ultimo di Bernhard che ci propone una storia in cui non sembra esserci un briciolo di luce e speranza a meno che non si arrivi alla piena accettazione di se stessi, virtuosismi e umane banalità insieme.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqPftNM74J9UCfDMKYAo-F5J0DO7g6g6_mQy8fOoVky8l06_wJE1deiJKmzmSTwCgHRlbMbW5aqxhmjLOfVsSV0WAsRTQtWImgtbX5iEw3OgLrctHrQIpdRFJeqMsVGgKH5gcdVDQacLM/s1600/ViennaRingView.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqPftNM74J9UCfDMKYAo-F5J0DO7g6g6_mQy8fOoVky8l06_wJE1deiJKmzmSTwCgHRlbMbW5aqxhmjLOfVsSV0WAsRTQtWImgtbX5iEw3OgLrctHrQIpdRFJeqMsVGgKH5gcdVDQacLM/s320/ViennaRingView.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Vienna</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Se la storia e i temi trattati dunque mi hanno coinvolta e interessata così non posso dire per lo stile di scrittura di Bernhard che potrebbe essere definito sperimentale ma che spesso mi ha spazientito, come se stesse per aprirsi e diventare ariosa per poi invece ricadere nel solito groviglio di martellanti ripetizioni, di vario qui non c'è nulla, ai giochi melodici di Bach si sostituisce il sordo martellare di un unico e stonato tasto di pianoforte, forse quello che lo scrittore desiderava esprimere ma probabilmente non quello che io stessa ricercavo nel testo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-5913974988396295172017-01-03T10:00:00.000+01:002017-01-03T10:00:18.463+01:00Let's talk about books: IL GATTOPARDO<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO</u>: Il Gattopardo</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>AUTORE</u>: Giuseppe Tomasi di Lampedusa</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 2006 (prima ed. 1958)</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>CASA ED.</u>: Feltrinelli</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>"Il sole [...] si rivelava come l'autentico sovrano della Sicilia: il sole violento e sfacciato, il sole narcotizzante anche, che annullava le volontà singole e manteneva ogni cosa in una immobilità servile, cullata in sogni violenti, in violenze che partecipavano dell'arbitrarietà dei sogni."</i></blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL4ITziQdjWerbCoOQbkRx8CZL51JLmAnCNewfmslwWZ3hXMw-ZBtEkmgAZHmnQ6FzROWMXn-jUgNyaZdWI38e3mcHznN-Y07j-htldt2CNbcX6aIbUOc0j-bhEPShgg38lqqv-5f5ipg/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL4ITziQdjWerbCoOQbkRx8CZL51JLmAnCNewfmslwWZ3hXMw-ZBtEkmgAZHmnQ6FzROWMXn-jUgNyaZdWI38e3mcHznN-Y07j-htldt2CNbcX6aIbUOc0j-bhEPShgg38lqqv-5f5ipg/s320/images.jpg" width="206" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Cinquantesimo libro di questo 2016 e non poteva esserci libro migliore per arrivare al traguardo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un romanzo breve che però riesce a condensare in poche pagine un lungo lasso di tempo (dal 1860 si scivola fino al 1910) e a racchiudere tutto il sentimento e le sensazioni di un'epoca. </div>
<div style="text-align: justify;">
Le vicende dell'ultimo dei Salina, il <i>Principe Fabrizio</i>, l'ultimo Gattopardo rappresentante di quella dinastia borbonica che sta vivendo gli ultimi singulti del proprio dominio, diventa il mezzo attraverso cui raccontare il passaggio dell'Italia da mera espressione geografica, come ebbe a definirla<i> Metternich</i>, a Stato unificato. Al suo centro vi è ovviamente un'aristocrazia ormai in declino che ha visto le sue ricchezze volar via come rondini che sono andate a posarsi tra i rami novelli di una nascente borghesia, volgare forse ma pronta a trarre ogni vantaggio dalle occasioni che le si presenteranno. La nobiltà è invece preoccupata che il cambiamento in atto possa portare ad una disastrosa perdita di potere e privilegi ma come nota l'astuto Tancredi, nipote del protagonista, <i>per far sì che tutto rimanga com'è bisogna che tutto cambi</i>: è così nel romanzo, è (purtroppo) anche così nella storia della nazione, almeno per chi avrà la voglia e la forza di far buon viso a cattivo gioco, con una certa dose si spensieratezza come il giovane <i>Tancredi</i> ma non l'ormai anziano e stanco Principe Fabrizio.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh544ls3IWHahEC26rA8-MLxnyPhYmH-qaHv1zC4yqBPCN-_7nqjJn8RNRa9JeNN5xzffKyf6QeZu7T3FR_uZoZz_lfPnGkY4cL1hBLpS5mt6kQo8abZwIVMKYen5VWqDpcliNQbgQ0gJc/s1600/027-claudia-cardinale-theredlist.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh544ls3IWHahEC26rA8-MLxnyPhYmH-qaHv1zC4yqBPCN-_7nqjJn8RNRa9JeNN5xzffKyf6QeZu7T3FR_uZoZz_lfPnGkY4cL1hBLpS5mt6kQo8abZwIVMKYen5VWqDpcliNQbgQ0gJc/s320/027-claudia-cardinale-theredlist.jpg" width="320" /></a>La <i>Sicilia</i>, nel romanzo perennemente battuta da un sole che tutto brucia e che tutto nasconde, si fa specchio di un'intero paese e di un intero periodo storico... certo anche i Siciliani non sono esenti da colpe e si mostrano troppo spesso indolenti e incapaci di volere o quantomeno accettare un vero e proprio cambiamento perché infondo tutto va già bene così com'è, anche se ciò, più che a una verità, corrisponde alla favola bella che gli isolani amano tanto raccontarsi, ma questo, e qui concordo con l'autore Tomasi di Lampedusa, possiamo dircelo con onesta brutalità solo fra di noi, con quell'alterigia che solo gli dèi sanno mostrare.</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"They are coming to teach us good manners but won't succeed, because we are gods."</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSBSp7RkWxil3XHC4sKF0N_uc55BRAe7l7ps_OuVtt2qRQY5_kR8T_rjzQ8Z7IjJpLDu4amjU6LZpEXCpQQL6etiIIpx8LWZQ3RkmTq27DJwpFMpazZ15nFj-atCY4d78gYqHG1M6gXuo/s1600/1448582433-0-giuseppe-tomasi-di-lampedusa-l-uomo-il-lettore-il-maestro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSBSp7RkWxil3XHC4sKF0N_uc55BRAe7l7ps_OuVtt2qRQY5_kR8T_rjzQ8Z7IjJpLDu4amjU6LZpEXCpQQL6etiIIpx8LWZQ3RkmTq27DJwpFMpazZ15nFj-atCY4d78gYqHG1M6gXuo/s320/1448582433-0-giuseppe-tomasi-di-lampedusa-l-uomo-il-lettore-il-maestro.jpg" width="320" /></a>Dunque in una nazione, l'Italia, che sta iniziando a muovere i suoi primi passi, quello che si respira in Sicilia non è il vento benefico e purificatore di un rinnovamento ma un sordido scirocco che tutto ammanta di malinconia, di rimpianti e tutto si ricopre di polvere, di decadenza, persino il giovane amore tra Tancredi e <i>Angelica</i> si riveste presto di una patina di disfacimento, nell'eterno legame tra amore e morte. Non è un caso che la lente attraverso cui osserviamo le vicende narrate sia quello del Principe Fabrizio che si aggrappa, da bravo leopardo, con le unghia e con i denti ad un sentire che non è più quello dei suoi tempi, che avverte costantemente l'inquietante ticchettio del tempo che passa e fugge via anche nei momenti più lieti. </div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWLYv0j4a_x-MX-_DkZdrYz6wqAmIl46M6ydElpOich5ciCtZ5FrxS4uzZMPhxc6coeMI-G1FJGjb4rgAND_spNSVbjjZWzwhRwYc2eQH78L2qTzqDsYkhEc2Mv9THsA0luDZt5XcrZ7M/s1600/tumblr_mxdtfm2VOu1rce5tlo1_1280.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWLYv0j4a_x-MX-_DkZdrYz6wqAmIl46M6ydElpOich5ciCtZ5FrxS4uzZMPhxc6coeMI-G1FJGjb4rgAND_spNSVbjjZWzwhRwYc2eQH78L2qTzqDsYkhEc2Mv9THsA0luDZt5XcrZ7M/s320/tumblr_mxdtfm2VOu1rce5tlo1_1280.jpg" width="320" /></a>Unico conforto per il <i>Gattopardo</i> è rimirare le stelle, unico punto fisso in un universo in completa disgregazione: che cambia esternamente, che rimane lo stesso nei suoi meccanismi interni, che si confonde e si perde in un giro di valzer, mentre gli uomini, di valore o meno, nobili e plebei, continueranno a credersi il sale della terra.</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>"Noi fummo i Gattopardi i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra."</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<i style="background-color: white; font-family: Molengo; font-size: 16.5px;"><span style="font-size: xx-small;">recensione inizialmente pubblicata su <a href="https://www.goodreads.com/review/show/1810084710" target="_blank">Goodreads</a> il 15-12-2016.</span></i><span style="background-color: white; font-family: "molengo"; font-size: 16.5px;"> </span> </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-55977719904936735942016-12-31T10:00:00.000+01:002017-01-28T12:55:16.690+01:00Let's talk about books: I VICERÈ<u>TITOLO</u>: I Viceré<br />
<u>AUTORE</u>: Federico De Roberto<br />
<u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 2014 (prima ed. 1920)<br />
<u>CASA ED.</u>: Newton Compton<br />
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
"<i>La storia d'una gran famiglia, la quale deve essere composta di quattordici o quindici tipi, tra maschi e femmine, uno più forte e stravagante dell'altro. Il primo titolo era Vecchia razza: ciò ti dimostri l'intenzione ultima, che dovrebbe essere il decadimento fisico e morale d'una stirpe esausta</i>"<br />
<span style="font-size: x-small;">Federico de Roberto</span> </blockquote>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxM3WzEcrwPyFt1sGGh6vXr0hJTB7fj_7m-5elUSFBrRpYonXQC5sA1gbHiA93aVjLHM2zwTX5nq7amgrB6JkBPMQaaONs2nbJpTFCSPiE8kvdGIymMY5w094qpWd_MJON6_4N7tsGJ4g/s1600/i-vicere_3817_x1000.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxM3WzEcrwPyFt1sGGh6vXr0hJTB7fj_7m-5elUSFBrRpYonXQC5sA1gbHiA93aVjLHM2zwTX5nq7amgrB6JkBPMQaaONs2nbJpTFCSPiE8kvdGIymMY5w094qpWd_MJON6_4N7tsGJ4g/s320/i-vicere_3817_x1000.jpg" width="208" /></a>Ebbene sì, proprio come mi era già successo con Memorie d'Adriano mi ritrovo di nuovo a dispiacermi del fatto che goodreads permetta di dare solo cinque stelle a un libro. Dopo anni e anni in cui continuavo a ripetermi che dovevo assolutamente leggere <i>I Viceré</i>, finalmente è giunto il suo momento e la prima domanda che mi sono fatta una volta girata l'ultima pagina è stata: "perché ci ho messo così tanto a decidermi a leggerlo?" La domanda rimarrà probabilmente senza risposta ma intanto mi ritrovo con un altro romanzo da aggiungere allo scaffale dei super preferiti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tuttavia data la completa assenza di questo romanzo dai radar scolastici, nonostante la storia si svolga in un periodo storico cruciale per il nostro paese (ma la cosa dovrebbe sorprendermi poco visto che per studiare semi-decentemente il Risorgimento ho dovuto aspettare di arrivare all'università!) non posso addossarmi tutte le colpe per questo ingiustificabile snobismo, infatti l'opera di <i>De Roberto</i> sembra essere stata relegata in un angolino, complice il giudizio negativo di <i>Benedetto Croce</i>, il giudice supremo degli affari della letteratura italiana. Eppure non ha assolutamente nulla da invidiare ai più titolati scrittori siciliani come Verga o Pirandello, come ebbe poi a sottolineare un altro conterraneo dello scrittore, <i>Leonardo Sciascia</i>, che si spinse oltre e sostenne che dopo i Promessi Sposi di Manzoni nell'empireo dei romanzi italiani I Viceré meritasse un posto di prim'ordine e maggiore considerazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non posso fare a meno di accordarmi al parere di Sciascia, il solo aver pensato un romanzo di tale portata è ammirevole ma essere riusciti a portarlo su carta ha dello straordinario, la prosa fluida, che in un periodo che mi vede alle prese con un esame di letteratura latina e quindi con la scrittura ricca, chiara e non verbosa e tutta giocata su un bilanciarsi di giustapposizioni e punti di vista diversi di <i>Sallustio</i> e della sua "Congiura di Catilina" mi ha fatto apprezzare doppiamente la capacità di De Roberto di costruire grandi architetture sintattiche che però hanno la capacità di librarsi leggere e avviluppare il lettore e immergerlo nella storia. Non una parola di più né una di meno di quelle necessarie, fiorita di alcuni "<i>sicilianismi</i>" che da siciliana e apprendista linguista non ho potuto far altro che notare e gustare.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkjOa1Cd9LLb08e1JYccDE0l1EEI0qE_B42aCdConnaIIFEouNPeOXDX7J6Kch9wY_BmvQbCqmyhBb3sYrWxoTmDULRw7GvkCP3IBcXGFc2W5iWderRgUDd28YtYcrGB9pqgxevXajuPs/s1600/1_.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkjOa1Cd9LLb08e1JYccDE0l1EEI0qE_B42aCdConnaIIFEouNPeOXDX7J6Kch9wY_BmvQbCqmyhBb3sYrWxoTmDULRw7GvkCP3IBcXGFc2W5iWderRgUDd28YtYcrGB9pqgxevXajuPs/s320/1_.jpg" width="226" /></a>Le vicende della famiglia <i>Uzeda</i>, dei suoi fasti e della sua grettezza, non sono altro che il racconto di un’Italia che non sembra essere poi così lontana da quella attuale: le sue corse folli e cieche verso il progresso e il cambiamento che sembrano costantemente lasciare indietro chi dovrebbe esserne il fautore e allo stesso tempo colui che dovrebbe godere delle “<i>novarum rerum</i>” che questo cambiamento dovrebbe portare con sé. Eppure come nota lo stesso Consalvo Uzeda, il personaggio più disincantato e per questo onesto fino alla disonestà e alla brutalità, ai <i>Borboni</i> possono essere succeduti i Savoia, all’ancien régime una monarchia costituzionale, ma le cose cambiano per non cambiare e coloro che erano al potere e godevano dei privilegi saranno sempre quelli al comando. Possono cambiare i nomi che si danno alle cose ma non coloro che ne muovono i fili. Una filosofia “<i>gattopardiana</i>”, quel cambiare tutto per non cambiare niente ormai passato alla storia e dovrebbe far riflettere come un’uguale filosofia si ritrovi in due romanzi di due scrittori siciliani, come se la <i>Sicilia</i> avesse potuto funzionare da cartina tornasole per la neonata nazione (ma forse anche per quella di 150 anni dopo) ma si è preferito ignorare, per nascondere le storture sotto un ricco tappeto, un po’ come si fa con la polvere quando si vuole far trovare agli ospiti (ospiti sabaudi in questo caso) tutto in perfetto ordine, però la polvere lì rimane e lì continua ad accumularsi…</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHl9whC44BnpEHnrXHCuD2RO6MohCiNvJVjgeCZZ9AIUWHcXMTqbeI6GiKOkB0APVWc0OzG_M85FMIN9yn6qzUf7MDWus3beWID8KDRO-VvKn6ZgGv9ckgSacWoDwVqiyqZNsM5puptnk/s1600/843.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHl9whC44BnpEHnrXHCuD2RO6MohCiNvJVjgeCZZ9AIUWHcXMTqbeI6GiKOkB0APVWc0OzG_M85FMIN9yn6qzUf7MDWus3beWID8KDRO-VvKn6ZgGv9ckgSacWoDwVqiyqZNsM5puptnk/s320/843.jpg" width="320" /></a>I Viceré non è certo romanzo in cui spicchino figure in cui riconoscersi o a cui voler rassomigliare, tutto il contrario, non c’è nessuno che meriti di essere salvato e chi lo meriterebbe è il primo ad essere brutalmente schiacciato dall'accalcarsi sgomitante di chi pensa solo “<i>alla roba</i>”, ad una discendenza dal sangue marcio da continuare a portare avanti, a vecchi privilegi da difendere anche a discapito di ogni affetto e legame di sangue. Dalla vecchia principessa Teresa all’ultimo virgulto dei principi di Francalanza assistiamo ad una girandola di personaggi che begano e lottano per ottenere quello che vogliono, a qualunque costo, per poi, una volta ottenutolo, gettarlo via e continuare la lotta per riportare le cose allo stato precedente. I personaggi sono molti, ma alcuni vengono seguiti marginalmente e la lente di De Roberto si concentra, per blocchi, su delle figure tipo: il viziato <i>Conte Raimondo</i>, l’odiato e superstizioso <i>Principe Giacomo</i>, il furioso ma simpaticissimo, in una famiglia dove di simpatico non c’è praticamente nessuno, <i>Don Blasco</i>, la “Santa” <i>Principessina Teresa</i> costretta a dividersi tra l’obbedienza ad ogni costo insegnatele sin da bambina e la voglia di essere artefice del proprio destino, e infine e soprattutto <i>Consalvo Uzeda</i>, il più spietato di tutti, un diavolo a cui è impossibile affezionarsi ma anche l’unico capace di comprendere che se i tempi cambiano, anche se solo apparentemente, l’unica cosa possibile da fare è cambiare con loro senza star troppo a sottilizzare sulla morale e l’etica ma gettandosi a capofitto per costruirsi la maschera più adeguata per continuare ad andare avanti, certi che il sangue e il privilegio costituiscano sempre una via preferenziale e sicura per raggiungere il successo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvNc5jVvb1k7uoLcDg7XN5YVC5IAor0hc7aMCLyuFGg6O94SIIO0HL9GuGJETmjk6u9mJM_GLLAfSEHfs2NYLX-q7ukfl4d7FMniDw2NnxKgjkPNd7XpOoDJhrFkPdOGxAa1ymCXzUclc/s1600/Giardino_dei_novizi.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvNc5jVvb1k7uoLcDg7XN5YVC5IAor0hc7aMCLyuFGg6O94SIIO0HL9GuGJETmjk6u9mJM_GLLAfSEHfs2NYLX-q7ukfl4d7FMniDw2NnxKgjkPNd7XpOoDJhrFkPdOGxAa1ymCXzUclc/s320/Giardino_dei_novizi.jpg" width="320" /></a>A fargli da contrappunto la figura malinconica e romantica del cugino <i>Giovannino</i> che come Consalvo non si adatta al modo di vivere e pensare della propria famiglia ma, a differenza del principino, non riesce a dissimulare il proprio malcontento, complice anche il fatto di essere semplicemente un secondogenito senza alcuna prospettiva, e a cui non resterà che pagare un prezzo altissimo per la propria libertà.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lasciate da parte le follie e le monomanie dei parenti, Consalvo riuscirà ad imporsi e alla vecchia zia filoborbonica consegnerà a voce quello che può essere considerato il manifesto e punto focale di tutto il romanzo:</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>“Io farei veramente divertire Vostra Eccellenza, scrivendole tutta la cronaca contemporanea con lo stile degli antichi autori: Vostra Eccellenza riconoscerebbe subito che il suo giudizio non è esatto. No, la nostra razza non è degenerata: è sempre la stessa.”</i></blockquote>
<i><span style="font-size: x-small;">recensione inizialmente pubblicata su <a href="https://www.goodreads.com/review/show/1810084889?book_show_action=false&from_review_page=1" target="_blank">Goodreads</a> il 01-12-2016.</span></i> </div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-18858539525042924542016-12-29T10:00:00.000+01:002016-12-30T15:30:05.466+01:00Let's talk about books: I BUDDENBROOK. DECADENZA DI UNA FAMIGLIA<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO</u>: I Buddenbrook. Decadenza di una famiglia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>AUTORE</u>: Thomas Mann</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 1930 (Ed. originale 1901)</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>CASA ED.</u>: Newton Compton</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>"Aveva sentito quanto male ci possa fare la bellezza, </i><i>come possa gettarci nella vergogna e nella struggente disperazione, </i><i>e annientare tuttavia in noi anche il coraggio </i><i>e la capacità di vivere la vita comune."</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQTdw50xpAERc4up2E78Tuw-MPwplqqJBexk5Tn3IdZ20-T9KKfcX1x8uN2NhALrUGKZy2GreZ61bW5242fAj1U-fcup-NuzoTWHI76qWzx8EKIUmwNWttmDYUjmfoQMDJKPTfmHfw4gY/s1600/i-buddenbrook_8293_x1000.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQTdw50xpAERc4up2E78Tuw-MPwplqqJBexk5Tn3IdZ20-T9KKfcX1x8uN2NhALrUGKZy2GreZ61bW5242fAj1U-fcup-NuzoTWHI76qWzx8EKIUmwNWttmDYUjmfoQMDJKPTfmHfw4gY/s320/i-buddenbrook_8293_x1000.jpg" width="208" /></a>Primo incontro con questo gigante della letteratura tedesca e non è stata affatto una cattiva esperienza. Per vie traverse (leggasi: serie tv tratta dal libro) conoscevo a grandi linee la storia ma ovviamente leggere il romanzo è tutta un'altra cosa e devo dire che sono riuscita ad apprezzarne di più la trama e a non vederla come una sequela di sfortune capitate tutte alla stessa famiglia. Ovviamente il romanzo non sprizza allegria da tutti i pori (o lettere? o parole?) ma il progresso di questo lento ma inesorabile disfacimento assume senz'altro profondità e acquista senso, dopotutto che la fine sarebbe stata ingloriosa ce lo suggerisce lo stesso <i>Mann</i> con un sottotitolo quanto mai brutale, nessuna gloria per la famiglia <i>Buddenbrook</i> ma solo un fatale decadimento.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Eppure riflettendoci bene, a fine lettura, e analizzando per filo e per segno le varie disavventure occorse a questa famiglia di commercianti non si rinvengono particolari tragedie e colpi mancini del destino, eppure... Eppure la decadenza, il molle sfinimento è chiaramente avvertibile anche quando le cose non vanno poi così male, spia ne sono i bizzarri malesseri di <i>Christian Buddenbrook</i> che ci accompagneranno, come un mistero insoluto, per tutta la narrazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4UO9bAhYbG0qVI-3BhUI8kGpv6TlbWpYVlNl7YVgLUoX2XyJ8jdJvuTGBYl9PU4YAO29-jG1diRqF_7IJ639Tn6gYwPuJ4SSrhV_5KW6NUSyCOIokKG_0yFAHZIQmijqfDnzHT6h_Uu0/s1600/La-facciata-della-casa-dei-Buddenbrook.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4UO9bAhYbG0qVI-3BhUI8kGpv6TlbWpYVlNl7YVgLUoX2XyJ8jdJvuTGBYl9PU4YAO29-jG1diRqF_7IJ639Tn6gYwPuJ4SSrhV_5KW6NUSyCOIokKG_0yFAHZIQmijqfDnzHT6h_Uu0/s320/La-facciata-della-casa-dei-Buddenbrook.jpg" width="248" /></a>Attraverso una scrittura fluida ma che poco partecipa ai sentimenti dei protagonisti, e che non risparmia critiche e pungenti ironie, si scorre abbastanza velocemente attraverso svariate generazioni di casa Buddenbrook, caratteri diversi accomunati però da una continua non realizzazione di desideri e potenzialità, se la fortuna aveva arriso al capostipite così non sarà invece per i suoi successori: <i>Tom</i>, <i>Tony</i> e il piccolo <i>Hanno</i>, solo per citarne alcuni, hanno una vita segnata, un po' fautori del proprio terribile destino e un po' costretti dalle circostanze e dai legacci di una vita, quella della <i>Lubecca</i> della fine dell'800, ancora troppo condizionata da rigide regole di comportamento, soprattutto per le donne.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVkmveXRNwq47uM94PCaJr2a4KFe8OJ1Cbq3sM_mCL7vsayttJn5WOuq4hGD5mJvN55v_Zmz620ydU9Zg3zNL8XtFyomuQEn_n-dh9PBWOkdIJd191wi20bakSWu4oC66uSRCz3iVTGkA/s1600/thomas_mann.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVkmveXRNwq47uM94PCaJr2a4KFe8OJ1Cbq3sM_mCL7vsayttJn5WOuq4hGD5mJvN55v_Zmz620ydU9Zg3zNL8XtFyomuQEn_n-dh9PBWOkdIJd191wi20bakSWu4oC66uSRCz3iVTGkA/s320/thomas_mann.jpg" width="241" /></a>Mann ad ogni modo ci trascina in questa danza macabra in cui spicca la lezione filosofica di <i>Nietzsche</i> e <i>Schopenhauer</i>, in un mondo ormai lontano dal rassicurante positivismo e lanciato inesorabilmente verso periodi bui e complicati.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Aggiungo che leggere i Buddenbrook poco prima di iniziare <i>i Viceré</i> ha sicuramente aiutato ad ampliare la prospettiva e a rendere ancora più godibile il secondo romanzo instaurando delle specie di corrispondenze (e differenze) tra due diverse "decadenze", aggiungeremo al trio delle famiglie in sfacelo anche i Salina de<i> Il Gattopardo</i> di Tomasi di Lampedusa attualmente in lettura...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i style="font-size: small;">*Letto per il Salotto di Lettura di Pennylane, recensione inizialmente pubblicata su <a href="https://www.goodreads.com/review/show/1731812571?book_show_action=false&from_review_page=1" target="_blank">Goodreads</a> il 12-12-2016.</i></div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-12858608710011209652016-06-10T18:07:00.000+02:002016-06-13T14:44:22.356+02:00Let's talk about books: UNA MARINA DI LIBRI 2016<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtjiBArwaHzZIZ3tjdDGrKjIC2YQ4PHK2j9WurQdXdKk86PBVohpz-4lNFDZW-qc9nKSKIf7H6XABdtdhg_7d-xwza_9r1UuuM1u9LMR4i9yWGgjEloQ8U79RvkfPgj8sSCRcfaXvs83c/s1600/CATALOGHI.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtjiBArwaHzZIZ3tjdDGrKjIC2YQ4PHK2j9WurQdXdKk86PBVohpz-4lNFDZW-qc9nKSKIf7H6XABdtdhg_7d-xwza_9r1UuuM1u9LMR4i9yWGgjEloQ8U79RvkfPgj8sSCRcfaXvs83c/s400/CATALOGHI.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Cosa fa un amante dei libri quando nella propria città si organizza una rassegna interamente dedicata ai libri e alla scrittura? Ovviamente non si può che rispondere "presente!", calzare scarpe comode e prepararsi a vagare per i vari stand con gli occhi sognanti, consapevoli che a fine giornata la propria lista desideri avrà raggiunto una lunghezza alquanto preoccupante.</div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-wXsv0MRIeIcv83Hw1v7SnCgvC86DxDvs098tHKFHyKGJf12eyU4DF92fSdU4B5rrHYgKrrkAQXdJz4eoxB3PYacb6OAUxQ-CVXsgZJrlB6yOGoxmp8FqU0_xLn0l5fpd3CtckusDFdE/s1600/ORTOBOTANICO.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-wXsv0MRIeIcv83Hw1v7SnCgvC86DxDvs098tHKFHyKGJf12eyU4DF92fSdU4B5rrHYgKrrkAQXdJz4eoxB3PYacb6OAUxQ-CVXsgZJrlB6yOGoxmp8FqU0_xLn0l5fpd3CtckusDFdE/s200/ORTOBOTANICO.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Orto Botanico, Gymnasium.</span></td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPR4gaPyf1_fVHThKlMP6nug1M9jcxRUB9L0JmJybaAbFquwigmw-TAiEDu-PORs7PhZ3sXlLW-EsV0GWVLk2eFH-v0zJW-aWPA809BsrIeY9uw7rdJjNrA_pcQOhg8DCLmdp8itFihHY/s1600/ORTOBOTANICO-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPR4gaPyf1_fVHThKlMP6nug1M9jcxRUB9L0JmJybaAbFquwigmw-TAiEDu-PORs7PhZ3sXlLW-EsV0GWVLk2eFH-v0zJW-aWPA809BsrIeY9uw7rdJjNrA_pcQOhg8DCLmdp8itFihHY/s200/ORTOBOTANICO-2.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Orto Botanico.</span></td></tr>
</tbody></table>
Questo è quello che è successo anche a me, proprio ieri, 9 giugno, quando mi sono recata a <u><b>Una </b></u><b><u>Marina Di Libri</u></b>, il festival del libro che ogni anno, da sette anni, si tiene nella mia città natale, <i>Palermo</i>. L'evento interamente dedicato alla lettura e all'editoria indipendente quest'anno presenta un'offerta decisamente più ampia rispetto agli anni passati, sintomo di un interesse e di un successo in costante crescita, infatti nel corso dei quattro giorni (dal 9 al 12 giugno) si alterneranno tantissimi ospiti e tanti eventi dedicati alla presentazione di libri, reading, corsi di scrittura creativa e attività dedicate ai più piccoli. </div>
<div style="text-align: justify;">
A testimoniare ulteriormente come questo evento si stia guadagnando un posto di tutto rispetto nel calendario culturale della città concorre anche la scelta della location in cui sistemare gli stand e organizzare i vari incontri; dopo i chiostri, belli ma piccoli, del <i>Museo di Storia Patria</i> e della <i>Galleria d'Arte Moderna</i>, Una Marina di Libri approda nella splendida cornice offerta dall'<b>Orto Botanico</b> di Palermo: luogo a lungo tempo trascurato e dimenticato che invece nasconde al suo interno piante rare ed edifici di notevole bellezza. Risalta subito come si sia voluto creare un azzeccato paragone tra la crescita delle piante che necessitano di acqua, buona terra e cure così come ogni individuo per divenire maturo, informato e responsabile necessiti di buoni libri e delle capacità critiche e di riflessione che solo la lettura è capace di far maturare in ognuno di noi, insomma i libri sono per noi quello che acqua e sole sono per piante e fiori.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRTzMbO8Lztf0nDvtGP-6ipnX70MYvaZUij5YcYbiNSv31M9efcocfJKSKKdtepF85PDXzQB3jgHNtnNG1l10HRTWfiawEAN721P5NZJT1Xqt1Y1ylBJJ2TyfdO5SNTi60HsQNxtPS5mk/s1600/CATALOGOTUNUE.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRTzMbO8Lztf0nDvtGP-6ipnX70MYvaZUij5YcYbiNSv31M9efcocfJKSKKdtepF85PDXzQB3jgHNtnNG1l10HRTWfiawEAN721P5NZJT1Xqt1Y1ylBJJ2TyfdO5SNTi60HsQNxtPS5mk/s320/CATALOGOTUNUE.jpg" width="230" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Poster/Catalogo della Tunuè</span></td></tr>
</tbody></table>
Una volta entrati, lo spazio espositivo si apre subito davanti a noi con i gazebo di note case editrici locali come <i>Sellerio</i>, <i>Kalòs</i> e <i>Flaccovio</i> che conosco e apprezzo, oltre agli immancabili punti ristoro, giusto per consolidare il detto secondo cui a Palermo "non si mangia per vivere ma si vive per mangiare". In questo tratto del percorso ad attirare la mia attenzione è stato il colorato stand della <b>Tunuè</b> che si occupa principalmente di pubblicare bellissime graphic novels, diversi libri hanno catturato il mio interesse e spero di poter leggere qualcosa al più presto, tra i titoli che ho adocchiato: <i>Sostiene Pereira</i>, trasposizione grafica del libro di Tabucchi che ho letto recentemente (mia recensione <b><u><a href="http://afoxamongthebooks.blogspot.it/2016/06/sostiene-pereira.html" target="_blank">qui</a></u></b>), <i>Maledetta Balena</i> di Chendi, si sa che non riesco a resistere alle storie ambientate durante i conflitti mondiali, <i>Beowulf</i> e <i>Storie di Un'Attesa</i> del palermitano Algozzino che mi è stato caldamente consigliato dal gestore dello stand. Inoltre la Tunuè si aggiudica il (mio personalissimo) premio per il catalogo più carino, si tratta infatti di un grazioso poster sul cui retro sono segnalate le ultime pubblicazioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Continuando la passeggiata ci si inoltra in un ampio corridoio alberato, una vera benedizione dato il clima già estivo, ai cui lati è possibile continuare a trovare tantissimi libri e oggetti legati al mondo della lettura, mentre se si decide di svoltare a desta o a sinistra è possibile trovare un'area relax e un'area tutta dedicata ai bambini. In questo tratto ho ritrovato lo stand della <b>21 Editore</b> da cui l'anno scorso ho acquistato un saggio di storia romana e ho notato con piacere che la pubblicazione di libri d'argomento storico continua solerte. Infine si arriva nel punto più ricco e suggestivo del percorso, ovvero lo stagno delle ninfee, nello spazio circolare intorno allo specchio d'acqua sono sistemati, uno dopo l'altro in stretta sequenza, tantissimi gazebo di notissime case editrici indipendenti, in ordine ho visitato:</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoyVIThtPxEe1Ye1CdmgxF2UOYOwkmrqNxjFJwuamYT0t_3GbhSGyRE8UGhFpoEzX3R2xhDPd7NhWKKF36-_V_OZxVCvphA5oJgbR21XPQu44j6clY2_I6UAOP0wVJaOkN0eqXayc1_gc/s1600/PANORAMICA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="175" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoyVIThtPxEe1Ye1CdmgxF2UOYOwkmrqNxjFJwuamYT0t_3GbhSGyRE8UGhFpoEzX3R2xhDPd7NhWKKF36-_V_OZxVCvphA5oJgbR21XPQu44j6clY2_I6UAOP0wVJaOkN0eqXayc1_gc/s400/PANORAMICA.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Lo stagno delle Ninfee.</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>NN Editore</b>: probabilmente lo stand dove avrei acquistato di più ma molti titoli andrebbero letti in sequenza e ho quindi preferito rimandare un possibile acquisto a tempi migliori in modo tale da non dividere un libro dal suo seguito. I titoli che ho prontamente segnato per il prossimo futuro sono: la trilogia della pianura di <i>Kent Haruf</i>, <i>Anche Noi L'America</i> di Cristina Henrìquez, <i>Panorama</i> di Tommaso Pincio, <i>Le Cose Che Restano</i> e <i>Sembrava Una Felicità</i> di Jenny Offill e <i>Le Prime Quindici Vite di Harry August </i>di Claire North.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQIkAbwvNAQtXFLn-br-o_ZCl-RzaiXRXIYANo98K10Ockkc-j-mAB1pud6ZPT6BWis1zTNoewC7QvT61gpAq1wVgBUd8XYVHAPW9jLGpz3oS91R2mQyIXvF9furB2yddZFZ32732FzLc/s1600/NNEDITORI.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQIkAbwvNAQtXFLn-br-o_ZCl-RzaiXRXIYANo98K10Ockkc-j-mAB1pud6ZPT6BWis1zTNoewC7QvT61gpAq1wVgBUd8XYVHAPW9jLGpz3oS91R2mQyIXvF9furB2yddZFZ32732FzLc/s400/NNEDITORI.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">NN Editore</span></td></tr>
</tbody></table>
<div>
<br /></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Marcos y Marcos</b>: i preparati e disponibili gestori dello stand mi hanno invece consigliato <i>Io e Henry</i> di Giuliano Pesce, giovanissimo autore emergente, che hanno paragonato a <i>Nick Hornby</i> e da grande estimatrice dell'autore inglese penso che dovrò proprio dare una chance al romanzo di Pesce. Infine grande curiosità hanno destato i due romanzi dello scrittore turco <i>Hakan Gunday</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7ohG5fxNNoGw1OmFSCePDbf8L-nx1-Fjzm6w_FX_CTKZR9kLfFMLWIRjamohNukpVnUfprgqX85pJ3vRBkWowBnzknF7QJnn6ZUprPTkDvvGWXuJNWj2Ydr44DKIxPdYFWPQO9bYH9eQ/s1600/MARCOSYMARCOS.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="162" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7ohG5fxNNoGw1OmFSCePDbf8L-nx1-Fjzm6w_FX_CTKZR9kLfFMLWIRjamohNukpVnUfprgqX85pJ3vRBkWowBnzknF7QJnn6ZUprPTkDvvGWXuJNWj2Ydr44DKIxPdYFWPQO9bYH9eQ/s320/MARCOSYMARCOS.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Marcos y Marcos</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Fazi</b>: ovviamente mi sono fiondata subito nell'angolino dove erano esposti i romanzi della mia adorata <i>Charlotte Bronte</i>, all'appello nella mia libreria manca solo <i>Il Professore</i> che acquisterò al più presto e ammetto di aver fatto più di un pensierino anche alla biografia della scrittrice inglese. Ovviamente non mancavano i romanzi di <i>Hilary Mantel</i> di cui la Fazi ha pubblicato non solo Wolf Hall e Anna Bolena, Una Questione di Famiglia ma anche la trilogia dedicata alla Rivoluzione Francese: La storia segreta della rivoluzione, Un posto più sicuro e I giorni del terrore. Altri titoli molto interessanti: <i>Bruges La Morta</i> di Georges Rodenbach e <i>La Saga dei Cazalet</i> di Elizabeth Jane Howard. Piccola, piccolissima delusione per non aver trovato la shopping bag con stampato su il ritratto della Bronte ma è anche stato lo stand in cui mi sono beccata una simpatica e bonaria ramanzina per non aver ancora letto <i>Stoner</i> di Williams, ho subito promesso che rimedierò!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0qt4yv71qFU6mMM9afBTV1TZzEjP17_DcKosRSampIb3tzC66E4qFGsXXiAabwVS5xkH9I7CvX5Ir_shC5j886kM87IYZnMfcvCcsdLa4k01LkDAxA8KyUg9FjyTRwM9TOTwLQ0ujxx0/s1600/FAZI-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0qt4yv71qFU6mMM9afBTV1TZzEjP17_DcKosRSampIb3tzC66E4qFGsXXiAabwVS5xkH9I7CvX5Ir_shC5j886kM87IYZnMfcvCcsdLa4k01LkDAxA8KyUg9FjyTRwM9TOTwLQ0ujxx0/s400/FAZI-2.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Fazi</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Edizioni E/O</b>: di questa casa editrice ho apprezzato non solo l'ampio catalogo ma anche la professionalità e la gentilezza con cui la signora addetta allo stand ha saputo mostrarmi i vari titoli e consigliarmi seguendo i miei gusti personali. È stato davvero piacevole poter trascorrere qualche minuto a parlare di libri e di ciò che significa la lettura, arrivando alla conclusione che non si possono mai possedere "troppi libri" e che si può rinunciare a tutto nella vita meno che alla lettura e alla capacità straordinaria che hanno delle semplici parole stampate su altrettanto semplice carta di emozionarci, farci crescere, viaggiare nello spazio e nel tempo e soprattutto riflettere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho ritrovato con piacere una mia vecchia conoscenza letteraria, ovvero <i>Éric-Emmanuel Schmitt</i>, drammaturgo e scrittore di cui ho apprezzato la pièce teatrale Il Visitatore e il piccolo ma illuminante saggio su Beethoven e il potere della sua musica (mia recensione <a href="http://afoxamongthebooks.blogspot.it/2015/10/quando-penso-che-beethoven-e-morto-mentre-tanti-cretini-ancora-vivono.html"><b>qui</b></a>). Alla fine indecisa su due titoli, ho deciso di acquistare <i>La Melodia di Vienna</i>, romanzo storico e saga familiare insieme ambientata ovviamente a Vienna e che avevo già notato in libreria. Segnalo che tutti i libri hanno uno sconto del 15%.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYegvUmEg_jKB01qf0UBJ3dwct8ctllH6OwdVBIPlmmQOMQi_Wa7ob8sb6mcLGzaaVmQRPSArprVdW7YRsxzDeB4oHuXoW1CKGCtRLONddYDrWkfDuOFEf_OmnMs7LtRi2y-ErYhmfXQY/s1600/IPERBOREA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYegvUmEg_jKB01qf0UBJ3dwct8ctllH6OwdVBIPlmmQOMQi_Wa7ob8sb6mcLGzaaVmQRPSArprVdW7YRsxzDeB4oHuXoW1CKGCtRLONddYDrWkfDuOFEf_OmnMs7LtRi2y-ErYhmfXQY/s400/IPERBOREA.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Iperborea</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Iperborea</b>: che dire del catalogo Iperborea? I particolari ed eleganti volumi sembrano mormorare "leggimi, leggimi" anche solo passando frettolosamente davanti allo stand, poi se si vuole approfondire ciò che ha da offrire la letteratura del nord Europa è impossibile sfuggire alla più vasta collezione di romanzi di scrittori finlandesi, svedesi, islandesi ma anche olandesi. Io, forse prevedibilmente, ho finalmente acquistato <i>La vera storia del pirata Long John Silver</i> di Bjorn Larsson, probabilmente uno dei migliori romanzi che io abbia mai letto (mia recensione <a href="http://afoxamongthebooks.blogspot.it/2016/02/la-vera-storia-del-pirata-long-john-silver.html"><b>qui</b></a>), lo avevo in ebook ma necessitavo della copia cartacea da sistemare orgogliosamente nella mia libreria. Consiglio non solo di recuperare il libro di Larsson ma anche di dare un'occhiata a ciò che la casa editrice propone, io ho visto così tanti libri che penso sarà necessario appuntarne i titoli da qualche parte.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX5mUMLJvbY0y9oOSqRMy4kwgORXw3SkmFhTaYmPG95FUUe4yL7ij_FmkYCfMpd2RVncJ4rrFzVFiYuS0TECoJbtAfLIh0iGKcq7rgLiTExvaxmpx4LsBqRiZbETr1zKBX4DBcw6NuQ1Q/s1600/ACQUISTI.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX5mUMLJvbY0y9oOSqRMy4kwgORXw3SkmFhTaYmPG95FUUe4yL7ij_FmkYCfMpd2RVncJ4rrFzVFiYuS0TECoJbtAfLIh0iGKcq7rgLiTExvaxmpx4LsBqRiZbETr1zKBX4DBcw6NuQ1Q/s320/ACQUISTI.jpg" width="190" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">I miei acquisti + cataloghi.</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Purtroppo, a causa del tempo tiranno, ho potuto dare solo un'occhiata veloce agli stand della <b>Minimum Fax</b> e della <b>Voland</b> che mi sono sembrati tuttavia pieni di novità interessanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
È stata sicuramente un'esperienza galvanizzante, è stato bello poter trascorrere un po' di tempo immersi tra libri e natura, connubio quanto mai perfetto, godendosi l'aria aperta con calma e lentezza e sfogliando un testo di tanto in tanto. L'unico problema? È del tutto personale e in fin dei conti forse anche banale, ma mi sarebbe piaciuto poter avere un budget più sostanzioso, ho individuato tanti, troppi titoli che sembrano meritare di essere letti ma sono sicura che il mio non sia stato un addio definitivo ma soltanto un arrivederci. Insomma la manifestazione è uno di quegli eventi da segnare in rosso sul calendario e da visitare assolutamente, che sia per scoprire nuovi autori o ritrovare vecchie conoscenze poco importa, l'importante è leggere quanto più si può e perché no, anche sostenere l'editoria indipendente che lotta e resiste in un mercato certamente non facile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una Marina di Libri rappresenta una necessaria boccata di aria fresca in una città che purtroppo troppo spesso dimentica quanto deve alla propria cultura e quanto si potrebbe realizzare sfruttandola nel miglior modo possibile. Sapere che almeno per qualche giorno durante l'anno è possibile tuffarsi nel mondo dei libri e dell'editoria è un pensiero davvero consolante, e il successo ottenuto dalla manifestazione fa certamente sperare in un programma che potrà farsi sempre più ampio e dal respiro sempre più internazionale, se il faro resta il <i>Salone del Libro di Torino</i> perché non provare a raggiungerlo? Infondo i libri ci insegnano anche a sognare e ci dicono che nulla è impossibile, e quindi sogniamo! Sempre con un libro a portata di mano, ovviamente.<br />
<br />
<i>Le foto sono state scattate da me, si prega quindi di non riutilizzarle senza citare la fonte, cioè questo blog.</i></div>
</div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-65309439915368590252016-06-01T11:00:00.000+02:002016-06-13T14:44:32.495+02:00Let's talk about books: SOSTIENE PEREIRA<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO</u>: Sostiene Pereira</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>AUTORE</u>: Antonio Tabucchi</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 1994</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>CASA ED</u>.: Feltrinelli</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>"E di me cosa resterebbe?, chiese Pereira, io sono quello che sono, con i miei ricordi, con la mia vita trascorsa, le memorie di Coimbra e di mia moglie, una vita passata a fare il cronista in un grande giornale, di me cosa resterebbe? L'elaborazione del lutto, disse il dottor Cardoso, è un'espressione freudiana, mi scusi, io sono un sincretista e ho pescato un po' di qua e un po' di là, ma lei ha bisogno di elaborare un lutto, ha bisogno di dire addio alla sua vita passata, ha bisogno di vivere nel presente, un uomo non può vivere come lei, dottor Pereira, pensando solo al passato. E le mie memorie, chiese Pereira, e quello che ho vissuto? Sarebbero solo una memoria, rispose il dottor Cardoso, ma non invaderebbero in maniera così prepotente il suo presente, lei vive proiettato nel passato, lei è qui come se fosse a Coimbra trent'anni fa e sua moglie fosse ancora viva, se lei continua così diventerà una sorta di feticista dei ricordi, magari si metterà a parlare con la fotografia di sua moglie."</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJqw42qMg_EsVlvGOSL1nyft1A55mk0QHLmcqg7Vd-RE_ov6QW5gVYFAUjoIBj5o2brhu1BQWjZi9i1da-owMOf5zcCM9LPnsu21HfnUYXAm0M_1Fkkjv_29HK-XWeJJUhSLGSiAfmyW8/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJqw42qMg_EsVlvGOSL1nyft1A55mk0QHLmcqg7Vd-RE_ov6QW5gVYFAUjoIBj5o2brhu1BQWjZi9i1da-owMOf5zcCM9LPnsu21HfnUYXAm0M_1Fkkjv_29HK-XWeJJUhSLGSiAfmyW8/s400/images.jpg" width="243" /></a>Chi è Pereira? Pereira è un uomo anziano, direttore della pagina culturale di un giornale di Lisbona, in costante lotta con i chili di troppo e con un cuore non più tanto affidabile che inizia a fare degli scherzi. Un uomo che sembra non aver niente di nuovo da chiedere alla vita e che ama cullarsi nel nostalgico ricordo di un passato ormai perduto. È vedovo ma ciò non lo ferma dal continuare a dialogare con l’amata moglie, o meglio a scambiare univoche riflessioni con il ritratto di lei, figurina ormai sbiadita dei tempi felici che furono. Pereira si ritrova spesso a sognare la sua gioventù, quando era solo uno studente dell’università di Coimbra, era giovane e snello e soprattutto aveva ancora tutta la vita davanti e l’opportunità di lasciare un segno, anche attraverso i suoi apprezzati articoli di cronaca, quando ancora il regime e la censura della dittatura di Salazar non erano apparsi ad oscurare l’orizzonte della nazione portoghese. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nel 1938 le cose sono molto diverse, come il Portogallo si rifiuta di vedere il regime dittatoriale ormai in atto, così Pereira si rifugia nella redazione, distaccamento cultura, del giornale pomeridiano Lisboa: una piccola stanzetta in un anonimo palazzo, luogo sicuro e di conforto per il Signor Pereira che guarda al mondo là fuori con occhi ciechi e che preferisce tradurre in tutta tranquillità i racconti dei suoi amati autori francesi. La vita scorre semplice, ripetitiva, ignara persino di quanto succede nella vicina Spagna, dove si combatte la guerra civile che segnerà sfortunatamente l’ascesa del generale Francisco Franco. L’importante è rifugiarsi nel passato, nella consolazione che solo autori morti e sepolti da secoli possono dare, guardare indietro per evitare di guardare avanti, verso un presente e un futuro che persino inconsapevolmente fanno paura.<br />
<a name='more'></a></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid503KZ9w_OA4PSztb-PNoqzx4nZ5cArkgAmCnQkD80bfr6b8mNoa28P8GfNRk90gP5wIdHtCcBqJvmtvL-7KePWOywYq8lHhFX1SlmYnUE0n07W0gR5cONBkLQ3zrIWotY6oH0zGgJnY/s1600/taucchi2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid503KZ9w_OA4PSztb-PNoqzx4nZ5cArkgAmCnQkD80bfr6b8mNoa28P8GfNRk90gP5wIdHtCcBqJvmtvL-7KePWOywYq8lHhFX1SlmYnUE0n07W0gR5cONBkLQ3zrIWotY6oH0zGgJnY/s320/taucchi2.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Antonio Tabucchi</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Ma la vita, il caso, il destino, gli dei come li chiamava Pessoa, non ci mettono molto a giocarci un tiro mancino e metterci davanti all’inevitabilità dei fatti, a prenderci a schiaffi per la nostra indolenza. Per un uomo di cultura ormai anziano che usa tale sapienza solo per nasconderci la testa come farebbe uno struzzo con la sabbia; così per un giovane di belle speranze, neo laureato, cultura e pensiero devono tendere ad un unico fine: risvegliare le coscienze e soprattutto aiutare le persone ad utilizzare il passato per leggere il presente, per evitare di ricadere sempre negli stessi errori. Monteiro Rossi irrompe nella vita di Pereira quasi per caso, un segmento della sua tesi di laurea in filosofia viene pubblicato su un quotidiano e Pereira, fervente cattolico, sempre sensibile ai temi che riguardano l’anima e la resurrezione, rimane colpito dalla riflessione profonda che il giovane fa sulla morte. Pensa di aver trovato il collaboratore perfetto per occuparsi della stesura dei cosiddetti “coccodrilli”, necrologi su uomini illustri preparati anzitempo, giusto per non farsi cogliere impreparati quando il luttuoso evento avrà luogo. Tuttavia il sodalizio non è tutto rose e fiori, Monteiro Rossi non sembra poi così interessato a parlare di morte, vorrebbe invece discutere sulla vita, e quando cerca di accontentare Pereira presentandogli un necrologio questi sono tutti ritenuti impubblicabili dall’anziano giornalista perché potrebbero essere giudicati sediziosi secondo le logiche di regime, infatti ogni articolo per il giovane è occasione per traslare l’operato dell’illustre artista di cui scrive e lanciarsi in un’aspra e sprezzante analisi del suo presente: se D’Annunzio viene giudicato per la sua vicinanza agli ideali fascisti, ideali che si riscontrano tal quali anche nella dittatura di Salazar, il necrologio di Majakovskij è invece l’occasione per presentare un uomo di cultura tradito dal regime bolscevico e costretto al suicidio pur di non abiurare alle proprie idee. Ogni volta che Pereira chiede un’analisi scevra di ogni connotazione politica, asettica, di un uomo di cultura e della sua opera, Monteiro Rossi non può fare a meno di inserire una critica, un pensiero personale, un’analisi ardita per quei tempi difficili. </div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg59np2joWv5q-42p1szxxI_rjPb7npgJ9ekO-bityrznroDrKKxC20XJ3_YGEPuLxJy9OcVGBQ9dbrTNsXZN1GiAc2gKhR7PcuNrWrKc8whxdVfjmPYFNnRSNGbOtELAQZoJdJs-E3__U/s1600/audiogrammi-sostiene-pereira-1978.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg59np2joWv5q-42p1szxxI_rjPb7npgJ9ekO-bityrznroDrKKxC20XJ3_YGEPuLxJy9OcVGBQ9dbrTNsXZN1GiAc2gKhR7PcuNrWrKc8whxdVfjmPYFNnRSNGbOtELAQZoJdJs-E3__U/s320/audiogrammi-sostiene-pereira-1978.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Un'immagine del film tratto dal romanzo, <br />Pereira è interpretato da Marcello Mastroianni.</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Pereira avrebbe tutte le ragioni per licenziare il ragazzo, eppure non lo fa, anzi continua a pagargli lo stipendio e a riporre in una cartellina tutti i suoi articoli. Il gesto che per Pereira ha motivazioni inspiegabili è invece il primo segno di un risveglio della coscienza. Il vecchio signore che pensa di non poter dire più nulla perché ha detto tutto, scopre invece di avere ancora una voce e la possibilità di sfruttarla per aprire occhi e menti. La sua vita fatta di gesti ripetuti e da affermazioni insindacabili, come sottolinea la costante ripetizione del verbo “sostiene” nel corso di tutta la narrazione, si sta sgretolando, la torre d’avorio in cui si era rifugiato in compagnia dei suoi autori francesi e del suo vocabolario Larousse, si scopre avere fondamenta di sale che vengono prontamente spazzate via dalla marea di un’anima che risorge a nuova vita. Sostiene Pereira è infatti un meraviglioso e potente canto sulla libertà, non solo quella fisica, ma anche e soprattutto morale e culturale. La libertà di parlare di qualunque autore si voglia, la libertà di esser critici, la libertà di stampa, la libertà di interpretare, insomma la libertà di esperire tutte quelle funzioni a cui per prime vengono tarpate le ali all’instaurarsi di un regime dittatoriale. È significativo che a portare avanti un’impari ma necessaria lotta contro la dittatura non sia il giovane Monteiro Rossi ma l’anziano e cardiopatico Pereira a dimostrazione che, volendo seguire la teoria della confederazione delle anime esposta dal Dott. Cardoso, non è mai troppo tardi per dare ascolto a quell’anima combattiva e che ha sete di giustizia che alberga in ognuno di noi ma che troppo spesso viene zittita da quella codarda che preferirebbe voltare lo sguardo da un'altra parte. </div>
<div style="text-align: justify;">
La routine di Pereira fatta di visite alla redazione, limonate e omelette alle erbe, simboli di una vita portata avanti con stanchezza tanto quanto il proprio pesante corpo, si stravolge, fino al doloroso e clamoroso epilogo: aver visto con i propri occhi quali siano i metodi della polizia di regime portano Pereira ad un’azione impensabile per il Pereira timido e pauroso che ad inizio della narrazione si trascinava per le vie di un’afosa Lisbona. Pubblicare il necrologio del giovane Monteiro Rossi barbaramente ucciso dagli sgherri della dittatura rappresenta la finale e decisa rinascita morale di Pereira che finalmente sostiene, metaforicamente puntando bene a terra i propri piedi, il suo diritto ad essere libero. </div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJQZYru-lNDok-Tm6IMeOKzcdfAp_x_kdKH9eH18XF1w9gj7WdpoP5Owbg3OI9c98FoW6LD6NOB0SapYC645Lh0toFHwzzwAgHoCwzM75jpHh47GPwB5AW0Px2wqX-Z0ieE32eUPFTzyg/s1600/tram-28-lisbona.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJQZYru-lNDok-Tm6IMeOKzcdfAp_x_kdKH9eH18XF1w9gj7WdpoP5Owbg3OI9c98FoW6LD6NOB0SapYC645Lh0toFHwzzwAgHoCwzM75jpHh47GPwB5AW0Px2wqX-Z0ieE32eUPFTzyg/s320/tram-28-lisbona.jpeg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">I classici tram di Lisbona.</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il breve ma denso romanzo di Tabucchi, scrittore italiano che ha fatto del Portogallo la sua seconda patria, sebbene ci racconti di un evento passato, ormai lontano nel tempo, riesce ancora, come solo la buona letteratura sa e deve fare, a mandarci il suo messaggio forte e chiaro: la cultura non è materia morta, non deve solo essere sfoggiata come si farebbe con un abito costoso, ma deve essere l’obiettivo ottico attraverso cui analizzare il presente e costruire un futuro che non si perda continuamente negli stessi errori, se la storia è un ingranaggio che rigira su se stesso la cultura deve essere quel cuneo che lo ferma e che ne fa invertire il percorso. Per fare questo, per essere menti pensanti e non solo stanchi e flaccidi corpi che si trascinano a desta e a manca, non ci sono limiti d’età. Per iniziare a fare ciò che è giusto, per dare ascolto alla propria coscienza e sostenere a piena voce di esistere e resistere c’è sempre tempo, ci insegna Pereira.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Dal romanzo di Antonio Tabucchi è stato tratto un bel film con Marcello Mastroianni nel ruolo di Pereira e che consiglio assolutamente di vedere.</i></div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-89840728482751814332016-05-25T11:00:00.000+02:002016-05-25T22:46:43.212+02:00Let's talk about movies: CAPTAIN AMERICA: CIVIL WAR<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO ORIGINALE</u>: Captain America Civil War.</div>
<div style="text-align: justify;">
<u style="text-decoration: underline;">REGISTA</u>: Anthony & Joe Russo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<u style="text-decoration: underline;">ANNO</u>: 2015</div>
<div style="text-align: justify;">
<u style="text-decoration: underline;">CAST</u>: <b>Chris Evans</b> (Steve Rogers/Captain America), <b>Robert Downey Jr.</b> (Tony Stark/Iron Man), <b>Scarlett Johansson</b> (Natasha Romanoff/Black Widow), <b>Sebastian Stan</b> (Bucky Barnes/Winter Soldier), <b>Chadwick Boseman</b> (T'Challa/Black Panther), <b>Anthony Mackie</b> (Sam Wilson/Falcon), <b>Elizabeth Olsen</b> (Wanda Maximoff/Scarlet Witch) [<a href="http://www.imdb.com/title/tt3498820/fullcredits/">more</a>]</div>
<br />
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>"Compromise where you can. But where you can’t, don’t. </i><i>Even if everyone is telling you that something wrong is something right. </i><i>Even if the whole world is telling you to move, it is your duty to plant yourself like a tree, look them in the eye and say ‘no, you move’."</i></blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWL4EfvJp2330T2jYdHoSVqX28vqOzUmbyPH3eVHEsIyEMa7mH7sRgZOyksByK5t3gD45R1XEMQ7jy_c7yRYtZZaqeGV_h_x_OV1psRmakjvaBHtMaqX0X8ZbU_zjG2tUj92PJug-iGMw/s1600/civil-war-poster-3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWL4EfvJp2330T2jYdHoSVqX28vqOzUmbyPH3eVHEsIyEMa7mH7sRgZOyksByK5t3gD45R1XEMQ7jy_c7yRYtZZaqeGV_h_x_OV1psRmakjvaBHtMaqX0X8ZbU_zjG2tUj92PJug-iGMw/s400/civil-war-poster-3.jpg" width="270" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Siamo stati abituati a vederli combattere insieme, infatti ogni film di casa <i>Marvel</i> è servito come tassello per portare alla costruzione del più grande gruppo di supereroi, gli <i>Avengers</i>, (ma non solo, pensiamo ad esempio anche ai Guardiani della Galassia, i cugini più scanzonati degli Avengers) che per proteggere la Terra hanno messo in comune abilità e buoni propositi; ma si sa che non sempre alla volontà di far del bene corrisponde un risultato efficace, ogni azione ha una sua reazione, spesso imprevedibile, e soprattutto c'è sempre un prezzo da pagare.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Su queste basi si costruisce il terzo episodio della saga di <i>Captain America</i>, quello che apre la strada alla fase tre della Marvel che ci porterà dritti dritti verso <i>Avengers Infinity War</i>. Alla regia ritornano i fratelli <i>Russo</i>, reduci dall'ottimo <i>The Winter Soldier</i> e proprio come nel loro film precedente si concentrano sugli avvenimenti e la psicologia dei personaggi seppur arricchendo il film con sequenze di combattimento spettacolari, tipiche dei cinecomic, ed essendo capaci di gestire un cast molto più nutrito rispetto al loro film precedente; oltre ad alcune vecchie conoscenze come <i>Iron Man</i> o <i>Vedova Nera</i>, devono infatti occuparsi di introdurre due nuovi supereroi: T'Challa re di Wakanda aka<i> Black Panther</i> (Chadwik Boseman) e il simpatico e (finalmente) giovanissimo <i>Spiderman</i> di Tom Holland.</div>
<div style="text-align: justify;">
La <i>Civil War</i> del titolo è scatenata dalla necessità di dover sottoporre i supereroi ad un controllo più stretto perché persino coloro che combattono per salvare quante più persone possibile non sempre riescono nel loro intento, lo sperimenta sulla propria pelle per la prima volta <i>Wanda Maximoff</i>, ma analizzando l'intera carriera dei nostri eroi risulta evidente come ognuno di loro abbia contribuito alla salvezza comune portandosi però dietro una non indifferente striscia di sangue versato da innocenti, quegli stessi innocenti che cercano di salvare.<br />
<a name='more'></a><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNk0cJcUWEQDNFw1q2ALINbO_bugYDjqNcrOD5DOXzLnDhkYXuYwGl9KlTtImhh9KyaVa1OwuftAmsAfJZWTiDCPTQrsuj2qggCgbrkoKa0YwOBQMWCrppKvNx0cWC6MjaZbAuu6k8Syo/s1600/56361_ppl.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="175" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNk0cJcUWEQDNFw1q2ALINbO_bugYDjqNcrOD5DOXzLnDhkYXuYwGl9KlTtImhh9KyaVa1OwuftAmsAfJZWTiDCPTQrsuj2qggCgbrkoKa0YwOBQMWCrppKvNx0cWC6MjaZbAuu6k8Syo/s320/56361_ppl.jpg" width="320" /></a>A schierarsi a favore di un patto tra eroi e governi, i cosiddetti <i>Patti di Sokovia</i> (riferimento ad Age of Ultron), c'è <i>Iron Man</i> seguito da Natasha Romanoff, Visione, War Machine e Spiderman che seppur chiamato in causa si limita a fare ciò che fa per impressionare Tony Stark a cui il ragazzo guarda con ammirazione. Invece tra coloro che ritengono di essere comunque la migliore possibilità per mantenere la sicurezza anche se ciò significa agire spesso al di fuori di ogni legge e controllo troviamo: <i>Falcon</i>, Wanda Maximoff, <i>Ant Man</i> e <i>Hawkeye</i>. guidati da un Captain America che tuttavia si ritrova a giocare una doppia partita, infatti la sua contrarietà a firmare il patto nasconde soprattutto la volontà di preservare e aiutare una delle persone a cui tiene di più, l'unico suo legame con un passato ormai lontanissimo, ovvero <i>Bucky Barnes</i>, il Soldato d'Inverno si è dato alla fuga, mentre cerca di ricordare chi fosse nella sua vita precedente e si tortura per quanto fatto durante i suoi anni di involontario servizio agli ordini dell'Hydra. L'inconsapevole villain del capitolo precedente vive nascosto e deve fare i conti con parecchi dubbi, l'incapacità di riuscire a stabilire con certezza cosa sia giusto e sbagliato e una coscienza che deve venire a patti con i crimini commessi e contemporaneamente cercare di ricordare una vita resa confusa dai continui lavaggi del cervello a cui veniva sottoposto: la fragilità e la voglia di riscatto dell'ex membro degli Howling Commando nonché amico fraterno di Steve, vengono ancora una volta ben rese da <i>Sebastian Stan</i>, capace di comunicare la doppia e tormentata natura del suo personaggio non solo a parole ma anche attraverso sguardi e gesti.<br />
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Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-36995261999998007982016-05-03T12:00:00.001+02:002016-05-03T12:00:00.194+02:00Book Haul ~ Febbraio, Marzo & Aprile 2016<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKywqWq2rvn4OYxNGAMfMqfPpLJ8TNEDf77ZhKPBakVZm8yO2iv79qHK9R19dm859iz8dariYjN4s_l_TKIyvfMhwQWHEHQDnGjwxKje5EnIUUeuCXKVH7c3PE4pxYF9YODri7c45OX0s/s1600/bookhaul.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKywqWq2rvn4OYxNGAMfMqfPpLJ8TNEDf77ZhKPBakVZm8yO2iv79qHK9R19dm859iz8dariYjN4s_l_TKIyvfMhwQWHEHQDnGjwxKje5EnIUUeuCXKVH7c3PE4pxYF9YODri7c45OX0s/s400/bookhaul.png" width="400" /></a></div>
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<i>Ecco cosa si ottiene quando non si è puntuali con le proprie scadenze, il progetto della rubrica mensile è ovviamente andato a farsi benedire, ma almeno ecco qui un book haul bello sostanzioso e pieno di bei libri, alcuni suppongo soltanto che lo siano mentre di altri ne sono sicura perché li ho già letti, almeno sarò lentissima ad aggiornare il blog ma la lettura procede a ritmo spedito!</i></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHuqSr7s_nVYsce2l7GDZRb8DcWS9Zb_Vz1sjCRu4BoDXm-kgoZIT59P_gpnXBeZEb84O2-aU4KHlLkCvRR25wq5u91AldgziRI8AYUHGMFEY9uOlxyQO-Rbgw_nPX72B19uYAytcOi2U/s1600/19188245.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHuqSr7s_nVYsce2l7GDZRb8DcWS9Zb_Vz1sjCRu4BoDXm-kgoZIT59P_gpnXBeZEb84O2-aU4KHlLkCvRR25wq5u91AldgziRI8AYUHGMFEY9uOlxyQO-Rbgw_nPX72B19uYAytcOi2U/s200/19188245.jpg" width="100" /></a><b>LA VERA STORIA DEL PIRATA LONG JOHN SILVER di Bjorn Larsson, edizione Iperborea.</b></div>
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Su questo meraviglioso romanzo non mi dilungherò troppo, potete trovare la mia recensione <a href="http://afoxamongthebooks.blogspot.it/2016/02/la-vera-storia-del-pirata-long-john-silver.html" target="_blank"><b>qui</b></a>. Consiglio di leggerlo perché è un romanzo bellissimo, ben scritto e che può appassionare sia gli amanti dell'avventura sia coloro che cercano un racconto più introspettivo che indaga anche la psiche dei personaggi.</div>
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È un piccolo racconto, quasi un capitolo sfuggito dal romanzo di cui parlo sopra, lo stesso scrittore ha affermato di aver ritrovato le pagine per caso e di aver deciso di pubblicarlo, probabilmente per goderne appieno è necessario aver letto La vera storia del pirata Long John Silver altrimenti poco si capirebbe del contesto, ma allo stesso tempo è un buon modo per ritrovare personaggi e atmosfere di cui si sente la mancanza una volta ultimato il romanzo vero e proprio.</div>
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Si, faccio mea culpa, non avevo mai letto il celeberrimo romanzo di Stevenson, purtroppo (o per fortuna, non saprei) da piccola non mi sono dedicata molto alla letteratura per ragazzi, dalle fiabe Disney e dalle Fiabe Sonore sono passata direttamente alla letteratura "per adulti", compagne della mia fine-infanzia/pre-adolescenza sono state Jane Austen, Emily Bronte e Agatha Christie. La spinta decisiva per leggere questo libro mi è arrivata da Black Sails che, per chi ancora non lo sapesse, è una bellissima serie sui pirati che si propone di raccontare proprio la storia prima degli eventi narrati ne L'Isola del Tesoro, e devo ammettere che una volta lette le avventure del giovane Jim Hawkins e del terribile Long John Silver la serie televisiva si apprezza anche di più.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0mjib7Ch2tyEze9m-PjywY0ijvPe244A2-id-db3e8H6DNu1K8iUIhEP0qKKWgMnmdFJCUqrzGpIRIJ7ad9m6ohvItSrztuQz9InsAwJLkV27bCAD1Ko-5dkPcXwefT1ttVNiiFbLyT8/s1600/6467836.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0mjib7Ch2tyEze9m-PjywY0ijvPe244A2-id-db3e8H6DNu1K8iUIhEP0qKKWgMnmdFJCUqrzGpIRIJ7ad9m6ohvItSrztuQz9InsAwJLkV27bCAD1Ko-5dkPcXwefT1ttVNiiFbLyT8/s200/6467836.jpg" width="133" /></a><b>FLINT & SILVER, PIECES OF EIGHT, SKULL & BONES di John Drake, edizione Harper and Collins.</b></div>
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Si, questi mesi sono stati caratterizzati da una vera e propria "pirates obsession" da cui non sono ancora guarita. Questi romanzi si propongono di narrare gli eventi prima de L'Isola del Tesoro, si proprio come la serie Black Sails anche se le storie non hanno proprio niente in comune tra di loro, tuttavia non sorprende che molti autori abbiano voluto esplorare e immaginare cosa possa essere accaduto prima del romanzo di Stevenson dato che la vita dei personaggi e parte della storia non ci vengono raccontati attraverso notizie di prima mano ma attraverso i ricordi, piccoli riferimenti e spezzoni di discussioni dei diversi personaggi del romanzo dello scrittore scozzese, insomma se c'è un romanzo che offre un territorio fertile per immaginare prequel e sequel quello è certamente L'Isola del Tesoro. John Drake nello specifico ha voluto immaginare cosa abbia potuto portare allo scontro tra i due pirati più celebri della letteratura: Flint e John Silver, prima amici e poi nemici giurati. Io ho letto i primi due episodi di questa trilogia, forse a tratti la storia si fa troppo lunga e ingarbugliata ma è comunque una lettura semplice e rilassante ottima per staccare per un po' la spina e partire all'avventura.</div>
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Dopo aver letto Altai ero curiosa di leggere qualche altro libro pubblicato da questo collettivo di scrittori, bazzicando per caso alla Feltrinelli (per caso un corno perché bene o male sono lì quasi tutti i fine settimana) mi sono imbattuta in un'offerta interessantissima: lo sconto del 25% su tutto il catalogo Einaudi, per chi conosce un po' questa casa editrice conosce innanzitutto il prezzo medio di un volume da loro pubblicato e soprattutto sa che trovare i loro libri in sconto è evento raro, ne ho quindi subito approfittato, nonostante una mia cara amica cercasse di trascinarmi fuori dalla libreria, e ho pensato bene di acquistare un altro libro dei Wu Ming, inizialmente avevo preso Q (che va sotto il nome di Luther Blisset, pseudonimo precedente dei Wu Ming) che narra gli eventi precedenti a quelli narrati in Altai ma poi leggendo la trama de L'Armata dei Sonnambuli ho deciso di acquistare questo perché al richiamo della rivoluzione francese non si può proprio resistere...vedremo se la mia è stata una scelta saggia.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCQXy79_g-Ra_ikUdjD4FiNGykfnj3Mq0q4YMze655FBJJlKs4dOG4a5SgLIaJX1spBdZKI02s03eYQJGZTykEKYfChNZnAjaDC6Q-RBtWc4e8iq50GTiXRLqUprj1YAI6rsKd8mDFfXs/s1600/29773733.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCQXy79_g-Ra_ikUdjD4FiNGykfnj3Mq0q4YMze655FBJJlKs4dOG4a5SgLIaJX1spBdZKI02s03eYQJGZTykEKYfChNZnAjaDC6Q-RBtWc4e8iq50GTiXRLqUprj1YAI6rsKd8mDFfXs/s200/29773733.jpg" width="119" /></a><b>POESIE di William Butler Yeats, edizione Mondadori.</b></div>
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Il libro inaspettato di questo book haul, cercavo un'edizione usata di Via Col Vento, ovviamente non l'ho trovata, per consolarmi ho preso questo volumetto di poesie, una raccolta di versi scelti, del poeta irlandese, conosco alcune delle sue poesie e mi sembrava il momento di espandere questa conoscenza. Unica pecca: nella raccolta non è presente la mia poesia preferita di Yeats, tra l'altro anche molto famosa, peccato!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD1krXUKkrFItpOL5UTtliaEErihHL-vl5vJlDfER2u4DagdFPJAW3cF8rJYEc-Cz_ywy8sTFGzxQ_93JnELVuL1hIEpBT_eVeg1s0W3XDsp3RDa1Cql4TT0eA62cGmvqTH1yxZ5WxXM4/s1600/29708850.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD1krXUKkrFItpOL5UTtliaEErihHL-vl5vJlDfER2u4DagdFPJAW3cF8rJYEc-Cz_ywy8sTFGzxQ_93JnELVuL1hIEpBT_eVeg1s0W3XDsp3RDa1Cql4TT0eA62cGmvqTH1yxZ5WxXM4/s200/29708850.jpg" width="128" /></a><b>VIA COL VENTO di Margaret Mitchell. edizione Mondadori.</b></div>
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Avevo iniziato a leggerlo in ebook, ma siccome mi sta piacendo particolarmente ho deciso di acquistarlo in cartaceo, questa sarà una lettura lenta e misurata perché sto partecipando al Salotto di Lettura della carissima Pennylane, siamo arrivati a metà romanzo e sebbene conoscessi già la storia perché ho visto più volte il film, il romanzo risulta comunque gradevole, meravigliose le descrizioni dei paesaggi e interessante il racconto storico della guerra di Secessione, il punto di vista adottato ovviamente è quello degli stati Confederati (che da quella uscirono sconfitti), l'unica cosa che non riesco a mandar giù è la scarsa considerazione che si ha delle persone di colore, sappiamo benissimo come negli stati del sud la schiavitù fosse legale e come quelli del nord si siano battuti per la sua eliminazione ma la sensazione che si ha leggendo il romanzo è che essenzialmente nessuno dei due schieramenti abbia davvero a cuore l'emancipazione dei "negri" che viene ridotta ad una mera questione di principio, cavillo su cui litigano i bianchi ma di cui nessuno in sostanza si vuole occupare, più di una volta leggendo le pagine del romanzo mi sono ritrovata ad arrabbiarmi e a volerlo scaraventare giù dalla finestra, ma immagino che siano anche alcune delle reazioni che l'autrice di prefiggeva di ottenere dai suoi lettori, almeno spero.</div>
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Alleggerendo un attimo i toni, si combatte aspramente una battaglia tra il Team Rhett e il Team Ashley ma a quanto pare, sebbene io non resti indifferente al fascino da canaglia di Mr. Butler, sono l'unica che si è fatta carico di difendere il povero Ashley, carattere meno energico rispetto a Rhett, ma molto riflessivo e introspettivo... non poteva non piacermi!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiToX3UZtFJ-cuZhbtsLQvnjoV8K263RAM5SGurWGdf69bhJdignssjLOGA5MwI1fY9vZdSHXQXV9CABDE7KlETKQOzWHITOqV_ucyqkkrJfR6L4rcrKbC7z6B8igKf-MUVwGwAS-Ye2N0/s1600/20321889.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiToX3UZtFJ-cuZhbtsLQvnjoV8K263RAM5SGurWGdf69bhJdignssjLOGA5MwI1fY9vZdSHXQXV9CABDE7KlETKQOzWHITOqV_ucyqkkrJfR6L4rcrKbC7z6B8igKf-MUVwGwAS-Ye2N0/s200/20321889.jpg" width="144" /></a><b>LO HOBBIT, UN VIAGGIO INASPETTATO di J.R.R. Tolkien, edizione Bompiani.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
La botta di fortuna, per non dire altro, di questo book haul. Ho più volte parlato degli acquisti effettuati al Libraccio, sia di volumi nuovi che usati, e di come mi sia sempre trovata bene con il servizio da loro offerto, adesso non posso che confermare la mia opinione. Il libro in questione era nella mia wishlist da parecchio tempo, possedevo già una copia del romanzo di Tolkien, riletto più e più volte, ma questa è un'edizione speciale che aveva attirato la mia attenzione, si tratta infatti di un volume molto curato, rilegato, la cui copertina di tessuto è decorata con una graziosa illustrazione e motivi dorati e al cui interno sono presenti altrettante bellissime illustrazioni, unico problema il prezzo un po' proibitivo, 25€, soprattutto per un libro la cui storia sarebbe stata un doppione nella mia libreria, avevo abbandonato le speranze quando in mio soccorso è arrivata una provvidenziale mail del Libraccio che mi offriva uno sconto del 65% sul prezzo di copertina di un libro della sezione remainders se avessi risposto alle domande di un questionario che ho ovviamente compilato prontamente. Risultato? Ho ricevuto direttamente a casuccia questo magnifico volume per soli 8,75€, il sole brilla e gli uccellini fischiettano, la vita è una cosa meravigliosa!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3oxxXu4GDzrilfkeijGnDeUSBsSrr8OILB-WtZ7cewAA_V2zqCm02U9IQxA2kI3D0EoUCym3WZdLMMzcJMaFTr79dl3GM-lFbfLr5wXrvjCuDv8S27CKdPaemaDvB9siaUTChNgRMfKY/s1600/7418221.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3oxxXu4GDzrilfkeijGnDeUSBsSrr8OILB-WtZ7cewAA_V2zqCm02U9IQxA2kI3D0EoUCym3WZdLMMzcJMaFTr79dl3GM-lFbfLr5wXrvjCuDv8S27CKdPaemaDvB9siaUTChNgRMfKY/s200/7418221.jpg" width="130" /></a><b>STRANE CREATURE di Tracy Chevalier, edizione Neri Pozza.</b></div>
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Il 23 aprile per la giornata mondiale del libro si è tenuta nella mia città una manifestazione atta a promuovere la piccola editoria e in generale le librerie e la lettura, in una delle vie principali della città, chiusa al traffico, sono stati allestiti vari banchetti, alcuni proponevano nuove pubblicazioni, sopratutto di autori emergenti, altri invece vendevano libri usati o a prezzi scontati. In una di queste bancarelle ho trovato questo romanzo della Chevalier, l'autrice de La Ragazza Con L'Orecchino Di Perla, di cui avevo sentito parlare e che ero curiosa di leggere, il libro poveretto non è in ottime condizioni ma per tre euro valeva certamente la pena prenderlo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPXAIoIgXt0dcHPZ4xrZmGXS3ws4MErsDhbVqNpRUptHGB8VBjZu-PYWHngytZ_TZviM5-Tj-s6o4p8TZnF2C8rn5cNOOOQ6HjW_nu0PKhX6HWWryO976Qi-Um_Q6uCkhZi2H3Ezj_Z48/s1600/29983267.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPXAIoIgXt0dcHPZ4xrZmGXS3ws4MErsDhbVqNpRUptHGB8VBjZu-PYWHngytZ_TZviM5-Tj-s6o4p8TZnF2C8rn5cNOOOQ6HjW_nu0PKhX6HWWryO976Qi-Um_Q6uCkhZi2H3Ezj_Z48/s200/29983267.jpg" width="140" /></a><b>TANCREDI, CONTE DI LECCE E RE DI SICILIA di AA.VV., edizione Congedo Editore.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Colpo di fortuna number 2! Ebbene si, dopo l'acquisto super scontatissimo de Lo Hobbit, ho anche scovato questo bellissimo volume di storia, rilegato, pieno di illustrazioni e foto e stampato su una bella carta spessa e lucida. Si tratta di una raccolta di interventi pronunciati ad una convention tenutasi presso l'Università di Lecce che vertono tutti sulla figura di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Tancredi_di_Sicilia" target="_blank"><b>Tancredi</b></a>, conte di Lecce e re di Sicilia, si tratta dell'ultimo discendente della nobile casata degli Altavilla che hanno regnato in Sicilia durante l'epoca della dominazione Normanna. È un personaggio storico di cui so relativamente poco e mi è sembrato giusto scoprirne qualcosa in più, lo sconto del 50% ha certamente facilitato la faccenda.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_UacF8IXPFyI_1h-3MJX2Wk2XYDzwq0qC9QNE8O-4W2vTZomieuYPek-17EJ3HhUPszYpFCNm6Onrmvd4VOUVIpcL_cP_mqE4UShjeZEYXawBkOv3nETFK2QqgsnPRO2iegHyXLLCOE0/s1600/19318473.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_UacF8IXPFyI_1h-3MJX2Wk2XYDzwq0qC9QNE8O-4W2vTZomieuYPek-17EJ3HhUPszYpFCNm6Onrmvd4VOUVIpcL_cP_mqE4UShjeZEYXawBkOv3nETFK2QqgsnPRO2iegHyXLLCOE0/s200/19318473.jpg" width="132" /></a><b>AUGUSTO di Augusto Fraschetti, edizione Laterza.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Storia romana e Augusto, serve dire altro su questo piccolo saggio storico? No, credo proprio che basti così.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjt7ot6GGN6cweIWTASkaF6_EgXalKgGl0YFqs6wql16VjgQAZp85sa9U6d4j97QPwnNzmawg0wvPJcnNMUhcsfMEEnt26xYMPBM549LlZ1rdpYaCIRCaoLEEte67Rn204mQO0CdViotX8/s1600/29913709.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjt7ot6GGN6cweIWTASkaF6_EgXalKgGl0YFqs6wql16VjgQAZp85sa9U6d4j97QPwnNzmawg0wvPJcnNMUhcsfMEEnt26xYMPBM549LlZ1rdpYaCIRCaoLEEte67Rn204mQO0CdViotX8/s200/29913709.jpg" width="128" /></a><b>L'HO SPOSATO, LETTORE MIO di AA.VV., edizione Neri Pozza.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Ritorna Tracy Chevalier che ha curato una raccolta di racconti che vertono tutti sulla celebre frase del romanzo Jane Eyre di Charlotte Bronte: "L'ho sposato, lettore mio". La raccolta si propone come omaggio e riflessione sulla famosa scrittrice inglese di cui quest'anno si celebrano i 200 anni dalla nascita.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyXsp5GZ4Ftjij9lyvfOhvwdOzA1pxd4XbtJFgLe5VFcQFCyn9oHRaIKVn3WwJ0MViV_FNqnI44Y4NfsrbXPk6GOfzXxGPLMlz7vCe0mrP47bQgHalcZKbiFAHBJTu0cPR3q8dqBMkIik/s1600/22401781.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyXsp5GZ4Ftjij9lyvfOhvwdOzA1pxd4XbtJFgLe5VFcQFCyn9oHRaIKVn3WwJ0MViV_FNqnI44Y4NfsrbXPk6GOfzXxGPLMlz7vCe0mrP47bQgHalcZKbiFAHBJTu0cPR3q8dqBMkIik/s200/22401781.jpg" width="131" /></a><b>HOW TO BE A VICTORIAN di Ruth Goodman, edizione Liveright.</b></div>
Libro che si prospetta divertente e leggero ma anche molto interessante visto che fornisce una serie di consigli per essere un/una perfetto/a gentiluomo/donna dell'epoca vittoriana, quanto ci scommettiamo che a fine lettura agognerò, più del solito, un ampio vestito dalle gonne fruscianti?<br />
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<i>E si conclude qui il book haul di ben tre mesi! E voi cosa avete acquistato? Avete anche voi fatto dei affaroni come me? Let me know!</i>Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-54807517941318187342016-04-30T12:00:00.000+02:002016-05-08T15:23:43.846+02:00Let's talk about books: I NORMANNI NEL SUD ~ IL REGNO NEL SOLE<div style="text-align: justify;">
<i>Per la serie "a blast from the past", ripropongo una mia vecchia recensione di due saggi storici che mi sono particolarmente cari, sia per il tema trattato che per la persona che ha posseduto i due volumi prima di me. Queste mie brevi considerazioni erano state postate nella versione precedente di questo blog e l'articolo risale al 21 luglio del 2013.</i></div>
<div style="text-align: center;">
~ ~ ~</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO</u>: I Normanni nel Sud / Il Regno nel Sole.</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO ORIGINALE</u>: The Normans in the South / The Kingdom in the Sun.</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>AUTORE</u>: John Julius Norwich.</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 1971/1972 (prima edizione 1967/1970).</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>CASA ED</u>.: Mursia Editore.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf-KRoi4O2V2i-648NH0Rah_2CBxecHWKXblFgT_DiIpgMbmsxZSdWWf8dj5Vp1kS7E7p9nAfx1yVztMWZO07CH7Njb3q6NpFRfQmNvSCHVpt2sF4WC9-wlY6RNylwfWd_xAZlcE5t9Gk/s1600/%2524%2528KGrHqN%252C%2521hkFBJCMKzrwBQkq-VG%2521pw--60_35.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf-KRoi4O2V2i-648NH0Rah_2CBxecHWKXblFgT_DiIpgMbmsxZSdWWf8dj5Vp1kS7E7p9nAfx1yVztMWZO07CH7Njb3q6NpFRfQmNvSCHVpt2sF4WC9-wlY6RNylwfWd_xAZlcE5t9Gk/s200/%2524%2528KGrHqN%252C%2521hkFBJCMKzrwBQkq-VG%2521pw--60_35.JPG" width="131" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Copertina della prima edizione <br />del libro</span></td></tr>
</tbody></table>
La passione per i fatti storici mi accompagna da sempre e ogni tanto (spesso) mi capita di provare curiosità verso un personaggio o un determinato periodo storico e allora devo procurarmi maggiori informazioni, è quasi un bisogno fisico pari a quello di mangiare o bere. A volte può bastare spulciare in modo approfondito Wikipedia ma altre volte il supporto di un buon libro è davvero necessario. Questi due libri di cui mi accingo a parlare li ho scovati per caso, appartenevano a mia nonna e si può dire che mi siano capitati tra le mani proprio al momento giusto, da sempre affascinata dalla dinastia normanna e reduce dalla visione della prima stagione di <i>Vikings</i> mi sono dedicata a qualche ricerca veloce sui protagonisti per capire quando c'era di inventato e quanto invece poteva risalire a fatti effettivamente avvenuti. </div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN_ZJYYz1C1EoIU3I4H3tqijdV-AAvM5sCA-i3WirLpZbMR7oVhO5ruswN9XgORmVG_uRe-cH5VVTxNhtWGU687e_b7IjhkQ3EpIEXB46b7zZpQGugKyztCk3XpICrBii9V_-2ox6t1zw/s1600/thumb_regno-sole-normanni-1130-1194-b3ab5192-cf09-4201-a940-b99a84ea540d.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN_ZJYYz1C1EoIU3I4H3tqijdV-AAvM5sCA-i3WirLpZbMR7oVhO5ruswN9XgORmVG_uRe-cH5VVTxNhtWGU687e_b7IjhkQ3EpIEXB46b7zZpQGugKyztCk3XpICrBii9V_-2ox6t1zw/s200/thumb_regno-sole-normanni-1130-1194-b3ab5192-cf09-4201-a940-b99a84ea540d.jpeg" width="138" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Il Regno nel Sole<br />prima edizione.</span></td></tr>
</tbody></table>
Ho scoperto che il mio personaggio preferito della serie, Rollo, non è altri che il capostipite dei Duchi di Normandia, coloro che nel 1066 conquisteranno l'Inghilterra grazie al coraggio di <i>Guglielmo il Conquistatore</i> e che sempre animati da un forte spirito di avventura si spingeranno fino al Sud Italia dove creeranno il Regno di Sicilia. I due libri sono opera di <b>John Julius Norwich</b>, prima ambasciatore britannico presso Belgrado e Beirut e poi scrittore a tempo pieno. Quasi un novello Goethe che dopo un viaggio in Sicilia e nel sud della penisola italiana, affascinato dai resti di questa antica civiltà che accomuna Italia e Inghilterra, decise appunto di scrivere sulla nascita del mito normanno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<a name='more'></a><br /></div>
<h2 style="text-align: justify;">
I Normanni nel Sud</h2>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI3p2TkfTWnNxNtO0wTShyphenhyphendQcRJ9vtne9gsjr-m4jjQ2mq7j5LEhhpqmj-RqTN9cZaTwCQNi9rjmCsY4s32nGra8lcEBIoChRCKx9tI6ij9-T0k5o1o5DYLwcRuAZo_S7aCvtiXy8A2AQ/s1600/PalNormanni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="A Fox Among The Books" border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI3p2TkfTWnNxNtO0wTShyphenhyphendQcRJ9vtne9gsjr-m4jjQ2mq7j5LEhhpqmj-RqTN9cZaTwCQNi9rjmCsY4s32nGra8lcEBIoChRCKx9tI6ij9-T0k5o1o5DYLwcRuAZo_S7aCvtiXy8A2AQ/s320/PalNormanni.jpg" title="A Fox Among The Books" width="302" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Palazzo dei Normanni</td></tr>
</tbody></table>
Il primo volume prende le mosse nel lontano 1016 quando i <b>Normanni</b> partirono dal nord della Francia per arrivare nell'<i>Italia Meridionale</i> allora sotto il dominio di longobardi e bizantini. La loro conquista non fu facile e immediata, anzi fu un processo lungo e drammatico protrattosi fino al 1130. Fondamentali all'inizio della narrazione sono le battaglie e la danza delle alleanze che caratterizzarono i primi anni dell'invasione normanna, infatti i primi gruppi arrivati sulla penisola non erano altro che eserciti mercenari pronti a schierarsi dalla parte di chi pagava di più per i loro servigi; ma ben presto furono conquistati dalla volontà di non essere ospiti in un territorio straniero ma di diventarne signori e padroni essi stessi. La narrazione è veloce, fluida, i fatti esposti sono frutto di attenta ricerca e un ampio corredo di note esplicative aiuta a chiarire dubbi o a fornire versioni alternative qualora ci si trovi di fronte a fatti poco documentati o ormai diventati leggenda. Anche quando il tessuto narrativo si riempie di personaggi, e ciò non deve meravigliare dato il proliferare di stati e staterelli e il continuo avvicendarsi di duchi, principi, re, imperatori e soprattutto papi, non si perde mai il filo del discorso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7dmRnRDk7m4HcPNaA569dlDqQOnvciBY5ePiyY6m9ePZFXkqNwAaFzpZC2XRw1xLBJKn4PS-p4WOI__MVeZ1gXorEYnHPdKSlabKET8XyFz3c8obRpwXl-_V_O7qzK2TadxCfnAGvdJY/s1600/RuggeroII.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="A Fox Among The Books" border="0" height="315" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7dmRnRDk7m4HcPNaA569dlDqQOnvciBY5ePiyY6m9ePZFXkqNwAaFzpZC2XRw1xLBJKn4PS-p4WOI__MVeZ1gXorEYnHPdKSlabKET8XyFz3c8obRpwXl-_V_O7qzK2TadxCfnAGvdJY/s320/RuggeroII.jpg" title="A Fox Among The Books" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Incoronazione di Ruggero II<br />
(mosaico, Chiesa della Martorana)</td></tr>
</tbody></table>
Si narra di figli cadetti partiti all'avventura che hanno saputo costruire dal nulla un solido stato, partendo da piccole concessioni terriere fatte dal Papa di turno, fino ad assoggettare l'intera Italia del Sud ed arrivando a tenere sotto controllo una buona parte dell'Africa Settentrionale e a non far dormire sonni tranquilli nemmeno agli imperatori dei più importati regni del tempo: il <i>Sacro Romano Impero</i> e l'<i>Impero Bizantino</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Figure di spicco di questa prima parte della storia sono sicuramente <b>Roberto il Guiscardo</b> e <b>Ruggero</b>, fratelli del casato degli <b>Altavilla</b>, mentre al primo spetta sicuramente il merito di aver saputo approfittare di ogni situazione favorevole per ottenere sempre più potere, il più grande successo del secondo, Ruggero, è sicuramente la conquista della <i>Sicilia</i> all'epoca in mano ai saraceni e la creazione di un regno multiculturale e multirazziale (convivevano pacificamente latini, greci e musulmani) che per tanti anni sarebbe stato ammirato ed invidiato da tutti. Si assiste a continue ascese e ricadute come sempre accadeva in un'epoca in cui nulla era certo e tutto poteva cambiare in un batter di ciglia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikr6Al_HwKRpyYJrHbCZTPmZpXyLa_plQdNk6aZiHNQ8S8y7oYEmyWlHz1GfjHCtzBaNg-adUig83akDneuTOPvgcDzYrK6Q4puE8Y2MSE3zcnavbpYj7hjH73v6wLDk-WlUSC7Ng_dqg/s1600/CattMonreale.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="A Fox Among The Books" border="0" height="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikr6Al_HwKRpyYJrHbCZTPmZpXyLa_plQdNk6aZiHNQ8S8y7oYEmyWlHz1GfjHCtzBaNg-adUig83akDneuTOPvgcDzYrK6Q4puE8Y2MSE3zcnavbpYj7hjH73v6wLDk-WlUSC7Ng_dqg/s320/CattMonreale.jpg" title="A Fox Among The Books" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Interno della Cattedrale di Monreale</td></tr>
</tbody></table>
Pregio di questo volume è sicuramente la capacità di fondere storia e cultura, soprattutto storia e arte, dando la possibilità a chi legge di poter meglio comprendere e apprezzare quell'epoca storica e di rintracciarne le ormai, purtroppo, modeste tracce che tutt'oggi si conservano. Si assiste ad un'attenta descrizione di palazzi, chiese e fortificazioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
La narrazione si chiude trionfalmente con la <b>Sicilia</b> che diventa ufficialmente un regno e <b>Ruggero II</b>, figlio di Ruggero d'Altavilla, incoronato re il 25 dicembre 1130 a Palermo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<h2 style="text-align: justify;">
Il Regno nel Sole</h2>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxzjrc-91X6_2PWx4zrBT0Zxj_BwvI5DtIvikKC81-Q0o7YYu11yvH_D4Q7ABwGI7WO832n89LgGuK4IdI1tPtEQk2mHCWTRicJ9cQvYItjdkytt352g2xP49tS-OSLMaNw-3L7aGyCOo/s1600/Martorana.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="A Fox Among The Books" border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxzjrc-91X6_2PWx4zrBT0Zxj_BwvI5DtIvikKC81-Q0o7YYu11yvH_D4Q7ABwGI7WO832n89LgGuK4IdI1tPtEQk2mHCWTRicJ9cQvYItjdkytt352g2xP49tS-OSLMaNw-3L7aGyCOo/s320/Martorana.jpg" title="A Fox Among The Books" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Santa Maria dell'Ammiraglio, o Martorana (sinistra)<br />
San Cataldo (destra)</td></tr>
</tbody></table>
Il libro si apre nello stesso punto in cui si era chiuso il precedente: <b>Ruggero II</b> è adesso il re di Sicilia e comanda su un'ampia porzione dell'Italia Meridionale, è un sovrano temuto, rispettato, cultore delle arti e delle letteratura, alla cui corte si avvicendano i più illustri personaggi della cultura e delle scienze dell'epoca. Insomma si è in un vero e proprio periodo dell'oro, in cui il regno normanno cerca di espandersi oltre i confini italiani lambendo le coste africane e l'impero bizantino, è il periodo in cui fiorisce la potenza navale siciliana sotto la guida del primo ammiraglio (forma latina per la parola araba <i>emiro</i>) <b>Giorgio d'Antiochia</b>. Uomini di stato e di guerra che però lasceranno soprattutto nella capitale del regno, <b>Palermo</b>, esempi straordinari di arte e architettura civile e religiosa: come la <i>Cappella Palatina</i>, la <i>Martorana</i> (o Santa Maria dell'Ammiraglio, così chiamata perché finanziata appunto dall'ammiraglio Giorgio d'Antiochia) o il <i>Palazzo dei Normanni</i>, la <i>Zisa</i>, la <i>Cattedrale di Monreale</i>. Trionfi di quella commistione artistica tra arte latina, occidentale e arte araba e orientale che porterà alla realizzazione di stupende decorazioni musive e lignee.</div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpA5tyRjuz93YyxOi0RBUnQr0hxcEKSLBVovbdh7UTPqdTkpuT2GVvu32GEYA9us5Im53k0_z2wxJG5La1G0y1s4G5ONaHq2l17MUTvOKy2SUUxlt4JBK3S-RfRLDRZALDnOxMHgYCy8M/s1600/CaPalatina.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="A Fox Among The Books" border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpA5tyRjuz93YyxOi0RBUnQr0hxcEKSLBVovbdh7UTPqdTkpuT2GVvu32GEYA9us5Im53k0_z2wxJG5La1G0y1s4G5ONaHq2l17MUTvOKy2SUUxlt4JBK3S-RfRLDRZALDnOxMHgYCy8M/s320/CaPalatina.jpg" title="A Fox Among The Books" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Interno e particolare del tetto ligneo<br />
decorato a "muqarnas" della<br />
Cappella Palatina</td></tr>
</tbody></table>
Ma non tutto quel che è oro luccica e presto, con la morte della grande figura trainante del regno, Ruggero II, iniziano a mostrarsi le prime crepe all'interno di un sistema che non si dimostrerà così perfetto come si credeva. Si succedono sul trono <b>Guglielmo I</b> detto <i>il Malo</i>, suo figlio <b>Guglielmo II</b> detto <i>il Buono</i>, anche se secondo il Norwich probabilmente i due soprannomi andrebbero invertiti e non a torto. Guglielmo II a cui si deve una riunione tra i normanni di Sicilia e quelli d'Inghilterra grazie al suo matrimonio con la principessa <i>Giovanna</i> (sorella del famoso <b>Riccardo Cuor di Leone</b>) sarà lo stesso che porterà a rovinosa fine la dominazione normanna in Italia, quando concederà la mano della zia <b>Costanza d'Altavilla</b> all'imperatore d'occidente <i>Enrico VI</i> che entrerà in possesso quasi senza colpo ferire dei possedimenti normanni; ma dalla coppia imperiale nascerà colui che ancora oggi è noto con il soprannome di <i>Stupor Mundi</i>: <b>Federico II</b> di Svevia che riuscirà a rinverdire i fasti della corte siciliana riportandola allo splendore conosciuto ai tempi del nonno Ruggero II.</div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpoiMzU8fYu7ERE8UOZ8BFR_YtE6LwqvzXn5tGiteh0FB2YvPEIxQrK8BFDWboM6e4d2SchrRZG3myZhJWvxKrsAPgZpz3KGEis1qrduASHi0LHy9zm9OqZ7qSXP1fkAXqEBxrefUmvcQ/s1600/TombaGuglielmoII.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="A Fox Among The Books" border="0" height="269" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpoiMzU8fYu7ERE8UOZ8BFR_YtE6LwqvzXn5tGiteh0FB2YvPEIxQrK8BFDWboM6e4d2SchrRZG3myZhJWvxKrsAPgZpz3KGEis1qrduASHi0LHy9zm9OqZ7qSXP1fkAXqEBxrefUmvcQ/s320/TombaGuglielmoII.jpg" title="A Fox Among The Books" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tomba del Re Guglielmo II detto Il Buono<br />
presso la Cattedrale di Monreale</td></tr>
</tbody></table>
In una narrazione che si conferma vincente e affascinante come quella del primo volume, si viene trasportati senza forzature in un mondo completamente diverso da quello attuale in cui si mescolano i fatti dei normanni in Italia con fatti storici talmente famosi da essere conosciuti da tutti, come le <b>Crociate</b>, e che ci fanno capire che nel passato come oggi la politica e in generale le questioni umane sono fatte di accordi, concessioni, rinunce e purtroppo a volte anche di voltafaccia e terribili tradimenti. La penna dell'autore si posa decisa ma non giudica anzi esamina attentamente i fatti e preferisce evitare giudizi affrettati e non veritieri. Unica pecca in questo secondo volume è sicuramente il banale e a volte eccessivamente caustico giudizio dato su quelle che non solo sono vere e proprie opere d'arte, come la Cattedrale di Palermo, ma sono testimonianze dei popoli e dei tempi che si sono succeduti e che come tali devono essere apprezzati senza cadere in facili (pre)giudizi di gusto personale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Vorrei sottolineare che le immagini usate, dove specificato dal watermark, sono state scattate da me, gradirei quindi che nessuno le riportasse altrove senza il mio esplicito permesso e un link a questo blog. Grazie.</i></div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-59384212159886496012016-04-23T16:27:00.001+02:002016-04-24T13:01:14.501+02:00Meravigliosa-Mente (l'angolo della poesia) - VIVA WILLIAM SHAKESPEARE!<h3 style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-large;">
BUON SHAKESPEARE DAY!</span></h3>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOwZWZp1gyWqwTGk_xyXvYVB60AvoejLzq8fp9bvq0-g45dRa-m6-oGM5Rh-2Ip36Q9Hh4KThu19Hc6OV7sqUzfDSNkFYXfB28fprYnQJtFpXPKMWRsc7E5UcH1GhhNAg8umRlzGlHPmw/s1600/william-shakespeare-02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOwZWZp1gyWqwTGk_xyXvYVB60AvoejLzq8fp9bvq0-g45dRa-m6-oGM5Rh-2Ip36Q9Hh4KThu19Hc6OV7sqUzfDSNkFYXfB28fprYnQJtFpXPKMWRsc7E5UcH1GhhNAg8umRlzGlHPmw/s400/william-shakespeare-02.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWnXvR0vby8kd9ud971zvSRspAjzKURbhU4ir8Zrpe30Mdlmlercpehw31cO8bZ6i0tgEQdK57QXJjV2atBWI_LY7oMR0MamQ5zCpnVfzJjsVKkHymr3D92KHD3y3zcYI8Rrybn9TcZ-k/s1600/William_Shakespeare_Signature.svg.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="56" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWnXvR0vby8kd9ud971zvSRspAjzKURbhU4ir8Zrpe30Mdlmlercpehw31cO8bZ6i0tgEQdK57QXJjV2atBWI_LY7oMR0MamQ5zCpnVfzJjsVKkHymr3D92KHD3y3zcYI8Rrybn9TcZ-k/s320/William_Shakespeare_Signature.svg.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi, 23 aprile, si celebrano contemporaneamente il giorno di nascita e di morte del grande Bardo inglese che ci ha emozionati e stregati con le sue grandi opere teatrali e i suoi sonetti. E voi come festeggerete? Io mi sono dedicata alla rilettura di alcuni dei miei versi preferiti e in più qualche giorno fa ho visto al cinema l'Amleto con Benedict Cumberbatch nel ruolo eponimo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Vi lascio con alcune delle mie citazioni preferite e spezzoni di video, tutti dedicati al caro zio Will ovviamente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="225" src="https://www.youtube.com/embed/cRj01LShXN8" width="400"></iframe></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i><i>"Uneasy lies the head that wears a crown"</i></i></div>
<i>
</i></div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;">Henry IV</span></div>
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="225" src="https://www.youtube.com/embed/mx6mEMnNK4A" width="400"></iframe>
</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>"I could be bounded in a nutshell and count myself a king of infinite space, </i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>were it not that I have bad dreams."</i> </div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;">Hamlet</span></div>
<div style="text-align: center;">
~</div>
<div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<i>"Stars, hide your fires;</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Let not light see my black and deep desires."</i></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;">Macbeth</span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="225" src="https://www.youtube.com/embed/mbF7LVDKEqk" width="400"></iframe>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i>"Not that I loved Caesar less, but that I loved Rome more"</i></div>
<div style="text-align: center;">
~</div>
<div style="text-align: center;">
<i>"Cowards die many times before their deaths.</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>The valiant never taste of death but once."</i></div>
<div style="text-align: center;">
~</div>
<div style="text-align: center;">
<i>"The fault, dear Brutus, is not in our stars, But in ourselves, that we are underlings."</i></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;">Julius Caesar</span></div>
</div>
<div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="225" src="https://www.youtube.com/embed/16vp4IBv5WQ" width="400"></iframe></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i>"Oh, beware, my lord, of jealousy!</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>It is the green-eyed monster which doth mock</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>The meat it feeds on."</i></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;">Othello</span></div>
<div style="text-align: center;">
~</div>
<div style="text-align: center;">
<i>"Sigh no more, ladies, sigh no more,</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Men were deceivers ever,</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> One foot in sea and one on shore,</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> To one thing constant never.</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Then sigh not so, but let them go,</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> And be you blithe and bonny,</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Converting all your sounds of woe</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Into Hey, nonny nonny.</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Sing no more ditties, sing no mo</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Of dumps so dull and heavy.</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> The fraud of men was ever so,</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Since summer first was leavy.</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Then sigh not so, but let them go</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> And be you blithe and bonny,</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Converting all your sounds of woe</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Into Hey, nonny nonny." </i></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;">Much Ado About Nothing</span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ricordo inoltre che oggi si festeggia anche il World Book Day, ovvero la giornata mondiale del libro, quale migliore occasione quindi per leggere le opere dello zio Will?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://afoxamongthebooks.blogspot.it/2016/04/national-theatre-live-hamlet.html" target="_blank">Qui</a> e <a href="http://afoxamongthebooks.blogspot.it/2016/01/macbeth.html" target="_blank">Qui</a> invece trovate le mie due recensioni dell'Amleto (Benedict Cumberbatch) e di Macbeth (Michael Fassbender).</div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-29790598283174564492016-04-20T18:12:00.000+02:002016-04-20T20:03:39.376+02:00Let's talk about movies: NATIONAL THEATRE LIVE: AMLETO<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<u>TITOLO ORIGINALE</u>: Hamlet</div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<u>REGISTA</u>: Lindsey Turner, Robin Lough.</div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<u>ANNO</u>: 2015</div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<u>CAST</u>: <b>Benedict Cumberbatch</b> (Amleto), <b>Ciaràn Hinds</b> (Claudio), <b>Anastastia Hille</b> (Gertrude), <b>Leo Bill</b> (Orazio), <b>Kobna Holdbrook-Smith</b> (Laerte), <b>Sian Brooke</b> (Ofelia), <b>Jim Norton</b> (Polonio) [<a href="http://www.imdb.com/title/tt4476736/fullcredits?ref_=tt_cl_sm#cast" target="_blank">more</a>]</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>"I could be bounded in a nutshell and count myself a king of infinite space, </i><i>were it not that I have bad dreams."</i></blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNnhmlHMWvzzDpUFVNTlUvFCcHTYaej90KMIvFwiOUsplZX2HvkGbHKFAp338y0SqzCcPZS0P4J5Dnxl8rhSp4Vs9nj3LIhePt9rBRgYBJV5OFzF9dz0sYHFDiM7uddcS87mkG6CP53c8/s1600/amleto-national-theatre-live.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNnhmlHMWvzzDpUFVNTlUvFCcHTYaej90KMIvFwiOUsplZX2HvkGbHKFAp338y0SqzCcPZS0P4J5Dnxl8rhSp4Vs9nj3LIhePt9rBRgYBJV5OFzF9dz0sYHFDiM7uddcS87mkG6CP53c8/s400/amleto-national-theatre-live.png" width="278" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
Come si fa a parlare di quell’opera
straordinaria che è l’<i>Amleto</i>, o Hamlet che dir si voglia, di <i>William
Shakespeare</i>? Come si può rendere nero su bianco il vortice di emozioni, i
diversi piani di lettura, la profondità dei personaggi e il dramma degli eventi
narrati? La trama è inutile sottolinearla, è nota a tutti: il giovane principe
Amleto scopre che lo zio Claudio, ora re, ha ucciso barbaramente suo padre e
legittimo re di Danimarca, e spinto dall’apparizione del fantasma del padre
pianifica la sua vendetta; ma scriverne in proposito non è un lavoro facile, L’Amleto
è una delle opere più famose del <i>Bardo</i> inglese e anche una delle più lunghe con
i suoi cinque atti e più di tremila versi, eppure nonostante la sua complessità
stiamo parlando di una delle opere di Shakespeare più rappresentate e con cui
ogni attore degno di questo nome vuole confrontarsi almeno una volta nella
propria carriera, quanto a noi spettatori, se siamo amanti del teatro non si
può mai dire di no ad una rappresentazione della tragedia del dolce principe
danese; ma se in Inghilterra è abbastanza facile riuscire a vedere un buon
numero di rappresentazioni shakespeariane, non così in Italia e noi poveri “<i>buffoni
della sorte</i>” (cit.) siamo costretti ad accontentarci delle rare occasioni che
ci vengono offerte. Se il viaggio fino alla perfida <i>Albione</i> ci è negato non ci
resta che arraffare al volo le proiezioni del <i>National Theatre Live</i> tutte
offerte dalla <i>Nexo Digital</i> che da un po’ di anni a questa parte si è presa l’onere
e l’onore di far conoscere le meraviglie del teatro inglese anche in terra
italica, con avverse fortune, tocca sottolineare, ma stavolta il richiamo di <i>Benedict
Cumberbatch</i>, uno degli attori di maggior talento del panorama contemporaneo ha
sicuramente contribuito a riempire le sale cinematografiche solitamente
desolate quando i temi trattati sono un po’ più complicati dei classici toni da
commedia nostrana.<br />
<a name='more'></a></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHI3JUOPi-uAjenWTMwod1evtNYlJf59RJi3GYH4yJtEe_kqehTH0f-lfuTLK1aZtrznX9t-Sr5_qMM0jQzE_KEviaCTktZfYllKrK4V4jW4hpLZrRZYNralWkZxUljwcX4WyrjAG-xtI/s1600/cumberhamlet-large.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHI3JUOPi-uAjenWTMwod1evtNYlJf59RJi3GYH4yJtEe_kqehTH0f-lfuTLK1aZtrznX9t-Sr5_qMM0jQzE_KEviaCTktZfYllKrK4V4jW4hpLZrRZYNralWkZxUljwcX4WyrjAG-xtI/s320/cumberhamlet-large.jpg" width="320" /></a>L’Hamlet messo in scena al
<i>Barbican Theatre</i> di Londra è stato diretto da <i>Lindsey Turner</i> e oltre al già
citato Cumberbatch mescola nel suo cast volti noti e meno noti al grande
pubblico: ad interpretare Claudio abbiamo infatti <i>Ciaràn Hinds</i> mentre il ruolo
di Orazio è affidato a <i>Leo Bill</i> che molti ricorderanno come il timido Darwin dello
splendido The Fall di Tarsem Singh. Ad affiancarli i meno conosciuti <i>Kobna
Holdbrook-Smith</i>, Laerte, e <i>Sian Brooke</i>, Ofelia.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
Com’è buona regola del teatro
inglese, anche se l’opera rappresentata è famosissima e conosciuta a menadito
da moltissimi non si ha paura di lanciarsi e sperimentare, non c’è alcuna
ricerca di un’ambientazione che si adatti storicamente all’epoca in cui gli
eventi dovrebbero aver avuto luogo, niente calzoni a palloncino e calzamaglia
per gli uomini e niente corsetti ed elaborate acconciature per le donne, ciò
che conta sono i versi e la potenza delle parole di Shakespeare che possono
rimanere valide e persino assumere nuovi significati cambiando il contesto in
cui esse vengono pronunciate, ecco quindi che la reggia di <i>Elsinore</i> si
trasforma nell’interno di quella che potrebbe essere un’antica magione inglese,
con un ampio atrio, grandi finestre e porte che conducono ad altre stanze e
contribuiscono ad allargare e ingigantire il palcoscenico con intelligenti
giochi di prospettive. A dominare su tutto, una scalinata da cui entrano ed
escono i personaggi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO8E3-HWWy0CLlIXV8BQ9uFrFIToRXT6nj1t1OSuDv4DKYAGhnMzlei46Ftm3UM4gGx3qVStd8AfqvSgvFP8mpY-bf1fVBU8aNROcgbyqhN3XO0jyuB94kbhaUDgzQiqbkY8b7uIwP02I/s1600/16-benedict-cumberbatch-hamlet-in-hamlet-at-the-barbican-theatre-photo-credit-johan-persson.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO8E3-HWWy0CLlIXV8BQ9uFrFIToRXT6nj1t1OSuDv4DKYAGhnMzlei46Ftm3UM4gGx3qVStd8AfqvSgvFP8mpY-bf1fVBU8aNROcgbyqhN3XO0jyuB94kbhaUDgzQiqbkY8b7uIwP02I/s320/16-benedict-cumberbatch-hamlet-in-hamlet-at-the-barbican-theatre-photo-credit-johan-persson.jpg" width="320" /></a>Se trasformato è l’ambiente in
cui prende corpo l’azione, altrettanto modernizzati risultano essere i costumi
dei protagonisti, un dettaglio non da poco: <i>Amleto</i> ci viene presentato come un
ragazzo timido, semplice, che veste di nero e adora ascoltare i suoi dischi e
che ci accoglie sulla scena con le note di Nature Boy di <i>David Bowie</i>, e la
musica sembra essere l’unico conforto per questo ragazzo che ha perso da poco
il padre, l’unico a cui poi sembra importare ancora qualcosa del regale estinto
mentre a corte già si festeggiano le nuove nozze della regina Gertrude con il
fratello del suo defunto marito, Claudio, ora divenuto re. Quando irrompe nella
scena <i>Orazio</i> è impossibile non rimanere un po’ perplessi da questo giovanotto
che sembra essere appena uscito dall’aula di una moderna università e non da una
quanto meno medievale Wittenberg: camicia a quadri, maniche arrotolate e
braccia coperte da tatuaggi. Il vento della modernità travolge anche <i>Ofelia</i>, la
dolce e bella fanciulla innamorata del principe Amleto non trascina più in giro
le sue pesanti gonne ma indossa abiti corti e leggeri, in una scena addirittura
dei pantaloni, e impiega il suo tempo non a cucire ma a fotografare ciò che la
circonda e a suonare il piano.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXps9umkh7n5cO3_27tQTnQDm5Z73ZhEmRZIcytCekvuS5yoWqRDZJBuSGKOuHQt8ynLHKCTZPOdZ5VX2u7alRjYlDqb1OknJdnjvWLK4b8W09HfLgSZ5gU9dy1WXfa6iw3t9IpO63DFY/s1600/image.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXps9umkh7n5cO3_27tQTnQDm5Z73ZhEmRZIcytCekvuS5yoWqRDZJBuSGKOuHQt8ynLHKCTZPOdZ5VX2u7alRjYlDqb1OknJdnjvWLK4b8W09HfLgSZ5gU9dy1WXfa6iw3t9IpO63DFY/s320/image.jpg" width="320" /></a>A mantenere una parvenza di
regalità sembrano essere rimasti solo il re con la sua uniforme, la regina con
il suo setoso abito lungo e gli altri membri della corte tutti in inappuntabili
tailleur e completi scuri. È impossibile non notare come anche i costumi ci vogliano
comunicare qualcosa, Amleto è un ragazzo che veste jeans, maglioni neri e
magliette con stampata su la faccia di David Bowie, mentre intorno a lui tutti
ostentano eleganza, un’eleganza a cui lui si piegherà solo quando si fingerà
pazzo per attuare la sua vendetta, solo allora si vestirà anche lui in uniforme
e andrà in giro scimmiottando le parate tanto amate dallo zio/padre/re, prendendosi
gioco di coloro che vorrebbero ostentare una finta normalità quando invece il
potere da loro detenuto non è altro che finzione e inganno. A metà strada si
colloca invece <i>Laerte</i>, il personaggio che forse meno rende giustizia all’idea
che Shakespeare aveva di lui, che si muove diligentemente nei binari tracciati
per lui dal solerte <i>Polonio</i>, consigliere del re. Una volta rimasto solo, dopo
la scomparsa del padre e della sorella, smarrito e senza un punto d’appoggio
non esiterà a diventare la pedina fondamentale per i malvagi piani di <i>Claudio</i>,
intento a sbarazzarsi della scomoda presenza di Amleto. A non permettere la
restituzione di un personaggio di più ampio respiro probabilmente concorre
anche la recitazione di Holdbrook-Smith che si muove sempre un passo dietro i
suoi compagni di scena.<o:p></o:p></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCKMSDUUtMw6PLxNP7rAv_XAgxvQEQqBWyjX5PQmshdSqYNjXdBwEI6CU6fqHRT_SYOH2lV2meojk0x4pBprTM7gxb6kg5tJQzZYMfN2As8ay13z4yqASZPUQHe01ogouppRf-I9v4Pw4/s1600/2-ciarc3a1n-hinds-claudius-in-hamlet-at-the-barbican-theatre-photo-credit-johan-persson.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCKMSDUUtMw6PLxNP7rAv_XAgxvQEQqBWyjX5PQmshdSqYNjXdBwEI6CU6fqHRT_SYOH2lV2meojk0x4pBprTM7gxb6kg5tJQzZYMfN2As8ay13z4yqASZPUQHe01ogouppRf-I9v4Pw4/s320/2-ciarc3a1n-hinds-claudius-in-hamlet-at-the-barbican-theatre-photo-credit-johan-persson.jpg" width="213" /></a></div>
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Amleto invece non si lascia
incorniciare in questo finto ritratto di normalità, e non si lascia condurre, infatti
quando il sovrannaturale entra in campo è l’unico che non si fa spaventare
nonostante le raccomandazioni di Orazio e di Bernardo e Marcello, le guardie
che l’avvisano dell’improvvisa apparizione del fantasma del defunto Amleto, il
padre del giovane principe. “<i>Ricordati di me</i>” urla lo spettro prima di
scomparire, e Amleto lo farà, quello che era prima uno strisciante sospetto
diviene certezza e così si mette in moto tutta la macchina della tragedia che
travolgerà ogni personaggio in scena. Inizia la discesa di Amleto in
una lucida follia, come evidenzia più volte Polonio, intesa a smascherare e
portare a galla il più turpe dei delitti, condannando non solo lo zio,
scolorita copia del fu Amleto: nobile, forte e valoroso; ma anche la madre
Gertrude rea di aver troppo presto dimenticato il defunto sposo.</div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
Quando la pazzia prorompe
nella scena, l’intero dramma sembra far un passo avanti e salire di livello,
anche grazie alla straordinaria interpretazione di <i>Benedict Cumberbatch</i> che
prende per mano l’intero cast che tende a mantenersi nell’ombra, e sostiene su
di se l’intera rappresentazione, muovendosi senza sforzo dal registro tragico a
quello comico, strappa infatti più di una risata in quei punti del testo in cui
Amleto si finge folle o ha qualche alterco con il petulante Polonio, mentre gli
occhi faticano a mantenersi asciutti quando recita con passione il monologo più
famoso non solo dell’opera ma forse dell’intera storia del teatro, quell’<i>essere
o non essere</i> che rende chiari tutti i dubbi dell’uomo messo di fronte a ciò che
è giusto e sbagliato, ciò che è noto e ciò che non lo è, quell’ignoto che spaventa
per questa sua ineffabilità. Amleto dichiara che gli uomini non sono altro che esseri
che strisciano tra la terra e il cielo, troppo soli e spaventati dalla grandezza
di tutto ciò che li circonda e accade loro per poter passare all’azione. Il
principe danese scoperchia un vaso di Pandora che ribalta e contraddice ogni
idea di giusto e sbagliato, sta tutto nel mente di chi pensa e scoprire ciò non
può che portare alla follia, vera come quella di Ofelia o presunta come nel
caso di Amleto, va bene tutto pur di zittire gli spettri del passato che richiedono
costantemente vendetta e che contemporaneamente ci affascinano con l’idea di un
riposo eterno in cui finalmente liberarci dai legacci, dalle fatiche e
delusioni della vita terrena. Forse bisogna disinteressarsi di tutto,
abbandonare i cattivi sogni che ci mettono davanti alla nostra incompiutezza
quando potremmo essere padroni dell’infinito, disinteressarsi dell’uomo. “<i>Homo
sum, humani nihil a me alienum puto</i>” diceva il socratico <i>Terenzio</i> che poneva l’uomo
al centro di ogni sua opera, ironico il ribaltamento che avviene in Shakespeare
che si fa contradire dal suo personaggio, lo stanco Amleto, “<i>Men don’t interest
me</i>”, per poi trascinarci in una delle sue migliori indagini psicologiche!</div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
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Ad allentare la tensione ma
contemporaneamente contribuendo a raggiungere l’acme della storia si inserisce la
splendida scena di <i>metateatro</i> che attraverso la finzione della recitazione
porta a galla la verità sulla morte del padre di Amleto, ma è anche l’ennesima
riflessione su quanto la parola e il teatro esercitino su di noi una funzione
catartica e di svelamento della realtà.<o:p></o:p></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu2LBgXh4R9E3oO8UGTT4qd-UtWs3HNKu-JVGskyfuePNk1HaLe4V7eVPduPSAWuix5U9eGVdD8Gam0RhyNb4-H3pPAbDqMX9zVUTYwc-GDDutOGDmDxUEyz1tYVIdgv3uPjxjS7iJrks/s1600/98509.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu2LBgXh4R9E3oO8UGTT4qd-UtWs3HNKu-JVGskyfuePNk1HaLe4V7eVPduPSAWuix5U9eGVdD8Gam0RhyNb4-H3pPAbDqMX9zVUTYwc-GDDutOGDmDxUEyz1tYVIdgv3uPjxjS7iJrks/s320/98509.jpg" width="320" /></a>In questo clima di confusione
e annichilimento soffia un vento infernale che colma di pietrisco nero l’ampio
atrio del palazzo reale di Elsinore, tutto ciò che ora accade è tragedia e
dolore: Amleto è ormai avviluppato in un vortice di morte in cui cadono sia
Polonio che i due amici <i>Guildenstern e Rosencrantz</i>, vittime incolpevoli che
fanno quasi da scudo al vero obiettivo, ovvero Claudio, che dismessi i panni di
buon re, marito e padre amorevole fa lo scatto decisivo per diventare il vero
villain della storia grazie all’interpretazione di <i>Ciaràn Hinds</i> che parte in
sordina e si fa sempre più possente con il passare delle battute.<o:p></o:p></div>
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Infine la desolazione e la
follia di Ofelia, orfana di padre e con il cuore spezzato dal crudele Amleto
che per mantenere credibile il gioco della sua pazzia, gioca con i sentimenti
puri della ragazza. <i>Sian Brooke</i> è un Ofelia, piccola e gracile, nervosa fin da
subito come se in lei ci fosse già il germe della disperazione futura. Il suo
vagare per le sale del palazzo, con i suoi fiori e piante, un erbario che
contiene dei significati ben precisi che evidenziano i temi portanti dell’opera:
a Laerte offre il <i>rosmarino</i> per il ricordo di chi non c’è più, le <i>viole</i> per il
pensiero e l’invito alla riflessione, invece al re Claudio dona il <i>finocchio</i> e
l’<i>aquilegia</i> simboli di stoltezza e infedeltà, così come la <i>ruta</i> per la regina
Gertrude. Ofelia si lamenta della mancanza delle <i>violette</i>, fiori fragili, che
simboleggiano innocenza, pudore e modestia, e che Laerte reclamerà per la tomba
della sorella.<o:p></o:p></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQBTh84BYeAiazMP98nfsFK7sikurTtW6ail-6GyOGEbjrx4i7xWh9fuw0LC4gPSG_KUwvN4L6j8kmIbT4nAr_6pk25WMCYddphFt9GUM0pU_TjiOncbzLXJ7wD9Snbe864ELidAz43Og/s1600/2015-08-26-1440615391-1443832-Hamlet5.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQBTh84BYeAiazMP98nfsFK7sikurTtW6ail-6GyOGEbjrx4i7xWh9fuw0LC4gPSG_KUwvN4L6j8kmIbT4nAr_6pk25WMCYddphFt9GUM0pU_TjiOncbzLXJ7wD9Snbe864ELidAz43Og/s320/2015-08-26-1440615391-1443832-Hamlet5.jpg" width="213" /></a>La morte per annegamento di
Ofelia, tra le scene che non contemplano la presenza del carismatico Amleto di
Cumberbatch, è sicuramente la più toccante e incisiva dell’allestimento
teatrale, viene tutto lasciato all’immaginazione, la musica perfetta ed
evocativa di <i>Jon Hopkins</i>, solitamente martellante ed ossessiva qui si fa dolce e accompagna la fanciulla che si arrampica per la
montagna di pietre nere e sparisce nella luce, rimane solo un baule pieno delle
foto scattate da Ofelia, immagini cristallizzate e spezzettate di una vita che
non c’è più. Sparita l’unica anima innocente, il gioco della vendetta deve
ormai chiudersi e lo scontro tra Laerte e Amleto ben orchestrato da Claudio è
inevitabile, dovrebbe essere solo una sfida per decidere il miglior spadaccino ma
si trasforma nel momento in cui tutti i colpevoli vengono chiamati alla sbarra
per pagare il loro tributo: Amleto, Laerte, Claudio e Gertrude muoiono
avvelenati, in un intrigo da loro orchestrato per eliminare il proprio
rivale ma che si ritorce contro loro stessi. Rimane solo Orazio, che può
consegnare al tanto desiderato sonno il suo dolce principe finalmente libero da
ogni affanno e rovello terreno. A lui è inoltre affidato il compito di narrare
la storia della tragedia appena avvenuta all’accorrente <i>Fortebraccio</i>, nipote
del re di Norvegia, che senza fatica può conquistare i territori danesi tanto
agognati. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkNQBgLcgzHIQhGRaYc27nkHrdr1edAG8HD4OROW4KuDTHvcykg4kCeCIB8bY5-k9q_Yl5cV2S-uJVXjgXQpflkuQBMz7pmr-jFrkrx1Odw2iUf0F96mOZQ9Paf9j7CJwEip3YW3Qciuo/s1600/1856.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkNQBgLcgzHIQhGRaYc27nkHrdr1edAG8HD4OROW4KuDTHvcykg4kCeCIB8bY5-k9q_Yl5cV2S-uJVXjgXQpflkuQBMz7pmr-jFrkrx1Odw2iUf0F96mOZQ9Paf9j7CJwEip3YW3Qciuo/s320/1856.jpg" width="320" /></a>Sarebbe stato molto bello poter
assistere dal vivo a questo Amleto e avrebbe sicuramente trasmesso qualcosa in
più come solo quel magico legame tra attori in scena e pubblico riesce a fare,
tuttavia è innegabile che ci troviamo davanti ad un ottimo lavoro, il testo di
Shakespeare ci viene consegnato in tutta la sua forza, così come gli intenti e
i pensieri dei protagonisti sono messi in scena chiaramente, senza strane
arzigogolature che complicano senza aggiungere nulla. Brilla su tutti la
straordinaria prova di Benedict Cumberbatch che dimostra ulteriormente la sua
capacità di fare un passo indietro per permettere al personaggio di occupare
tutta la scena e subire una metamorfosi già confermataci in Sherlock e nei suoi
lavori cinematografici ma che risulta ancor più splendida quando non c’è l’ausilio
di effetti speciali e quello che conta è la capacità di saper comunicare ed
emozionare il pubblico attraverso i gesti e la voce.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
C’è del marcio in Danimarca
esclama Marcello ad Orazio, ma sicuramente non altrettanto si può dire del
teatro inglese, piccolo guscio di noce da cui scrutar l’infinito.<o:p></o:p></div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-67781585838532266302016-04-11T10:00:00.000+02:002016-04-11T10:19:38.056+02:00Let's talk about movies: RACE - IL COLORE DELLA VITTORIA<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO ORIGINALE</u>: Race</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>REGISTA</u>: Stephen Hopkins</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>ANNO</u>: 2016</div>
<div style="text-align: justify;">
<u>CAST</u>: <b>Stephan James</b> (Jesse Owens), <b>Jason Sudeikis</b> (Larry Snyder), <b>Carice Van Houten</b> (Leni Riefenstahl), <b>Jeremy Irons</b> (Avery Brundage), <b>David Kross</b> (Carl "Luz" Long), <b>Barnaby Metschurat </b>(Joseph Goebbels)</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<span style="background-color: #fbfbfb; color: #333333; font-family: Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.2px;"><i>"In those ten second, there's no black or white, only fast or slow."</i></span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg31x90Iohu6PGvbaZe7hVbeS1EoEzvcaZs-AZs7GelmpQF-dlEohMITLdX8X_x5tO07kY6jhjz-f10PkqfGAAsqE9o_yJdcveGwr1YAQuKUL-R-Tc-NE_bghxcmO0N8b_D8sHT-L6AF0g/s1600/race-il-colore-della-vittoria-v6-28756-340.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg31x90Iohu6PGvbaZe7hVbeS1EoEzvcaZs-AZs7GelmpQF-dlEohMITLdX8X_x5tO07kY6jhjz-f10PkqfGAAsqE9o_yJdcveGwr1YAQuKUL-R-Tc-NE_bghxcmO0N8b_D8sHT-L6AF0g/s320/race-il-colore-della-vittoria-v6-28756-340.jpg" width="216" /></a></div>
<br />
La storia del velocista <i>Jesse Owens </i>è nota a tutti. È una di quelle occasioni in cui storia e sport si legano in modo fortissimo, dove le capacità atletiche travalicano i propri confini fatti di record, minuti, metri e medaglie per parlare d’altro, per denunciare qualcosa, per aprirci gli occhi e dimostrare che ciò che è moralmente giusto non sempre si piega alla follia di chi vorrebbe costruire un mondo plasmato secondo logiche che di logico con hanno proprio nulla. Si, perché il giovane Jesse, nato in Alabama in una famiglia poverissima, partito dal nulla con solo un paio di scarpette e la voglia inestinguibile di correre, correre e solamente correre, più veloce di tutti, è anche quell’uomo straordinario che in tempi altrettanto straordinari si è presentato alle <i>Olimpiadi del ’36</i>, tenutesi in una Germania ormai sotto il controllo nazista, ed è riuscito grazie alle sue prestazioni sportive fuori dall'ordinario a infliggere a <i>Hitler</i> uno smacco non da poco, vincendo proprio sotto il naso del führer ben quattro ori olimpici, non male eh?</div>
<div style="text-align: justify;">
Di questa storia fantastica che intreccia sport, storia e conflitti sociali ci racconta <i>Race</i>, film di <i>Stephen Hopkins</i>, che con l’ausilio di una fotografia che ingiallendo i toni ricorda molto da vicino le immagini delle vecchie cineprese e l’utilizzo di una tecnica di ripresa che sembra accelerare e decelerare seguendo gli scarti di un velocista, ci trasporta direttamente al momento prima che Jesse diventi James Owens (<i>Stephan James</i>), il quattro volte campione alle Olimpiadi.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7ABv2uWnDLaS8jqjhBYPQUF4YQWIGRpSlqVvon0BO-Ucv66mB6awPlR8YUmoHVNvj3BVGKoxFQsXfbRxIiM9YMP1Nvat4Ri25Yfz6OH5eAIA0tkUf3UTZhprqIAmsmWLC7omSUEtytnU/s1600/race-1030x615.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7ABv2uWnDLaS8jqjhBYPQUF4YQWIGRpSlqVvon0BO-Ucv66mB6awPlR8YUmoHVNvj3BVGKoxFQsXfbRxIiM9YMP1Nvat4Ri25Yfz6OH5eAIA0tkUf3UTZhprqIAmsmWLC7omSUEtytnU/s320/race-1030x615.jpg" width="320" /></a>Non si indugia sui primi anni di Jesse, i problemi economici e le difficoltà affrontate da lui e la sua famiglia ci vengono presentate attraverso piccoli ma significativi momenti: delle buste con pochi dollari lasciati al padre e alla fidanzata poco prima di partire per l’università, la giacca cucita con tanto amore dalla madre che non nasconde l’orgoglio che prova per il figlio, un padre di poche parole che oscilla sempre tra fierezza e vergogna per essere sì riuscito a mantenere una famiglia sebbene trovare un lavoro stabile e ben retribuito sia sempre un problema, il tutto sullo sfondo di un’America che affronta il grande tema delle discriminazioni razziali, tema che ci accompagna, com'è doveroso, durante tutto l’arco del film. Ma Jesse corre e approda all’Università Statale dell’Ohio dove i suoi tempi da record convincono <i>Larry Snyder</i>, interpretato in modo dosato e convincente da <i>Jason Sudeikis</i>, allenatore con un passato da promettente corridore, a dare una chance al ragazzo. I cronometri non mentono, Jesse è un velocista nato e anche con il salto in lungo non se la cava male, per usare un eufemismo, nelle competizioni nazionali distrugge ogni avversario e la sua partecipazione ai Giochi sembra del tutto scontata. </div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw4sfLS65vmzCuDtBELrDiTJHsun7PScU4HTPFofSUgBpa5ROeJEUBejScV4UbGETQ_ujmC89KzEjbElbyOSv6BHkcjVmkFqElvgiATJmzfijqBGOz3HLDXDHNGRx8sqyMxx5hrdwD11A/s1600/4090_D003_00536_CROP-1024x604.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw4sfLS65vmzCuDtBELrDiTJHsun7PScU4HTPFofSUgBpa5ROeJEUBejScV4UbGETQ_ujmC89KzEjbElbyOSv6BHkcjVmkFqElvgiATJmzfijqBGOz3HLDXDHNGRx8sqyMxx5hrdwD11A/s320/4090_D003_00536_CROP-1024x604.jpg" width="320" /></a>Ma il film tiene a raccontarci non soltanto i successi sportivi ma a farci capire perché la storia di Mr. Owens valga la pena di essere fermata su pellicola, se da una parte la vita familiare si insinua tra le pieghe dei successi sportivi, Jesse infatti ha lasciato a casa una fidanzata e una figlia piccola e non saranno poche le difficoltà che dovranno affrontare, tra soldi che mancano sempre e una scappatella di Jesse, altrettanto fondamentale risulta seguire il processo che ha portato l’America a partecipare ai giochi del ’36. La partecipazione infatti non era così scontata, in <i>Germania</i> il Nazismo aveva già iniziato a mostrare tutta la sua violenza e i rastrellamenti degli ebrei erano già iniziati, il comitato olimpico americano non sa che pesci pigliare: partecipare o boicottare? Alla storia di Jesse si lega con maestria quello che poi risulta essere il tema portante dell’intero film, un dualismo assurdo eppure palpabile, reale, che viene affrontato, portato a galla e mai negato: infatti se era sacrosanto condannare i barbari comportamenti dei nazisti nei confronti degli ebrei (ma non solo!) come era possibile vivere in un paese che considerava altrettanto giusta la segregazione razziale? I tedeschi consideravano inferiori gli ebrei, in <i>America</i> un nero non poteva nemmeno entrare dalla porta principale di un ristorante, poco importa, come accadrà in seguito a Jesse, che la festa che si tiene al suo interno sia dedicata ad un uomo che ha fatto sventolare alta la bandiera a stelle e strisce proprio sul suolo di una nazione che di lì a una manciata di anni diverrà un terribile avversario nei fangosi campi di battaglia. </div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4pjf4zF5Oo0BCuueuJU7y2gGSCrY00twO42dUTY72fxVBgs9c5MJ-tVAE4bm_JVbFHKZh_pewIH5pRb0rr5ukwXKYT6SYZZ389RVogRrzPI4AkA_LzvxTFGS0E13wrxOHeF7YtcYO2-w/s1600/Race-Il-colore-della-vittoria-RECENSIONE-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="163" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4pjf4zF5Oo0BCuueuJU7y2gGSCrY00twO42dUTY72fxVBgs9c5MJ-tVAE4bm_JVbFHKZh_pewIH5pRb0rr5ukwXKYT6SYZZ389RVogRrzPI4AkA_LzvxTFGS0E13wrxOHeF7YtcYO2-w/s320/Race-Il-colore-della-vittoria-RECENSIONE-2.jpg" width="320" /></a>Non partecipare sembra essere la decisione migliore, lo vuole il comitato e lo vorrebbero pure coloro che lottano per vedere riconosciuti i propri diritti a prescindere dal colore della pelle, ma è qui che il film fa centro, portandoci le ragioni giuste del boicottaggio, ma mostrandoci anche come partecipare, come ci insegna il celebre motto di <i>De Coubertin</i>, ma soprattutto mostrarsi e lottare a volte possa essere un messaggio ancora più potente, così la pensa Jesse seppur con qualche tentennamento e così la pensa soprattutto <i>Avery Brundage</i> (<i>Jeremy Irons</i>) che caparbiamente non solo ottiene la partecipazione degli USA all’Olimpiade ma trova anche il tempo, e qui le scene più divertenti ma anche più spaventose del film, per dettare le proprie condizioni niente meno che a <i>Goebbels</i>, il terrificante gerarca nazista, interpretato da un altrettanto glaciale e perfetto <i>Barnaby Metschurat</i>, che vedeva nei Giochi l’occasione per mostrare al mondo la potenza insuperabile del Terzo Reich. Gli alti principi morali di Brundage non lo fermeranno però dal mettersi in affari con i nazisti stessi ma questa è un’altra storia, anche se il film non lo nasconde e non si esime dal sottolinearlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq51fPIODI7BP8Q_p81Bu5AN0lav2rHgsO2f-m7pS1PTJieZaa0dpsDFK5dUULeLzZHhFXbLCuk3HnnSpVht_RYERKF3-YBTb7lYUgjerVEe9CCYNnVA1Y8SZGhvQurWT7QpFnVAAI5KI/s1600/race1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="167" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq51fPIODI7BP8Q_p81Bu5AN0lav2rHgsO2f-m7pS1PTJieZaa0dpsDFK5dUULeLzZHhFXbLCuk3HnnSpVht_RYERKF3-YBTb7lYUgjerVEe9CCYNnVA1Y8SZGhvQurWT7QpFnVAAI5KI/s320/race1.jpg" width="320" /></a>Race come già detto non vuole essere mero resoconto sportivo o una narrazione delle contraddizioni che imperversano in America e in Europa, è anche un racconto che si basa soprattutto sulla verità, sebbene sia regola non scritta della cinematografia che ogni buona storia vera debba comunque essere un tantino romanzata come esclama <i>Leni Riefenstahl</i> (<i>Carice Van Houten</i>), la celeberrima regista del documentario dedicato proprio alle Olimpiadi del ’36, ad un inviperito Goebbels dopo l’ennesima vittoria di Jesse Owens, la verità balza sempre fuori, è inutile oscurare le telecamere e rifiutarsi di stringere la mano all’uomo di colore che ha mandato all’aria qualsiasi tesi sulla supremazia della razza ariana. Emblematica la scena in cui Leni chiederà a Jesse di ripetere a favore di telecamere lo strepitoso salto che gli è valso la medaglia, il ragazzo è perplesso, tutto gli sembra falso, ma è il falso di una storia vera, di un qualcosa che è accaduto e che merita, seppur con qualche aiutino, di venir immortalato e consegnato ai posteri. Le immagini e le imprese sportive possono aiutare a ricordarci gli eventi storici anche meglio di qualunque manuale scolastico perché spesso ci restituiscono momenti di rottura, spiragli in cui avvertire la stortura che è in atto, per riportarci in carreggiata, in un’Europa sull’orlo della guerra la verità sta tutta sulla pista dove si sfidano gli atleti, sui cronometri e i numeri che misurano le distanze saltate, non lo capiscono lassù sul palco dove Hitler osserva silente e furioso ma lo capisce <i>Carl “Luz” Long</i> (<i>David Kross</i>), il campione tedesco che accetta la sconfitta e stringe la mano a Owens, seppur pagando successivamente un prezzo altissimo per quel momento di umanità sconcertante.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN3XpOSRvVDL4lueZLdA5numfhCBuXzmVyv78mU1Q9FJX4Ud1CnIjteyOguHplcFta1ipVRMOq2KtVREETgJXy6t6wgkPLEu_sDT2OKO88L8OZYoUwjoR5ud475QYYOBtrH43tlZqr23Q/s1600/Race+Carice+Van+Houten.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN3XpOSRvVDL4lueZLdA5numfhCBuXzmVyv78mU1Q9FJX4Ud1CnIjteyOguHplcFta1ipVRMOq2KtVREETgJXy6t6wgkPLEu_sDT2OKO88L8OZYoUwjoR5ud475QYYOBtrH43tlZqr23Q/s320/Race+Carice+Van+Houten.jpg" width="320" /></a>Si parla spesso della necessità di continuare a produrre biopic, dello scarto che sembrano produrre tra ciò che è stato e la patinata ricostruzione che questi film ci offrono, ma credo che valga la pena mantenere vive storie come quelle di Jesse Owens se sono capaci di parlarci ancora oggi quando ci si ostina a commettere sempre gli stessi sciocchi errori, a dividere tra migliori e peggiori basandoci su parametri che non possono essere oggettivamente misurati, spazzando via ogni principio morale per sostituirlo con il pregiudizio. </div>
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Il film si chiude con delle immagini icastiche, Jesse Owens viene accolto in patria come eroe, ma finita la festa e l’euforia rimane l’incongruenza, ancora una volta, mai urlata eppure insistente, nemmeno quattro medaglie d’oro sembrano rendere più “normale” quella pelle scura agli occhi dei bigotti ma dopotutto anche dall’altra parte dell’Oceano sembrano non aver imparato la lezione come testimonia la successiva invasione della Polonia da parte della Germania e il caos del secondo conflitto mondiale.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjihn0peCVMQOTfKCjSGox_9E6VQLR7FJpWDm5Du9FeIQntbsPXly3hWig-TAoSId-mwnJz1GkzftqkXXjWmHOwva5bSSzDitGiQbAoKaWaeFfVt2dctq6ApQ4KSXPfR7pZIoWbMSq_Ork/s1600/owens-750x460.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjihn0peCVMQOTfKCjSGox_9E6VQLR7FJpWDm5Du9FeIQntbsPXly3hWig-TAoSId-mwnJz1GkzftqkXXjWmHOwva5bSSzDitGiQbAoKaWaeFfVt2dctq6ApQ4KSXPfR7pZIoWbMSq_Ork/s320/owens-750x460.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Il vero Jesse Owens alle Olimpiadi del 1936</span></td></tr>
</tbody></table>
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Eppure in tutto questo mantenere sempre in primo piano la questione fondamentale, ovvero che non esistono differenze di alcun genere tra gli uomini, <i>Race</i> riesce a cancellare per due ore dal vocabolario inglese il significato di “<i>razza</i>” per lasciare invece la sola cosa che conta la “<i>corsa</i>” e l’uomo che si misura con i propri limiti, che li sfida e che li batte mentre contemporaneamente vanifica ogni barbara idea di suprematismo di una razza, se poi le razze esistono, su un’altra.</div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-18697909777259973122016-02-26T11:00:00.000+01:002016-04-05T13:25:14.578+02:00Let's talk about books: LA VERA STORIA DEL PIRATA LONG JOHN SILVER<div style="text-align: justify;">
<u>TITOLO</u>: La vera storia del pirata Long John Silver.</div>
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<u>TITOLO ORIGINALE</u>: Long John Silver: Den äventyrliga och sannfärdiga berättelsen om mitt fria liv och leverne som lyckoriddare och mänsklighetens fiende.</div>
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<u style="text-decoration: underline;">AUTORE</u>: Björn Larsson</div>
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<u style="text-decoration: underline;">ANNO DI PUBBLICAZIONE</u>: 2011 (prima edizione 1995)</div>
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<u>CASA ED.</u>: Iperborea</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>"Perché voglio dirti una cosa, una volta che sei stato libero e padrone di te stesso in mare, e liberi lo si è davvero, sarebbe peggio della morte tornare a ubbidire come uno schiavo."</i></blockquote>
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Chi non ha mai letto o ascoltato il ritornello che fa "<i>quindici uomini sulla cassa da morto e una bottiglia di rum</i>"? Chi per carnevale da bambino (ma non solo) non ha desiderato vestirsi da pirata con tanto di cappello indossato di sbieco e benda sull'occhio?</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0kddpGGEqhT8oDgnaxa06pN-sUTTA2BSXNukJQ1x8OI1kcO6RFBw-3oPm-ysFGS8zpMJczMMJ2wzumUspHeIk6vo1Fv2e750eYo7ilr5IhQp4L_yzZCz5cgXjV7Apqe5kGKG_zA_qLLs/s1600/ljs.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0kddpGGEqhT8oDgnaxa06pN-sUTTA2BSXNukJQ1x8OI1kcO6RFBw-3oPm-ysFGS8zpMJczMMJ2wzumUspHeIk6vo1Fv2e750eYo7ilr5IhQp4L_yzZCz5cgXjV7Apqe5kGKG_zA_qLLs/s400/ljs.jpg" style="cursor: move;" width="196" /></a>I pirati fanno ormai parte del nostro immaginario collettivo, ce li immaginiamo malvagi, senza paura, armati fino ai denti, sempre pronti a prendere d'assalto navi cariche d'oro e scialacquare i loro averi così duramente guadagnati in fiumi di rum. Questa descrizione di certo ha i suoi riscontri nella realtà, provate a chiederlo alla marina inglese e spagnola di inizio '700! Eppure i pirati sono delle figure affascinanti, simbolo di resistenza e della voglia di libertà. Ultimamente stiamo anche assistendo ad un revival del genere, oltre agli spiritosi film della saga de I Pirati dei Caraibi, l'emittente Starz con la serie <i>Black Sails</i> (la terza stagione è ora in onda in Italia su AXN, canale della piattaforma Sky) ha ben pensato di mescolare realtà e finzione, storia e letteratura e riportare in auge le avventure piratesche, rifacendosi e rimodellando il libro sui pirati per antonomasia: <i>L'Isola del Tesoro</i> di <i>Robert Louis Stevenson</i>. L'avventura del giovane <i>Jim Hawkins</i> è nota a tutti, così come già noti suonano al nostro orecchio i nomi del capitano <i>Flint</i>, di <i>Billy Bones</i> e soprattutto dell'antagonista principale della storia, <i>Long John Silver</i>, il pirata astuto e machiavellico con una gamba sola e un pappagallo sulla spalla. Divenuto una figura iconica, se si riflette meglio sul racconto di Stevenson è però possibile notare come il suo personaggio, come del resto l'intero equipaggio della nave <i>Walrus</i>, venga presentato dall'autore scozzese <i>in medias res</i>, quel poco che sappiamo sul tesoro, la nave, Flint e tutti gli altri marinai lo scopriamo a spizzichi e bocconi attraverso le battute degli altri personaggi o da quanto racconta lo stesso Silver, in generale comunque ne sappiamo molto poco.<br />
<a name='more'></a></div>
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Non risulta quindi difficile capire cosa abbia spinto <i>Bjorn Larsson</i>, professore di letteratura francese all'università di Lund e appassionato di navigazione, a scrivere l' autobiografia immaginaria di Long John Silver: dalla gioventù, passando per gli anni dedicati alla pirateria, fino ad arrivare alla tranquilla e malinconica vecchiaia vissuta sulle coste del Madagascar.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXYsreYrGMzJ91NIyX4D0LBWA1oj6KQjNTN5TMsAf9mZftNOsLwfmIT6vehXc-Kpw98TT36Uc8XPEp93W3vvhV3m4hh76eESmWSkYr7dWinLbYc0spOUdqvkt3tuz6zIKHvnLcUVZ8Hc4/s1600/Fighting+Temeraire.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXYsreYrGMzJ91NIyX4D0LBWA1oj6KQjNTN5TMsAf9mZftNOsLwfmIT6vehXc-Kpw98TT36Uc8XPEp93W3vvhV3m4hh76eESmWSkYr7dWinLbYc0spOUdqvkt3tuz6zIKHvnLcUVZ8Hc4/s320/Fighting+Temeraire.jpg" width="320" /></a>Partendo dal personaggio nato dalla penna di Stevenson, Larsson immagina una vita vissuta sprezzantemente, avendo per fedeli compagni d'avventura da un lato <i>la Morte</i>, sempre in agguato, sia che si presenti sotto forma di tempesta o di cappio intorno al collo, e dall'altro una voglia di vivere praticamente sconfinata. Fedele alla descrizione di Stevenson ritroviamo un Silver scaltro come una volpe, intelligente, capace di parlare come un libro stampato quando ne ha voglia e soprattutto un uomo che impara le dure lezioni che la vita gli impartisce e che non commette mai due volte lo stesso errore. Long John, a differenza degli altri pirati, non ha fatto affidamento esclusivamente sulla forza bruta ma ha saputo utilizzare la forza delle proprie parole e della capacità di piegarle e usarle per il proprio benessere e tornaconto. Il suo punto di forza è il suo instancabile ingegno, un <i>Ulisse</i> luciferino che sa volgere ogni situazione a proprio vantaggio, senza rinunciare però a quella vena di scelleratezza presente in ogni buon pirata che si rispetti.</div>
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Il Siver che ci presenta Larsson è quindi un pirata del tutto eccezionale, atipico, e difficile da inquadrare, ma proprio qui risiede tutto il fascino della sua figura che appena abbozzata ne L'Isola del Tesoro, nel testo dello scrittore svedese si fa prorompente e la sua caratteristica principale è la voglia e la volontà di mordere la vita finché possibile, finché ne resta, senza alcuna paura ma allo stesso tempo senza rischiare il collo inutilmente: se c'è una cosa che Silver cercherà di evitare per tutta la sua esistenza sarà proprio la forca e di conseguenza una morte inutile e in fin dei conti ingloriosa.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwynttXE958UuGntPwvYrtX3jHjtvffF1qFJWAX43Vr5550rRIuDrgUOqfYDJjipcVRPiU6eVIvNMUZfEDBny0XoKvnBUIDrgKZDvl-SnhwdliKcbFaqHxgKgsP4c-99jkIeAf1HRCoQY/s1600/oneleg.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwynttXE958UuGntPwvYrtX3jHjtvffF1qFJWAX43Vr5550rRIuDrgUOqfYDJjipcVRPiU6eVIvNMUZfEDBny0XoKvnBUIDrgKZDvl-SnhwdliKcbFaqHxgKgsP4c-99jkIeAf1HRCoQY/s320/oneleg.jpg" width="190" /></a>Seguendo gli stilemi del romanzo di formazione, sebbene di una formazione del tutto atipica, e prendendo a piene mani anche dal genere del <i>mémoire</i>, incontriamo un Silver ormai anziano che decide di mettere nero su bianco la sua vita e tirarne così le somme e cercare parziale consolazione e conforto nella speranza di aver vissuto al pieno la propria vita, senza sprecarne neppure un attimo. Ripercorrendo le tappe fondamentali della sua esistenza, ce le racconta con la sua stessa voce, dato che il romanzo è interamente narrato in prima persona e mirabilmente anche, poiché Larsson adopera un linguaggio che ben si adatta all'eloquio di un vecchio lupo di mare che ha studiato, è vero, ma che ha ad ogni modo trascorso gran parte della sua vita solcando gli oceani o comunque mai troppo lontano dalle loro acque, nei porti inglesi, americani e africani. Destinatari di questa raccolta di memorie del vecchio pirata sono dapprima <i>Daniel Defoe</i>, autore non solo del celebre Robinson Crusoe ma anche di diverse storie sui pirati, e successivamente Jim Hawkins, l'ultima persona con cui Silver abbia condiviso un'avventura. Vero e falso, personaggi reali e di fantasia si mescolano nascondendo ciò che è finzione sotto un velo di verosimiglianza che avvicina il lettore al racconto e lo rende partecipe di quanto narrato, in un intreccio tra la più cruda realtà e attimi di vera e propria poesia che ci restituiscono con rapide pennellate descrizioni di paesaggi marini solcati da onde cristalline e attraversati dai saettanti raggi del sole, per poi rituffarci a malincuore tra le difficoltà e il lerciume delle vite intorno ai porti. Un contrasto tra natura e civiltà che pende tutto a favore della prima. </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>“Ho visto il sole tramontare in un mare di fuoco liquido e sorgere come una sfera di rame incandescente. Ho visto la luna far risplendere i veli del cielo notturno come fuochi fatui e rispecchiarsi nel lento respiro delle onde. Ho visto il mare così liscio e l'aria così trasparente che la volta stellata sembrava sdoppiarsi al punto che non si capiva più qual era il sotto e quale il sopra, e pareva di veleggiare dentro a un globo splendente di luci. Ho visto cieli e nubi che un artista avrebbe impiegato un'esistenza intera a cercare di riprodurre.”</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Vengono messi così in luce tutti i punti che ne L'Isola del Tesoro erano rimasti nell'ombra, scopriamo come Silver abbia perso la sua gamba e contemporaneamente guadagnato il suo soprannome "<i>barbecue</i>", come abbia conosciuto la "negra" (il personaggio più bello e riuscito di tutto il romanzo dopo, ovviamente, il suo protagonista) a cui rimarrà fedele tutta la vita, e ovviamente i turbolenti anni a bordo della Walrus sotto il comando del capitano Flint...si, ci viene raccontato anche come Long John sia entrato in possesso del famoso pappagallo omonimo del terribile capitano.</div>
<div style="text-align: justify;">
I rimandi al romanzo di Stevenson sono forti, eppure sarebbe riduttivo vedere nel romanzo di Larsson il semplice ampliamento di un personaggio inventato da qualcun altro, un mero esercizio di stile bellissimo ma dopotutto vuoto e fine a se stesso, infatti <i>La vera storia del pirata Long John Silver</i> è molto di più: è avventura allo stato puro che però sa trasformarsi in mirabile riflessione sul tempo che scorre, su come noi tutti, pirati o gentiluomini, personaggi di carta o gente in carne e ossa, giungiamo prima o poi a dover fare i conti con noi stessi, con le nostre azioni, l'intera nostra esistenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIj-AOc2t9YN9gNr0q2pd_pLcDS2ZHfxaT8He6VxZEFE6Utv_sPTbHR2MqrKdxkjXTVwl-fazyy5GUJyD9Up5CwPLSPdl0oK6y7dv_0oNWvBEhxw2D5lEeHiuxG5q7abdRGHGkiXrhMd4/s1600/c_keitt.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIj-AOc2t9YN9gNr0q2pd_pLcDS2ZHfxaT8He6VxZEFE6Utv_sPTbHR2MqrKdxkjXTVwl-fazyy5GUJyD9Up5CwPLSPdl0oK6y7dv_0oNWvBEhxw2D5lEeHiuxG5q7abdRGHGkiXrhMd4/s320/c_keitt.jpg" width="200" /></a>Non manca nemmeno il racconto, centellinato nel corso di tutto il romanzo, su cosa volesse dire vivere il mare durante l'epoca d'oro della pirateria e il suo successivo crollo. Troppo abituati a dividere tra buoni (la marina militare e mercantile) e cattivi (i pirati) scopriamo come invece i contorni della faccenda siano molto più sfumati e labili di quanto si possa pensare: dopo aver letto di arruolamenti forzati, delle pessime condizioni di vita dei marinai e della superbia e cattiveria dei capitani eletti "per grazia di Dio", ossia i capitani regolari, e soprattutto dopo aver letto le terrificanti descrizioni del commercio degli schiavi, le nostre simpatie non possono che spostarsi tutte dalla parte dei pirati, marchiati come nemici dell'umanità ma che erano tuttavia coloro che non negavano un'occasione a nessuno, le cui ciurme potevano eleggere e destituire il proprio capitano e in cui i quartiermastri avevano il fondamentale ruolo, soprattutto se dotati come Silver del dono della parola, di pretendere e ottenere condizioni di vita a bordo e paghe migliori... non che questo rendesse i pirati capaci di mettere qualcosa da parte e dedicarsi a più oneste attività: se si è stati pirati e si è viaggiato per lungo tempo per mare e si è quindi assaporata la vera e più piena libertà; denaro, affetti e tutto ciò che può rendere allettante la vita sulla terraferma esercita ben poca attrattiva e il richiamo del mare e dell'avventura è sempre troppo forte per rimanere inascoltato, unica eccezione a questa vita vissuta sempre al limite è ancora una volta rappresentata da Silver, ma dopotutto è già stato detto quale figura atipica egli rappresenti nel panorama dei pirati, reali o di fantasia. Anche il lettore quindi è costretto a farsi un po' pirata e a lasciarsi trasportare della risacca e dai marosi, assaporando la salsedine, e affrontare il vasto mare, palcoscenico di ogni genere di avventura, da sorvolare con levità e con coraggio come i grandi uccelli marini delle vecchie ballate marinare, liberi come solo i gentiluomini di ventura hanno saputo vivere e come solo chi legge può ancora continuare a essere.</div>
</div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4624373166427134108.post-90271859805239119492016-02-25T11:37:00.004+01:002016-02-25T11:37:45.737+01:00Let's talk about books: TAG GAME ~ 25 BOOKISH THINGS<div style="text-align: justify;">
A me i tag games piacciono tantissimo, soprattutto quando ho la possibilità di parlare di libri, e quando la graziosissima <a href="https://www.youtube.com/watch?v=cwo2veygsww&feature=youtu.be" target="_blank"><b>PennyLane on the Tube</b></a> mi ha taggata in questo giochino non potevo non partecipare, ecco qui le mie venticinque cose "librose".<br />
<br /></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF270GnYyuhscdOPDobeutgAiYml9uERPcSX-s35kuVHFazmn2ZzjVGg-nJHIRCxrd5O8ihRHqvRyv3H6t4Tf8O6bPdGhUXAOimDEqWLWr1Z7ZzonqTKk9mbcqF3Qny1vG7anampjFUyg/s1600/tumblr_mve89xajW21s9j08jo1_500.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF270GnYyuhscdOPDobeutgAiYml9uERPcSX-s35kuVHFazmn2ZzjVGg-nJHIRCxrd5O8ihRHqvRyv3H6t4Tf8O6bPdGhUXAOimDEqWLWr1Z7ZzonqTKk9mbcqF3Qny1vG7anampjFUyg/s400/tumblr_mve89xajW21s9j08jo1_500.gif" width="400" /></a></div>
</div>
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</div>
<ol>
<li style="text-align: justify;"><i>Da quando ho imparato a leggere non ho mai smesso di farlo. Nel rarissimo caso in cui non abbia un libro a portata di mano vanno bene anche i libretti d'istruzioni e le etichette dei bagnoschiuma.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Nonostante io sia sempre stata una grande lettrice sono piuttosto ignorante sulla letteratura per ragazzi, non ho mai particolarmente amato le fiabe e ho cominciato a leggere libri "per adulti" molto presto. (Dopotutto le letture preferite quando ero a casa di mia nonna erano i Canti di Leopardi o la Divina Commedia).</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Non posso fare a meno di stupirmi quando qualcuno mi dice che non legge o odia farlo. Mi sono sempre chiesta cosa ne facciano della loro vita queste persone.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Mi piacciono tantissimo i libri usati e le loro pagine ingiallite dal tempo. Inoltre permettono di risparmiare qualche soldino che non è mai una brutta cosa. Di conseguenza mi piacciono i mercatini e i negozi dell'usato. Rovistare tra pile e pile di libri e trovare il volume tanto agognato è una delle soddisfazioni più grandi che la vita possa offrire.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Non compro libri di una casa editrice solo perché questa è "chic", a me interessa il libro, quello che dice, il pensiero dell'autore, la "ciccia" insomma.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Se mi metto in testa che devo leggere un libro <span style="text-decoration: underline;">devo</span> assolutamente leggerlo e non importa se la libreria è piena di libri ancora da leggere o se ne ho già un paio in lettura.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>I libri che sto leggendo vanno categoricamente posati sul comodino, stessa cosa per il Kindle che conservo nel cassetto del comodino.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Leggo soprattutto la sera (diciamo anche di notte) e dopo pranzo.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Per molti anni ho sopportato di buon grado l'estate solo perché potevo dedicarmi a intense maratone letterarie. Posso dire che se non ci si fosse messa in mezzo l'università a quest'ora avrei letto la Ricerca del Tempo Perduto almeno tre volte.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Non riesco mai a seguire una TBR perché immancabilmente mi fisso su un argomento/personaggio/fatto e devo assolutamente leggerne in proposito.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Adoro i romanzi storici. Si, anche e soprattutto per le loro digressioni storiche e perché mi permettono di viaggiare nel tempo e nello spazio, quanti possono dire di trovarsi perfettamente a loro agio nella corte di Luigi XIV? Beh chi ha letto Dumas sicuramente potrà affermarlo.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Posso parlare di un libro che mi piace per giorni, mesi, anni. Se un libro mi ha colpita devo consigliarlo a chiunque, ovviamente ne consegue che io possa essere molto delusa se il libro non piace quanto è piaciuto a me.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Scelgo i libri per la loro trama ma anche per la copertina, per l'ambientazione, perché ne ho letto una citazione da qualche parte, mi lascio guidare dalle mie sensazioni. I casi letterari, soprattutto da un po' di tempo a questa parte, mi insospettiscono e mi convincono poco.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Penso che sia necessario leggere i classici, sono i mattoncini con cui costruire le fondamenta per essere non solo buoni lettori ma anche lettori critici ed informati.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>I personaggi dei libri per me sono tutti reali: vivo, rido, piango e lotto insieme a loro, mi affeziono e per me sono come dei vecchi amici.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Ultimamente ho preso l'abitudine di segnare frasi e passaggi che mi piacciono con delle linguette adesive colorate. Non sono mai riuscita a sottolineare i libri e credo che mai ci riuscirò.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Penso sempre di sistemare la mia libreria secondo un criterio logico ma alla fine mi ritrovo sempre con il solito (e ormai rassicurante) guazzabuglio medievale.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Mi piace quando mi vengono regalati dei libri, soprattutto quando mi viene spiegato perché si è scelto quel particolare libro o se mi viene donato un libro che desideravo da tempo, vuol dire che chi mi vuole bene mi ascolta...o che io rompo un po' troppo le scatole...</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Sono gelosa dei miei libri, in ogni senso possibile, mi arrabbio se qualcuno parla male di un libro che amo e preferisco non prestarli tranne che a pochi fedelissimi che sanno che dovranno trattarli come si tratterebbe un neonato indifeso.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Quando vado in libreria tocco le copertine dei libri che ho già letto e mi ritrovo a sorridere, è il mio modo di salutare autori e personaggi a me cari.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Finito un libro ne inizio subito un altro, non ci sono tempi morti, è un buon modo per evitare il blocco del lettore e superare quel senso di vuoto che ti assale quando hai finito un libro.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Leggo più libri contemporaneamente, spesso di due generi diversi così da poter scegliere secondo l'umore.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Ho tante, troppe, "cotte letterarie", ragion per cui morirò zitella.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Ho difficoltà a scrivere e spiegare ordinatamente perché quel libro meriti di essere letto, è anche per questo motivo che ho aperto il blog, qui cerco di superare questo blocco e cerco di mettere nero su bianco le mie idee.</i></li>
<li style="text-align: justify;"><i>Odio comprare libri, magari anche spendendo parecchio, per poi trovare insopportabili refusi, traduzioni pessime o pagine che si staccano al minimo tocco.</i></li>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqAee2E-9n8jEGowhJUVz69QMYpIeQ8us7qtLOy29hfXhzEOX05bH2OZNHRoBNnf9E3nb6nu3SxXIvMiyOgsw2Ilq24niTa9AQBDIkIIZpc00Dn7l29WTnQpgCZSwOf7FtYAMCX0idqpg/s1600/tumblr_n04mmdJGV21qkwmmio1_500.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="248" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqAee2E-9n8jEGowhJUVz69QMYpIeQ8us7qtLOy29hfXhzEOX05bH2OZNHRoBNnf9E3nb6nu3SxXIvMiyOgsw2Ilq24niTa9AQBDIkIIZpc00Dn7l29WTnQpgCZSwOf7FtYAMCX0idqpg/s400/tumblr_n04mmdJGV21qkwmmio1_500.jpg" width="400" /></a></div>
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Non credevo di riuscire a mettere insieme una lista di venticinque punti e invece alla fine ho dovuto pure eliminarne qualcuno perché avevo sforato il limite! </div>
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È il mio turno di taggare qualcuno e scelgo la mia carissima Alessia (<a href="http://firstimpressions86.blogspot.it/" target="_blank"><b>First Impressions</b></a>), la mia amica Alessandra (<a href="https://handfulofframes.wordpress.com/" target="_blank"><b>A Handful of Frames</b></a>) e Pamela (<a href="http://www.lastcenturygirl.com//" target="_blank"><b>Last Century Girl</b></a>). Ovviamente chiunque passasse qui per caso può partecipare e stilare la sua lista, come al solito fatemi sapere cosa ne pensate della mia, se siete d'accordo oppure no.</div>
Cristina A.http://www.blogger.com/profile/02979803839580605815noreply@blogger.com3