domenica 17 gennaio 2016

Let's talk about tv series: SHERLOCK SPECIAL ~ The Abominable Bride

STAGIONI: 3
STATO: in corso
EMITTENTE: BBC
CAST: Benedict Cumberbatch (Sherlock Holmes), Martin Freeman (John Watson), Amanda Abbington (Mary Morstan), Andrew Scott (Jim Moriarty) [more]


Quando Steven Moffat ha ideato il personaggio di Amy Pond descrivendola come "the girl who waited" probabilmente, nella sua diabolica mente, doveva aver già delineato la figura-tipo del fan di Sherlock, il fan più paziente che esista sulla Terra, pronto a gustarsi una manciata di episodi nel giro di poche settimane (solitamente tre) per poi rimettersi in attesa per uno svariato numero di anni con solo le sue strampalate teorie a fargli compagnia. Fatta questa premessa, immaginate cosa possa aver significato per noi fan di Sherlock, "the fandom who waited" sapere che la nostra serie preferita che conta solo tre stagioni mandate in onda nel lasso di tempo in cui altre serie sfornano almeno 6/7 stagioni da venti episodi, avrebbe avuto addirittura un episodio speciale e, aggiungo, che questo episodio sarebbe stato proiettato pure al cinema! Come esclama Sherlock ogni volta che vede un cadavere: "Oh it's Christmas!". Effettivamente The Abominable Bride doveva essere un Christmas Special sulla scorta degli speciali natalizi di Doctor Who, ma successivamente la messa in onda è slittata al primo gennaio, non fosse mai che ci abituassimo ad avere un'episodio di Sherlock prima del previsto...
Dato che sempre di speciale si tratta, il duo delle (malefiche) meraviglie Moffat&Gatiss ha deciso di regalarci un episodio ambientato nell'epoca vittoriana, ovvero nel periodo in cui sono ambientate originariamente le storia scritte da Sir Arthur Conan Doyle, dunque via le camice attillate, gli smartphone e le auto tutti sostituiti con giacche di tweed, orologi da taschino e carrozze. Ci aspettavamo quindi un bel salto nel passato, un divertissement senza troppi legami con gli eventi narrati nel XXI secolo, un what if che doveva mostrarci come sarebbe stato Sherlock nella mente dei due ideatori se avessero deciso di mantenere l'ambientazione vittoriana originale, insomma una specie di pilot di ciò che poteva essere e che non è mai stato, anche a detta dei due sceneggiatori. Ma è saggio fidarsi delle parole di Steven e Mark? No, ovviamente.
Le scene iniziali, un breve previously on, ci mostrano il conto degli anni che dal 2015 come un gambero vanno indietro fino al 1895 per trovarci catapultati in una Londra nebbiosa i cui unici mezzi a quattro ruote sono trainati da cavalli che non sono ancora quelli motore. È tutto perfetto: John, pardon il Dottor Watson ha combattuto nella guerra in Afganistan, non quella moderna ma quella che ebbe luogo nel 1878, e cerca un coinquilino. Il fortuito incontro con Stamford, collega dei tempi del Bart's, porterà all'incontro tra Watson e Holmes e il resto è storia. Anche il caso della puntata sembra essere molto in linea con l'epoca vittoriana che ha visto fiorire il racconto gotico: una sposa che prima commette suicidio e poi uccide il marito, ovviamente data la sequenza degli eventi si capisce perché Scotland Yard abbia decisamente bisogno dell'aiuto di Holmes. Tutto si muove placidamente in questa nuova e al tempo stesso vecchia ambientazione e a noi non resta che goderci i vari personaggi calati in questa dimensione temporale, con un Lestrade fornito di folti favoriti o una Molly Hooper costretta a travestirsi da uomo pur di poter continuare a lavorare come medico anatomopatologo in un'epoca che non consentiva alle donne di studiare e praticare la disciplina medica. Le uniche granitiche certezze sono i baffoni alquanto fuori luogo di John e lo spirito sempre battagliero della moglie Mary.
Tuttavia che qualcosa non quadri alla perfezione lo avvertiamo fin da subito, a far scattare il campanello d'allarme è soprattutto la somiglianza tra il caso della puntata e un altro e altrettanto famoso caso che ci ha tenuti tutti con il fiato sospeso per ben due stagioni: Emilia Ricoletti, l'abominevole sposa del titolo, si è uccisa sparandosi un colpo alla testa ma nonostante ciò è riuscita a tornare in vita per far fuori anche il detestato e odioso marito, e se ci fosse riuscito anche lui, Jim Moriarty, il Napoleone del crimine? È la stessa domanda che si fa Sherlock nel corso dell'intero episodio. Ma di quale Moriarty stiamo parlando? Il Professor Moriarty del 19° secolo o Jim del 21°? Sebbene inizialmente sembra sia ovvio pensare al primo Moriarty, quello buttato giù dalle cascate Reichenbach, in un inaspettato (o forse no?) colpo di scena ci si ritrova catapultati a bordo di un modernissimo jet, proprio quell'aereo che sta portando via in esilio il moderno Sherlock. E si, come era ovvio aspettarsi siamo stati gabbati, di nuovo. Dalla promessa di uno speciale avulso da ogni collegamento con la serie principale, ci siamo ritrovati di nuovo a bordo di quell'aereo e di nuovo circondati da schermi che trasmettono il volto di un forse redivivo Moriarty che ci chiede se ci è mancato (mi permetto di dire di si). Cosa si è visto esattamente allora? Abbiamo trascorso un po' di tempo all'interno del mind palace di Sherlock, di cui avevamo già avuto un assaggio in His Last Vow. Alla ricerca di una possibile spiegazione per il ritorno di Moriarty, accompagniamo Sherlock nel suo distruttivo viaggio dentro se stesso e le mille stanze del suo palazzo mentale che non può essere compiuto se non con l'aiuto di droghe, un uso che non sembra tanto controllato quanto Sherlock sostiene, dato lo sguardo preoccupato del fratello Mycroft nel presente e le terribili apparizioni di Moriarty nel passato fittizio, infatti mentre percorriamo ogni anfratto della mente del brillante detective ci rendiamo conto quanto Sherlock sia ossessionato e a tratti anche spaventato da Moriarty, l'unico uomo capace di tenergli testa, il confronto tra i due nel salotto del 221b è uno dei momenti più alti dell'intero episodio; esempio di ottima scrittura e grande prova attoriale di Benedict Cumberbatch e Andrew Scott, ma sul cast ormai non si nutre più alcun dubbio.
Risolvere il caso Ricoletti per risolvere il ritorno del peggior nemico di Mr. Holmes, The Abominable Bride funziona esattamente come una matrioska e ogni fotogramma e ogni evento si incastrano l'un l'altro non solo all'interno dell'episodio ma dell'intero arco narrativo, giocando su temi già trattati e trasformandone alcuni ad hoc affinché si adattino alla cornice vittoriana, come a dire che in Sherlock niente accade e niente viene detto per caso, e Moffat e Gatiss ce ne hanno dato un'altra immensa prova. Nonostante le critiche per questi cambi repentini tra le due epoche, è impossibile guardare l'episodio e non rimanerne affascinati, colpiti, probabilmente per la milionesima volta, dalla capacità dello show di prendere a piene mani dal canone di Doyle senza rinunciare a qualche divertito ammiccamento agli eventi interni alla serie, Sherlock è una serie altamente autoreferienzale e che parla, e il più delle volte prende in giro i suoi spettatori, con buona pace di chi urla al fanservice e vorrebbe delle copie carbone dei racconti di Sir Arthur con la sola cornice moderna a rendere tutto diverso.
Doverosa menzione merita il grande tema trattato all'interno della puntata, e la vera chiave per risolvere il delitto Ricoletti, ovvero la questione femminile. Una volta eliminato l'impossibile, come ci insegna lo stesso Holmes, quel che resta è un gruppo di donne che stanche di vivere in un mondo fatto esclusivamente per e dagli uomini architettano una brillante e tremenda vendetta contro i loro ingrati mariti, dalla sposa primigenia Emilia, il ruolo viene assunto di volta in volta da una donna diversa in aiuto di una compagna costretta in un matrimonio asfissiante e a una vita chiusa nel binomio cura della casa e cura dei figli. È una guerra clandestina e sotterranea che tuttavia non deve essere ostacolata ma anzi aiutata. È un conflitto che gli uomini devono prepararsi a perdere come sottolinea il saggio, anche se un po' ingrassato, Mycroft vittoriano. Mi sembra che il Moffat si sia voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa dopo le frequenti accuse di misoginia (l'uomo che ci ha regalato River Song un misogino? Bah.).
Ovviamente se ci viene offerta la soluzione del mistero dell'abominevole sposa, il mistero principale, ovvero il possibile ritorno di Moriarty, non ci viene svelato e tutto viene rimandato all'attesissima quarta stagione, con solo qualche piccola certezza per cercare di calibrare al meglio la pletora di teorie che sbucheranno un po' dovunque nel vasto mare di internet: si, Jim si è davvero sparato in testa e no, non si può sopravvivere ad un tale colpo, e soprattutto non sono mai i gemelli! Scommetto che i salti temporali dello speciale ci condurranno tutti alla stessa identica soluzione: è stato il Dottore.

3 commenti:

  1. Il dottore XD
    Hai ragione, in ogni caso, accusare Moffat di misoginia è una cosa semplicemente assurda!

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    1. È l'unica spiegazione sensata! xD
      È un'accusa che non capirò mai...bah!

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  2. Quanto amo Sherlock:) io questo film non l'ho visto , anzi non sapevo neanche della sua esistenza! in compenso ho visto tutta la serie e sto cominciando a leggere anche i libri :) ho già fatto una recensione, se hai voglia di andare a leggerla sei la benvenuta:)
    Saluti e complimenti per il blog:)

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