TITOLO: Firenze Mare
AUTORE: Simone Innocenti
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 6 dicembre 2017
CASA ED.: Giulio Perrone Editore
N. PAGINE: 160
PREZZO: 12€
"E Firenze proprio questo ha di bello, che ci trovi universi indomiti e marosi improvvisi: non puoi fare altro che assecondarla, questa onda che ti spinge. Ti spinge fino a quando non capisci che l'onda non è una semplice onda, ma il moto lento, la nenia di un tempo, la culla che veglia. È questo il mare, quello odoroso e colorato, quello dei locali e dei musei, quello delle viuzze e delle piazze, quello che gioca a nascondino col giorno e con la notte, che ha visto tutto. Tutto di tutti."
Pubblicato dalla casa editrice Giulio Perrone Editore, Firenze Mare fa parte della collana "passaggi di dogana" che presenta delle brevi monografie dedicate a luoghi simbolo della letteratura, dell'arte e della storia.
In questo volume, scritto da Simone Innocenti, scrittore e giornalista del Corriere Fiorentino, già il titolo e la prima frase ne attestano la particolarità, infatti si asserisce con sicurezza che "Firenze è una città di mare", adesso chiunque conosca anche solo vagamente la cartina dell'Italia e della Toscana in particolare, sa perfettamente come la precedente affermazione sia clamorosamente errata, eppure a lettura ultimata non è possibile fare altro che dare ragione al suo autore, con qualche riserva magari, ma la sua analisi in una certa prospettiva non risulta per nulla errata.
Infatti Firenze è metaforicamente una città di mare, lo è per davvero, un mare che prima di tutto non è fatto di acqua salata, ma dolce, cioè l'acqua del fiume Arno che percorre tutta la città, la taglia, la divide ma la unisce anche, grazie ai numerosi ponti che collegano le "isole" di cui la città sembra essere composta, ognuna con le proprie caratteristiche, profumi e peculiarità. Ma il mare di Firenze non è fatto di sola acqua, dolce o salata che sia, infatti il capoluogo toscano è anche un "mare di suoni", di grida, e come ci ricorda l'autore stesso:
"Firenze: questa città polifonica dove anche berciare ha la sua funzione. Si grida mica per alzare la voce, ma come per dire "terra", per dire che per primi si è avvistato qualcosa. Si urla per essere scalmanati, per annunciare qualcosa di leggendario. Si alza la voce come quando al mare si alza la sabbia, un po' per gioco e un po' perché è bello."